SESTA
CONFERENZA ECONOMICA CIA
FAR
CRESCERE L’AGRICOLTURA PER FAR CRESCERE L’ITALIA
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Ringrazio
innanzitutto la Confederazione Italiana Agricoltori, nella persona
del suo Presidente Dott. Giuseppe Politi,
per aver scelto di tenere a Lecce il
tradizionale appuntamento annuale.
Ha
suscitato in me particolare interesse lo slogan che è stato scelto
per questa sesta conferenza economica “ Far crescere l’agricoltura
per far crescere l’Italia”.
In
questa circostanza si
discuterà con i massimi rappresentanti delle Istituzioni europee,
nazionali, regionali e locali , nonchè del mondo produttivo, del
futuro dell’agricoltura, tra ricambio generazionale,produzione
sostenibile e sicurezza alimentare, della PAC,della vendita diretta,
delle agro energie e delle funzioni sociali del settore agricolo.
Prima
di giungere a Lecce sono stato Prefetto ad Enna, dove ho potuto
constatare quanto sia importante ancora oggi il settore agricolo nel
sistema economico-produttivo del nostro Paese ed in particolare nel
Mezzogiorno. Anche qui a Lecce, dove sono da circa dieci mesi, ho
potuto apprezzare le eccellenze dell’agricoltura salentina,
soprattutto riguardo ai settori vitivinicolo ed olivicolo che hanno
innescato processi di innovazione territoriale.
Sono
convinta, infatti, che i territori rurali abbiano la necessità di
riacquisire la loro dignità affiancando ai processi aziendali quelli
di matrice culturale, proprio perchè i prodotti dell'agricoltura
salentina trasmettono il senso dei luoghi e nobilitano il loro
territorio d’origine, facendosi testimoni di eccellenza. Tutti i
nostri imprenditori agricoli dovrebbero associare i loro prodotti ad
un’idea forte, culturalmente identificabile: un percorso nel tempo
e nello spazio antropizzato per scoprire le doti segrete degli
alimenti dei territori del Salento.
E’
sotto gli occhi di tutti che, sino alla metà del secolo scorso,
l’agricoltura ha contribuito al progresso del nostro Paese, certo
in un contesto meno dinamico e complesso e prevalentemente guidato e
tutelato da politiche nazionali. Negli ultimi cinquanta anni abbiamo
invece vissuto un travolgente susseguirsi di tanti eventi
straordinari, capaci di far sparire in breve tempo anche la nostra
millenaria civiltà contadina.
Nello
scorso mese di aprile ho partecipato con piacere a Firenze
all’inaugurazione del 259° Anno Accademico dei Georgofili,
tenutasi nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, nel corso
della quale il Presidente, Prof. Franco Scaramuzzi, ha svolto
un’interessantissima relazione avente ad oggetto “ Lo sviluppo
razionale per l’agricoltura europea”. In particolare mi ha
colpito la moderna e sintetica definizione omnicomprensiva di “
agricoltura” che i Georgofili hanno da qualche tempo aggiornato e
proposto come : razionale gestione e tutela delle risorse rinnovabili
della biosfera.
Mentre
si continua ancora a riflettere se le funzioni prioritarie
dell’agricoltura siano quelle produttive( tradizionalmente indicate
come agro-silvo-pastorali) o quelle relative alla tutela ambientale,
la nuova definizione di agricoltura formulata dai Georgofili ritiene
invece che entrambe le funzioni siano irrinunciabili in un equilibrio
razionale e che vadano considerate anche a livello planetario, nel
quadro dei processi di globalizzazione ormai difficilmente
reversibili.
In
definitiva la competitività economica e la sostenibilità ambientale
non devono essere in conflitto tra di loro
In
tale ottica certamente si inserisce la proposta che ho avanzato alla
Regione ed alla Provincia per avviare un percorso di legalità
insieme alle Associazioni agricole ed ambientaliste ed all’Ordine
dei Dottori Agronomi e Forestali che, nel medio- lungo termine, possa
pervenire all’obiettivo di diffondere nelle campagne pratiche
agronomiche più moderne ed ecosostenibili,al fine di contrastare
l’abitudine diffusa di bruciare le stoppie nei campi , fonte di
rischi enormi alle persone ed all’ambiente.
D’altronde
mi risulta che il programma di sviluppo rurale della regione Puglia,
finanziato dall’UE, dallo Stato e dalla stessa Regione, preveda
risorse finanziarie per le aziende che intendano dotarsi di impianti
per ricavare energia dalle biomasse, allo scopo di ridurre il costo
energetico per le stesse aziende e di promuovere la diversificazione
del reddito aziendale. Tali attività determinano un elevato
vantaggio ambientale connesso al risparmio energetico ed alla
diffusione della produzione di energia da fonti rinnovabili.
La
costituzione della Comunità Europea ha avuto la conseguenza di
sofferte riconversioni delle diverse agricolture e quindi anche di
quella italiana; successivamente si sono aggiunti problemi di
interesse mondiale, quali i cambiamenti climatici,la tutela
ambientale, la necessità di reperire le risorse energetiche e la
sicurezza alimentare. E’ evidente che essi possono essere risolti
solo con scelte condivise appunto a livello globale anche
considerando la crescente delocalizzazione delle attività produttive
e l’ organizzazione di reti multinazionali di imprese, che
contribuiscono a rendere sempre meno controllabile il mercato
globale
La
conclusione è evidente: gestire il complesso di tante nuove realtà,
di interesse planetario, non è più alla portata di singoli Paesi,
per quanto potenti possano essere. Ciò vale anche per le imprese
agricole che, pur grandi ed organizzate, avranno sempre maggiori
difficoltà ad operare singolarmente nel proprio microcosmo.
Si
impongono quindi orizzonti più ampi ed azioni lungimiranti, ma in
archi temporali più brevi. Per le attività agricole ciò comporta e
comporterebbe certamente maggiori difficoltà, se non si comprende
che l’aggregazione non è più una scelta ma una necessità
improcrastinabile.
Avendo
quindi bisogno di assumere dinamiche più veloci, rispetto a quelle
tradizionali, anche l’imprenditorialità agricola richiede
impostazioni ed intenti diversi da quelli del più recente passato,
finora basati sulla classica disponibilità di tre sostanziali
elementi: capitale fondiario, lavoro e capitali di esercizio . In
prospettiva le attività produttive delle aziende agricole avranno,
invece, bisogno di due soli capitali: quello umano (fatto di
conoscenze, a cominciare dal know how produttivo, manageriale e di
mercato) e quello finanziario (per procurarsi l’uso degli strumenti
necessari, quali terra e macchine).
Ha
sempre maggior peso rispetto al passato ed è quindi ineludibile che
il futuro dell’agricoltura sia strettamente legato al ricambio
generazionale.
Conoscenza
e finanza rappresenteranno sempre più il binomio indispensabile
dell’agribusiness per il rilancio economico del Paese. La proprietà
fondiaria è, e rimarrà, un importante punto di partenza e di
garanzia, ma non è l’unico.
Se
il momento critico che stiamo attraversando rende più difficile
riavviare una crescita, ciò non pregiudica la validità di quanto ho
ricordato, nella convinzione che l’agricoltura possa essere
determinante e fungere da locomotiva per il rilancio del sistema
economico del nostro Paese, così come anche recentemente emerso
nell’incontro svoltosi in Prefettura con l’Ambasciatore della
Svizzera in Italia, dott. Bernardino Regazzoni.
Gli
eventi che ci hanno recentemente colpito non ci hanno però
sopraffatto e neppure stordito. Siamo in grado di reagire e
correggerne le cause. Abbiamo le conoscenze e le forze per sviluppare
le nostre capacità ed accrescerne le potenzialità, più che mai con
convinzione e decisione.
In
tale contesto sono importanti le decisioni che assumerà nei prossimi
mesi l’Unione Europea in merito alla nuova PAC ed in questo lodiamo
l’opera di mediazione che sta svolgendo il Commissario Europeo
all’Agricoltura ,dott.Dacian Ciolos.
Purtroppo
la definizione della nuova PAC si sta svolgendo in un periodo di
grave crisi economica, finanziaria, politica e morale che ha già
provocato effetti destabilizzanti ed un diffuso scoraggiamento nel
mondo dell’agricoltura.
Occorre
tener conto che la carenza alimentare rappresenterà un fattore
determinante e le attività agricole assumeranno un ulteriore valore
strategico.
Il
presidente del Consiglio dei Ministri, Sen. Mario Monti,ha
recentemente affermato che” non dobbiamo perdere di vista una crisi
molto più vasta e profonda: quella energetica ed alimentare”…”
La sicurezza alimentare deve essere una priorità per la comunità
internazionale e per l’Italia”….” Un mondo affamato è un
mondo ingiusto ed è anche un mondo instabile”.
La
necessità di rimettere la produttività al centro dell’attenzione
è stata ripetutamente evidenziata dal Prof.On. Paolo De Castro,
Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo,che
nel suo interessante saggio “Corsa alla terra – cibo e
agricoltura nell’era della nuova scarsità” ci ricorda che entro
la metà di questo secolo occorrerà raddoppiare l’attuale
complessiva produzione agricola per far fronte non solo
all’incremento della popolazione mondiale ( che passerà dai 7
miliardi attuali ai circa 9 miliardi nel 2050), ma anche per
soddisfare le maggiori esigenze alimentari e il conseguente aumento
medio dei consumi nelle grandi aree mondiali in sviluppo.
Anche
il nostro Ministro dell’Agricoltura, Dott.Mario Catania ha più
volte ricordato che “ la PAC deve dettare i principali indirizzi
guida per gli agricoltori europei, senza dimenticare che le attività
imprenditoriali agricole sono rivolte allo sviluppo quantitativo e
qualitativo della produzione”.
Concludendo
il mio indirizzo di saluto sono, comunque, convinta che ci attendono
sicuramente tempi migliori, nuove energie giovani ed idee sempre più
svincolate dal passato, nella misura in cui ritroveremo un coerente
spirito unitario che è stato alla base del pensiero dei padri
dell’Unione Europea. Le scommesse da vincere nel prossimo futuro,
anche immediato, sono tanto difficili quanto stimolanti. Dobbiamo
essere preparati e pronti ad affrontarle. Con l’auspicio di un
futuro sempre più solidale dell’umanità, formulo a tutti voi i
migliori auguri di prosperità e benessere.
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