Antonio Bruno è Laureato in Scienze Agrarie Dottore Agronomo iscritto all'Ordine di Lecce - Esperto in diagnostica urbana e territoriale e studente all'Università del Salento del Corso di laurea in Viticultura ed Enologia
domenica 20 giugno 2010
Curarsi con la cicoria selvativa “Cecore reste” (Cichorium intybus L.)
Curarsi con la cicoria selvativa “Cecore reste” (Cichorium intybus L.)
di Antonio Bruno*
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Cicoria selvatica oppure nel Salento leccese Cecora resta o ancora Cecureddrhe per l'etnia dell'estremo Sud Salento. Cichorium intybus L. è conosciuta sin dal neolitico, raccolta dalle donne e usata come cibo ma anche come farmaco. Dalla Nuova Zelanda semi da cui si ottengono Cicorie con alto contenuto delle sostanze medicinali.
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Mia padre la comprava pagandola a caro prezzo e non la chiamava mai singolarmente cicoria selvatica ma al plurale: le cicorie selvatiche (cecore reste). Ricordo invece che mia zia Maria a Chiavenna, in provincia di Sondrio, armata di coltello ne raccoglieva, indisturbata, a borse, le donne della valle le chiedevano perchè mai raccogliesse quell'erba e lei, schiva, diceva che era molto apprezzata dai suoi conigli, anche se, mia zia Maria, non ha mai allevato conigli in vita sua. A Lecce si festeggia ogni anno la sagra di queste piante gustose e selvatiche “ la Sagra della cecora resta” , anche se il mio amico Leonzio in quel di Frigole, le semina e le raccoglie e quindi gli strappa quel selvatico sostituendolo con il coltivato. Gli antichi greci chiamavano la pianta kichora o kichòria, kichòreia, mentre intybus (dal greco entybion) è il nome latino da cui deriva il nostro indivia.
Il nome scientifico della cicoria selvatica è Cichorium intybus L. appartiene alla famiglia delle Asteraceae. È una pianta che non muore mai (perenne), con un apparato radicale grosso e fittonante (come quello della carota) che vive sui terreni di qualunque tipo crescendo anche negli anfratti delle rocce e sulle case se c'è appena, appena un po' di terra. Il fusto può essere prostrato o eretto, ispido, con peli rivolti in basso. Foglie basali pennatopartite o pennatosette, 3-5 x 10-25 cm, con segmenti triangolari acuti, generalmente alterni; foglie cauline lanceolate, sessili e ridotte. Capolini numerosi, di 2-3 cm di diametro, sessili o peduncolati; involucro cilindrico (3 x 11 mm), con squame triangolari, le esterne patenti, le interne lunghe il doppio ed eretto-conniventi; ligule12 mm, azzurre o raramente rosee, con colore facilmente dilavabile dall'acqua. Il seme è un achenio di dimensioni pari a 2-3 mm, con pappo formante una breve coroncina apicale. Diploide (2n = 18).
In Puglia, tra le erbe selvatiche che noi mangiamo (eduli), la cicoria selvatica è la più conosciuta e la più consumata. La medicina popolare del Salento leccese sin dall’antichità attribuisce potere depurativo aell’acqua di cottura su intestino, fegato e rene. Ad uso esterno, si utilizzano le foglie in infuso dalle proprietà emollienti, capace di eliminare gli arrossamenti e di rinfrescare la pelle. Nell'Africa del sud e in diverse parti dell'Iran le parti aeree di Cichorium intybus (che in Iran viene chiamata Aragh-e-Kasni) sono usate per purificare il sangue e il fegato dalla malattia. I semi della pianta sono usati in patologie epato biliari dalla medicina Ayurveda (L'ayurveda in sanscrito: आयुर्वेद è la medicina tradizionale utilizzata in India fin dal IV millennio a.C., diffusa ancora oggi nel sub-continente più della medicina occidentale). In uno studio effettuato da un equipe Iraniana si è accertato che l'estratto di Cichorium intybus ha in effetti un azione di protezione del fegato. Nello stesso studio si è anche evidenziato che se le concentrazioni di estratto di Cichorium intybus sono molto elevate allora l'azione diviene tossica per il fegato. Nello studio effettuato da Stress Physiology and Medicinal Plant Biotechnology Unit, Department of Plant Science,
School of Life Sciences, Bharathidasan University, Tiruchirappalli-620 024, Tamil Nadu, India tutta la pianta di Cichorium intybus contiene una serie di sostanze medicinali e composti importanti come l'inulina, l'esculina, i composti organici volatili (monoterpeni e sesquiterpeni), le cumarine, i flavonoidi e le vitamine. In questo studio, si è efgfettuata l'analisi fitochimica per la presenza di vari metaboliti secondari e attività antibatterica estratti della radice di cicoria contro i batteri patogeni Gram positivi come (Bacillus subtilis, Staphylococcus aureus e Micrococcus luteus) e Gram negativi (Escherichia coli e Salmonella typhi) batteri in vitro e metodo di agar diffusione. L'esano e l'acetato di etile estratti dalla radice di cicoria hanno mostrato un'inibizione pronunciato di cloroformio, etere di petrolio ed estratti di acqua. Gli estratti hanno mostrato più azione inibitoria sulla Bacillus subtilis, Staphylococcus aureus e Salmonella typhi di Micrococcus luteus e di Escherichia coli.
In Nuova Zelanda (Cichorium intybus L.) è stata allevato a fornire materiale genetico con grandi quantità potenzialmente estraibile della antocianina anti-ossidanti, che è considerato il responsabile dell'azione medicinale per una vasta gamma di condizioni di salute. Ogni germoplasma è il prodotto di un programma di allevamento significativo. Il Germoplasma (sarebbero i semi) è disponibile GRATIS (ovvero non si paga) per gli agricoltori che lo volessero coltivare Germplasms sono disponibili gratuitamente come materiale di ricerca o per ulteriori progetti di allevamento localizzato magari qui da noi in salento leccese. Le richieste per le sementi dovrebbero essere inoltrate al collega Bill Rumball della Nuova Zelanda scrivendogli una e mail al seguente indirizzo bill.rumball@agresearch.co.nz
*Dottore Agronomo
Bibliografia
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