domenica 6 gennaio 2013

La replica del Dottore Agronomo giornalista Donatello Sandroni

Nella foto il Dottore Agronomo Donatello Sandroni


Caro Antonio, è sempre un piacere per un giornalista aver stimolato dibattiti. Ho letto il botta e risposta e devo dire che del mio articolo è sfuggita un aspetto fondamentale: non vi è la negazione degli impatti, del calo di biodiversità e del costo ambientale che l'agricoltura moderna implica. Vi è semmai l'accusa a una popolazione aliena all'agricoltura stessa di aver dapprima creato stili di vita del tutto insostenibili e poi di aver girato il dito accusatore sugli agricoltori che quegli usi insostenibili son stati chiamati a... sostenere. Oltre che laureato in Scienze Agrarie, ho un dottorato in ecotossicologia e ho fatto dello studio del destino, comportamento e pericolosità ambientale delle sostanze chimiche una buona parte del mio bagaglio culturale e professionale. Per questo quando sento tuonare contro i pesticidi, magari citando "La primavera silenziosa" degli Anni 60, quando si usava DDT e parathion, non riesco a trattenermi. Ciò accade pure quando vedo pubblicare report allarmistici sui "pesticidi nel piatto" che certe associazioni ambientaliste propinano come Al Qaeda propina bombe. Idem quando discuto con biologici, biodinamici e "naturisti" che producono cibi del cui contenuto tossico naturale o non sanno nulla o si ostinano a far finta di non sapere nulla. Concordo pienamente sul suo auspicio al controllo diretto delle pratiche di difesa e agronomiche in generale da parte degli agronomi. Ciò innalzerebbe molto il livello professionale delle aziende agricole, nelle quali verrebbe magari apportato anche un po' di quel approccio olistico che prevede anche la presenza di siepi, l'interramento di sarmenti e l'uso maggiore di inerbimento e sostanza organica. Concordo meno nell'abbinare i "chimici" con i piromani. Ecco, questo l'ho trovato assolutamente fuori dalle righe e intriso più di ideologia che di competenza agronomica. Cordialità, Donatello.

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