Produrre olio senza possedere un oliveto si può!
di Antonio Bruno
La paralisi strutturale del settore olivicolo vede già in alcuni imprenditori agricoli, pionieri del Salento leccese, un rinnovamento consapevole. I nuovi olivicoltori salentini sanno che oggi è fondamentale coniugare tradizione ed innovazione in un “modello produttivo del Salento” che non può prescindere dai valori della qualità, tipicità, legame con il territorio e la sua cultura.
C'è la possibilità che alcuni giovani si possano affiancare a questi pionieri? Quali azioni devono essere intraprese da questi giovani per orientare il sistema olivicolo verso produzioni competitive e di qualità, e per sostenere e dare soluzioni di ottimizzazione tecnica e tecnologica a quelle coltivazioni che rivestono tuttora un importante ruolo paesaggistico, elemento questo che deve continuare ad essere parte caratterizzante del “modello di sviluppo sostenibile del Salento leccese”?
Ciò che mi porta a suggerire ai giovani di intraprendere in olivicoltura sono due fatti uno è la consapevolezza che i pregi alimentari e salutistici dell’olio di oliva sono sempre meglio conosciuti e più largamente apprezzati, l'altro fatto è che la coltivazione dell’olivo va estendendosi nel mondo. Possiamo dedurne che i consumi complessivi aumenteranno e che su un mercato globale, maggiormente consapevole ed esigente, la competizione sarà più agguerrita.
L’Enogatronomo Luigi Veronelli nel 2001 scriveva:
“Ciascuno avverte. È in corso un epocale mutamento sociale. Coinvolge appieno l'agricoltura. Il divenire, per molti aspetti rivoluzionario, del comparto olio d'oliva è già iniziato. È sostenuto dalle persone che hanno lavorato e lavorano per la qualità e l'onestà. Con i vecchi criteri si potrebbe fare al massimo un olio onesto. Con le tecniche mirate alla qualità e non come succedeva antan (d'un tempo n.d.r) alla quantità, sarà invece possibile fare oli d'eccellenza. “
Enrico è andato a Perugia e s’è preso la Laurea in Agraria. E’ uno dei tanti giovani che hanno fatto la valigia dopo il diploma e si sono abituati a una città diversa da Lecce. Mi ha detto che è stato davvero bello stare in Umbria che c’era un contatto vivo tra studenti e professori ; mi ha detto che dopo tre anni di studi quella laurea se l’era proprio sudata. Ma poi prima della Laurea Magistrale, che vuole fare a Bologna, eccolo che s’avventura nell’estate del Salento leccese per capire cosa possano divenire le conoscenze, le ricerche e le professionalità acquisite a Perugia in questa penisola salentina che s’immerge a Sud Est del grande lago salato.
“Ma di cosa posso occuparmi nel Salento leccese?” Me lo chiede con quegli occhi di chi ha passato le insonni “Notti prima degli esami” sui libri per imparare ciò che dai nostri avi ai giorni nostri è stata l’agricoltura. I nostri avi che vivevano nell’ambiente naturale e che vedevano i nostri antichi padri intenti a cacciare e le nostre antiche madri, con i loro bambini, tutte prese nel raccogliere erbe e frutti e tra questi anche le olive.
Gli racconto che è vero quello che gli hanno detto, infatti l’olivo vegetava spontaneo circa 6.000 anni fa, nella regione compresa tra i rilievi a sud del Caucaso e ad ovest dell’altopiano iraniano, e che è altrettanto vero che a coltivarlo ci pensarono popoli semitico-camiti.
Enrico mi fa subito presente che l’Olea europaea sativa dall’Oriente raggiunse quello che Fernand Braudel chiamò, non a caso, il “mare degli oliveti”, ovvero il nostro Mediterraneo, giungendo prima in Grecia, quindi sulle coste africane e, infine, nella penisola iberica e italiana.
“Si fa presto a leggere la storia dell’olivo” , mi dice con quel suo fare di giovane fuori dagli schemi, “…ma io non posseggo nemmeno un metro quadrato di terra e soprattutto non ho a disposizione un albero di olivo…”
Già Enrico è convinto, come la maggior parte dei suoi coetanei, che per produrre olive che possono essere trasformate in olio, sia essenziale possedere un oliveto. Invece no!
Come dici? Che sono pazzo? Che è impossibile produrre olio senza essere proprietari di un oliveto? Invece è proprio come dico io! Non c’è nessuna necessità di avere la proprietà di un oliveto per produrre il tuo olio!
Lo guardo negli occhi che si sono persi in questa affermazione e gli dico che il verde del nostro bel Salento leccese è quello degli oliveti, quelli che circondano i 100 (cento) Comuni e che danno i frutti da cui si ricava il nostro pregiato olio d’oliva.
Enrico è nato e vissuto sino a 18 anni a San Cesario di Lecce e gli ricordo che nel nostro avamposto in cui l’Occidente si imbeve d’Oriente, io e lui abbiamo mangiato i cibi dei mille colori, miscela di infiniti sapori che si mischiano al profumo della natura e tutti imbevuti dell’olio d’oliva che esalta i sapori del cibo rendendolo unico.
Come dici? Non ci credi? Allora pensa a quella fetta di pane di grano cotto al forno di pietra e gustala dopo che l’hai tagliata da quella forma di pane appena uscito dal forno. Ci sei? Bene, allora adesso pensa a quella stessa fetta di pane e , insieme a me, mettici su un po’ di quell’olio del Salento leccese. L’hai fatto? Adesso mangia quel pane e poi, fammi sapere che cosa provi!
L’olio extra vergine d’oliva te l’ho dato io e questo qui non lo trovi sui banconi della grande distribuzione organizzata e soprattutto non lo trovi a al prezzo di 3 euro!
Si tratta di produrre olio d'oliva d'eccellenza da vendere a 10 Euro al litro! Enrico mi chiede come possa farlo senza un metro quadrato di terra e io gli sciorino questi dati che puoi leggere anche tu e che spero ti facciano prendere in considerazione l'idea di divenire “Produttore d'olio d'oliva d'eccellenza”.
Per prendere in affitto un ettaro di oliveto a Lecce (località Frigole) ti servono 200 euro l’anno.
Avrai 200 alberi di olivo. Ogni albero ti darà almeno 60 chili di olive. Gli alberi di leccino e di cellina ti vedranno protagonista della raccolta a partire dal primo ottobre e avrai una resa del 9 – 12% .
L'ogliarola leccese la raccoglierai invece a fine ottobre e avrai una resa dal 14 al 18%.
Enrico mi ha chiesto se deve fare tutto da solo. Io gli ho risposto che è meglio organizzarsi partendo da 4 persone che riescono a raccogliere utilizzando gli agevolatori con le reti 8 quintali di olive in sei ore.
Poi noleggi un frantoio mobile che ti lavora quegli 8 quintali di olive impiegandoci 8 ore e con una spesa di 180 euro. Oppure se il frantoiano è tuo amico ed è vicino all'oliveto che hai affittato, puoi portergli le tue olive e molirle al costo di 8 - 10 euro al quintale.
Ma c'è da tenere presente che l'oliveto va coltivato.
Ci vogliono 5 interventi con il Rame (gemma ferma gennaio; ripresa vegetativa marzo; prefioritura aprile – maggio; allegagione giugno e ingrossamento frutto luglio – agosto) quantità 2 chili e mezzo 27 euro per intervento. Quindi per i 5 interventi ci vorranno 135 euro.
5 interventi Idroflorel (titolo 35 – 5 – 8) ci vogliono 5 euro ad intervento. Quindi in totale 25 euro.
Sempre nello stesso intervento si utilizzerà Sinergon 2000 amminoacidi (azoto organico) 2 chili per ettaro 12 euro al chilo. Che per 5 interventi fanno 150 euro.
Antiparassitario per le due generazioni di tignola (antofaga e carpofaga) Pirinex ME 2 litri ad ettaro (fioritura allegagione e ingrossamento frutto) ogni intervento 2 litri al litro 13 euro. Che per 3 interventi fanno 78 euro.
Poi si dovranno acquistare 4 Agevolatori che a 1000 euro l'uno fanno 4000 euro e una Trattrice che costa 15mila euro con pompa irroratrice inclusa.
Quanto abbiamo speso in un anno?
Euro
Affitto oliveto 200
Trattamenti Rame 135
Idroflorel 25
Sinergon 2000 150
Pirinex ME 78
Frantoio mobile 1980
Totale 2568
C'è da rilevare che per il primo anno c'è da fare un investimento di 19mila euro per l'acquisto della trattrice, degli agevolatori e dell'irroratrice. Ma questo capitale rimarrà a disposizione per almeno 5 anni.
Se prevediamo una resa media del 15% e una vendita di questo olio d'oliva d'eccellenza a 10 euro al litro avremmo dai 200 olivi 1.800 litri di olio d'oliva d'eccellenza che venduto a 10 euro al litro darebbe 18mila euro.
Enrico mi guarda incredulo. Poi mi dice “si può davvero vivere affittando oliveti se poi riesci a vendere l'olio d'oliva d'eccellenza”. Io non gli rispondo, aspetto che a dirmi come stiano effettivamente le cose sia lui dopo che l'avrà fatto.
E tu? Si dico a te che mi hai letto, me lo scriverai il tuo risultato?
di Antonio Bruno
La paralisi strutturale del settore olivicolo vede già in alcuni imprenditori agricoli, pionieri del Salento leccese, un rinnovamento consapevole. I nuovi olivicoltori salentini sanno che oggi è fondamentale coniugare tradizione ed innovazione in un “modello produttivo del Salento” che non può prescindere dai valori della qualità, tipicità, legame con il territorio e la sua cultura.
C'è la possibilità che alcuni giovani si possano affiancare a questi pionieri? Quali azioni devono essere intraprese da questi giovani per orientare il sistema olivicolo verso produzioni competitive e di qualità, e per sostenere e dare soluzioni di ottimizzazione tecnica e tecnologica a quelle coltivazioni che rivestono tuttora un importante ruolo paesaggistico, elemento questo che deve continuare ad essere parte caratterizzante del “modello di sviluppo sostenibile del Salento leccese”?
Ciò che mi porta a suggerire ai giovani di intraprendere in olivicoltura sono due fatti uno è la consapevolezza che i pregi alimentari e salutistici dell’olio di oliva sono sempre meglio conosciuti e più largamente apprezzati, l'altro fatto è che la coltivazione dell’olivo va estendendosi nel mondo. Possiamo dedurne che i consumi complessivi aumenteranno e che su un mercato globale, maggiormente consapevole ed esigente, la competizione sarà più agguerrita.
L’Enogatronomo Luigi Veronelli nel 2001 scriveva:
“Ciascuno avverte. È in corso un epocale mutamento sociale. Coinvolge appieno l'agricoltura. Il divenire, per molti aspetti rivoluzionario, del comparto olio d'oliva è già iniziato. È sostenuto dalle persone che hanno lavorato e lavorano per la qualità e l'onestà. Con i vecchi criteri si potrebbe fare al massimo un olio onesto. Con le tecniche mirate alla qualità e non come succedeva antan (d'un tempo n.d.r) alla quantità, sarà invece possibile fare oli d'eccellenza. “
Enrico è andato a Perugia e s’è preso la Laurea in Agraria. E’ uno dei tanti giovani che hanno fatto la valigia dopo il diploma e si sono abituati a una città diversa da Lecce. Mi ha detto che è stato davvero bello stare in Umbria che c’era un contatto vivo tra studenti e professori ; mi ha detto che dopo tre anni di studi quella laurea se l’era proprio sudata. Ma poi prima della Laurea Magistrale, che vuole fare a Bologna, eccolo che s’avventura nell’estate del Salento leccese per capire cosa possano divenire le conoscenze, le ricerche e le professionalità acquisite a Perugia in questa penisola salentina che s’immerge a Sud Est del grande lago salato.
“Ma di cosa posso occuparmi nel Salento leccese?” Me lo chiede con quegli occhi di chi ha passato le insonni “Notti prima degli esami” sui libri per imparare ciò che dai nostri avi ai giorni nostri è stata l’agricoltura. I nostri avi che vivevano nell’ambiente naturale e che vedevano i nostri antichi padri intenti a cacciare e le nostre antiche madri, con i loro bambini, tutte prese nel raccogliere erbe e frutti e tra questi anche le olive.
Gli racconto che è vero quello che gli hanno detto, infatti l’olivo vegetava spontaneo circa 6.000 anni fa, nella regione compresa tra i rilievi a sud del Caucaso e ad ovest dell’altopiano iraniano, e che è altrettanto vero che a coltivarlo ci pensarono popoli semitico-camiti.
Enrico mi fa subito presente che l’Olea europaea sativa dall’Oriente raggiunse quello che Fernand Braudel chiamò, non a caso, il “mare degli oliveti”, ovvero il nostro Mediterraneo, giungendo prima in Grecia, quindi sulle coste africane e, infine, nella penisola iberica e italiana.
“Si fa presto a leggere la storia dell’olivo” , mi dice con quel suo fare di giovane fuori dagli schemi, “…ma io non posseggo nemmeno un metro quadrato di terra e soprattutto non ho a disposizione un albero di olivo…”
Già Enrico è convinto, come la maggior parte dei suoi coetanei, che per produrre olive che possono essere trasformate in olio, sia essenziale possedere un oliveto. Invece no!
Come dici? Che sono pazzo? Che è impossibile produrre olio senza essere proprietari di un oliveto? Invece è proprio come dico io! Non c’è nessuna necessità di avere la proprietà di un oliveto per produrre il tuo olio!
Lo guardo negli occhi che si sono persi in questa affermazione e gli dico che il verde del nostro bel Salento leccese è quello degli oliveti, quelli che circondano i 100 (cento) Comuni e che danno i frutti da cui si ricava il nostro pregiato olio d’oliva.
Enrico è nato e vissuto sino a 18 anni a San Cesario di Lecce e gli ricordo che nel nostro avamposto in cui l’Occidente si imbeve d’Oriente, io e lui abbiamo mangiato i cibi dei mille colori, miscela di infiniti sapori che si mischiano al profumo della natura e tutti imbevuti dell’olio d’oliva che esalta i sapori del cibo rendendolo unico.
Come dici? Non ci credi? Allora pensa a quella fetta di pane di grano cotto al forno di pietra e gustala dopo che l’hai tagliata da quella forma di pane appena uscito dal forno. Ci sei? Bene, allora adesso pensa a quella stessa fetta di pane e , insieme a me, mettici su un po’ di quell’olio del Salento leccese. L’hai fatto? Adesso mangia quel pane e poi, fammi sapere che cosa provi!
L’olio extra vergine d’oliva te l’ho dato io e questo qui non lo trovi sui banconi della grande distribuzione organizzata e soprattutto non lo trovi a al prezzo di 3 euro!
Si tratta di produrre olio d'oliva d'eccellenza da vendere a 10 Euro al litro! Enrico mi chiede come possa farlo senza un metro quadrato di terra e io gli sciorino questi dati che puoi leggere anche tu e che spero ti facciano prendere in considerazione l'idea di divenire “Produttore d'olio d'oliva d'eccellenza”.
Per prendere in affitto un ettaro di oliveto a Lecce (località Frigole) ti servono 200 euro l’anno.
Avrai 200 alberi di olivo. Ogni albero ti darà almeno 60 chili di olive. Gli alberi di leccino e di cellina ti vedranno protagonista della raccolta a partire dal primo ottobre e avrai una resa del 9 – 12% .
L'ogliarola leccese la raccoglierai invece a fine ottobre e avrai una resa dal 14 al 18%.
Enrico mi ha chiesto se deve fare tutto da solo. Io gli ho risposto che è meglio organizzarsi partendo da 4 persone che riescono a raccogliere utilizzando gli agevolatori con le reti 8 quintali di olive in sei ore.
Poi noleggi un frantoio mobile che ti lavora quegli 8 quintali di olive impiegandoci 8 ore e con una spesa di 180 euro. Oppure se il frantoiano è tuo amico ed è vicino all'oliveto che hai affittato, puoi portergli le tue olive e molirle al costo di 8 - 10 euro al quintale.
Ma c'è da tenere presente che l'oliveto va coltivato.
Ci vogliono 5 interventi con il Rame (gemma ferma gennaio; ripresa vegetativa marzo; prefioritura aprile – maggio; allegagione giugno e ingrossamento frutto luglio – agosto) quantità 2 chili e mezzo 27 euro per intervento. Quindi per i 5 interventi ci vorranno 135 euro.
5 interventi Idroflorel (titolo 35 – 5 – 8) ci vogliono 5 euro ad intervento. Quindi in totale 25 euro.
Sempre nello stesso intervento si utilizzerà Sinergon 2000 amminoacidi (azoto organico) 2 chili per ettaro 12 euro al chilo. Che per 5 interventi fanno 150 euro.
Antiparassitario per le due generazioni di tignola (antofaga e carpofaga) Pirinex ME 2 litri ad ettaro (fioritura allegagione e ingrossamento frutto) ogni intervento 2 litri al litro 13 euro. Che per 3 interventi fanno 78 euro.
Poi si dovranno acquistare 4 Agevolatori che a 1000 euro l'uno fanno 4000 euro e una Trattrice che costa 15mila euro con pompa irroratrice inclusa.
Quanto abbiamo speso in un anno?
Euro
Affitto oliveto 200
Trattamenti Rame 135
Idroflorel 25
Sinergon 2000 150
Pirinex ME 78
Frantoio mobile 1980
Totale 2568
C'è da rilevare che per il primo anno c'è da fare un investimento di 19mila euro per l'acquisto della trattrice, degli agevolatori e dell'irroratrice. Ma questo capitale rimarrà a disposizione per almeno 5 anni.
Se prevediamo una resa media del 15% e una vendita di questo olio d'oliva d'eccellenza a 10 euro al litro avremmo dai 200 olivi 1.800 litri di olio d'oliva d'eccellenza che venduto a 10 euro al litro darebbe 18mila euro.
Enrico mi guarda incredulo. Poi mi dice “si può davvero vivere affittando oliveti se poi riesci a vendere l'olio d'oliva d'eccellenza”. Io non gli rispondo, aspetto che a dirmi come stiano effettivamente le cose sia lui dopo che l'avrà fatto.
E tu? Si dico a te che mi hai letto, me lo scriverai il tuo risultato?
... dal libro delle favole!
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