Antonio Bruno è Laureato in Scienze Agrarie Dottore Agronomo iscritto all'Ordine di Lecce - Esperto in diagnostica urbana e territoriale e studente all'Università del Salento del Corso di laurea in Viticultura ed Enologia
lunedì 28 giugno 2010
I prodotti agricoli con la carta d'identità
I prodotti agricoli con la carta d'identità
di Antonio Bruno
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Si è conclusa positivamente la trattativa per il rinnovo del CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro) degli operai agricoli e florovivaisti. A Bari il 28 giugno 2010 in una discussione dei sindacati di Puglia si è discusso del futuro del lavoro nei campi.
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A Bari il 28 giugno 2010 per una discussione su ciò che si è verificato a Roma il 25 maggio 2010, presso la sede della Confagricoltura dove è stato siglato il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del settore agricolo e florovivaistico.
Il contenuto del rinnovo si caratterizza oltre all’aumento economico del 4,1% e altte importanti conquiste.
Molti sono poi gli articoli che affrontano i temi dell’immigrazione straniera e delle clausole sociali, con il riconoscimento di un giorno di permesso in caso di nascita del figlio per i padri, altri aspetti riguardano la formazione, il Part time, estensione dei diritti degli apprendisti, gli appalti e la vendita dei prodotti sulla pianta e la possibilità di regolazione al secondo livello dell’agriturismo ed infine la possibilità di utilizzo dei permessi per i componenti di Agrifondo.
La discussione animata tra gli infermieri del sindacato, tutti al capezzale del lavoro agricolo, malato e poco, o per nulla, considerato. Con un aspirina si vuole guarire il lavoro malato! Un farmaco formidabile l'aspirina, evita tanti guai, risolve tanti problemi, solo che ai malati gravi l'aspirina non serve, servono medicine specifiche che facciano guarire.
Non so se sia chiaro a tutti ma l'aspirina è il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del settore agricolo e florovivaistico che non è adeguato ma soprattutto che nel Salento leccese non applica quasi nessuno e quindi per questo motivo assolutamente inefficace per guarire il lavoro in agricoltura malato grave, forse malato terminale. Nella maggior parte dei casi la malattia grave è la totale mancanza di garanzie per i lavoratori dell'agricoltura.
Eppure la produzione alimentare serve alle necessità di ogni nostra famiglia, sono i bisogni primari, quello di mangiare, di nutrirsi, che paradossalmente passano a divenire bisogni di cui non siamo consapevoli. Ma se rimanessimo senza cibo? Se accadesse come nel 1940 – 45 come durante la guerra che mi raccontava mio padre e che mi racconta ancora mio suocero, quando per un tozzo di pane si era disposti a tutto o quasi? Ma non ci pensate più vero? Andate in giro per Ipermercati e da scaffale in scaffale gettate ogni ben di Dio nel carrello della spesa, spendendo sempre poco rispetto a quello che spendete per tutto il resto. Eppure se tutto questo non ci fosse vedreste voi stessi quale valore avrebbe un frutto di pesca o di mela, o un pezzo di pane. Il bisogno primario dovrebbe vedere i protagonisti che producono i prodotti della Terra tutti PRIMARI, come quelli ospedalieri che ci guariscono, i contadini e i braccianti agricoli che ci fanno vivere, protagonisti del nostro nutrirci, della crescita nostra e dei nostri figli.
Invece no! I lavoratori agricoli non hanno nessuna garanzia, nessuna tutela, sono trattati come delle nullità, di cui nessuno di occupa. E allora è inutile che si gridi al rinnovo generazionale in agricoltura perchè, di un settore considerato meno di niente, nessuno ne vuol sentir parlare e, soprattutto, nessuno vuole andarci a lavorare ficcandosi in questa avventura che più che un percorso sembra essere un andare allegramente e incoscientemente verso il baratro.
La maggior parte delle persone venute da lontano per lavorare nel Salento leccese esercita il lavoro agricolo stagionale che è il lavoro tipico degli ultimi arrivati insieme a quello dell'edilizia, inutile ricordare la scarsa capacità di incidenza dell'azione sindacale per la dispersione territoriale dei luoghi di lavoro e la non corrispondenza tra luogo di residenza e luogo di lavoro. Il sindacato è in una situazione di debolezza e ha la forte tentazione di difendere i lavoratori ricorrendo all'intervento dello stato e sollecitando interventi legislativi e normativi.
Se vogliamo l'agricoltura nel Salento leccese l'elemento indispensabile per farla sopravvivere sono i lavoratori stagionali! Lo sanno tutti che gli infermieri che chiamano la polizia non guariscono gli ammalati. Forse il lavoro agricolo ha necessità di medici veri che si occupino del lavoro stagionale, lo regolamentino, lo rendano interessante e appetibile.
Mi è piaciuto anche ascoltare la proposta di uno degli interventi che suggeriva di mettere sull'etichetta dei prodotti agricoli i nomi e i cognomi dei lavoratori che hanno contribuito alla produzione di quel frutto, di quella verdura e di quel pane. Il prodotto agroalimentare con un etichetta piena dei nomi e dei cognomi di chi ha contribuito a farlo crescere e maturare per poi essere servito sulla tua tavola per nutrire te e i tuoi figli. I prodotti agricoli che non sono più anonimi ma che hanno una carta d'identità: quella delle donne e degli uomini che hanno lavorato per farli maturare!
Bibliografia
Silvia Pérez-Vitoria:Il ritorno dei contadini
CCNL Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del settore agricolo e florovivaistico http://www.faicisllecce.com/
Francesco Bacchini: Lavoro intermittente, ripartito e accessorio
Giuseppe Ferraro, Maurizio Cinelli: Lavoro, competitività, welfare, Volume 2
Enrico Pugliese,Dante Sabatino: Emigrazione e immigrazione
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