Il termine “Aree Agricole ad Alto Valore Naturale
(High Nature Value Farmland – HNVF) è stato usato per le prime volte agli inizi
degli anni ’90 (Baldock et al. 1993;
Beaufoy et al. 1994) per indicare sistemi agricoli a basso impatto ambientale,
associati ad alti livelli di biodiversità.
Il concetto si è poi evoluto (Andersen et al.
2003), comprendendo aree che abbiano un elevato livello di biodiversità e anche
una presenza di specie da tutelare di particolare interesse per l’Europa. Da
ciò il fatto che le HNVF si sovrappongono sia alle aree agricole ad elevato
valore di biodiversità (identificabili in base al CORINE Land Cover), ma anche
ad aree produttive con un importante retaggio culturale riconosciuto dalla
popolazione locale e quindi con un valore determinante e importante per la
storia del territorio e per la sua valorizzazione.
Sulla base di una prima ricognizione effettuata
utilizzando CORINE Land Cover, furono identificate alcune aree a potenziale eleggibilità
in quanto HNVF. Le aree identificate presentano:
1) aree agricole parzialmente seminaturali
caratterizzate da un’agricoltura di tipo prettamente “estensivo” come pascoli e
prati permanenti e aree comprendenti particolari elementi strutturali quali
siepi, fasce inerbite;
2) i seminativi non irrigui ricedenti in siti
Natura 2000 in quanto habitat seminaturali e habitat di specie;
Rientrano in questo contesto molte delle aree
rurali che ricadono all’interno delle aree protette, della Rete Natura 2000 e
gran parte delle aree agricole montane e marginali.
In Puglia, in base a questa prima analisi, furono
identificate alcune categorie di aree agricole, naturali e umide che assommano
a 573.332,33 ettari e rappresentano il 29,62 % circa della superficie
regionale.
A queste aree si potrebbe aggiungere anche la
categoria degli oliveti però soltanto per quanto riguarda la parte
corrispondente agli oliveti secolari monumentali. Gli oliveti secolari
monumentali caratterizzano fortemente la nostra regione dal punto di vista
paesaggistico, conservano una livello di biodiversità elevato a causa delle
loro caratteristiche strutturali e sono gestiti in modo estremamente estensivo,
hanno in sé un elevato retaggio culturale e sono estremamente importanti per la
storia del territorio e pertanto per la sua valorizzazione.
La presenza diffusa di alberi di olivo molto
antichi e monumentali che caratterizzano il paesaggio è una peculiarità
dell’olivicoltura nel bacino del Mediterraneo. Quindi, anche a livello UE e a
livello extra-UE gli oliveti monumentali non solo sono tra le aree agricole con
un più alto livello di biodiversità, ma anche tra quelle che detengono un
importante retaggio culturale ed un valore sociale riconosciuto dalle
popolazioni locali. Questo scenario ha fatto sì che nell’ambito del progetto
LIFE+ Cent.Oli.Med. (LIFE 07 NAT/IT/000450) sotto la guida del MATTM e la
collaborazione del MiPAAF, alcuni tra gli Stati maggiori produttori di olio e
di olive dell’area mediterranea (Italia, Grecia, Spagna, Portogallo, Tunisia e
Libano) siano giunti ad una definizione condivisa degli oliveti monumentali
come HNVF e alla redazione di un approccio multi-scala e multi-livello per la
conservazione degli oliveti secolari nella regione euro-mediterranea (La Posta
A. et al., 2012).
La Regione Puglia, già dal 2007 con la legge
regionale 14 del 2007 è stata pioniera nell’identificare negli olivi ed oliveti
monumentali un elemento di forza per l’attivazione di processi integrati per
uno sviluppo rurale sostenibile basato sulle risorse territoriali. Come tale
nell’ambito del processo di redazione di questo “Piano d’Azione
Euro-Mediterraneo” è stata oggetto di molta attenzione.
Attualmente l’azione di valorizzazione di questi
importanti elementi del territorio pugliese parte dall’attuazione di un
attività di censimento a carico degli olivi monumentali presenti sul territorio
con finalità di conservazione e valorizzazione del contesti territoriali in cui
questi sono presenti.
Ulteriori elementi a sostegno degli oliveti
secolari tradizionali sono stati attivati nell’ambito delle misure del PSR
Puglia 2007-13, per le quali si è deciso
di attribuire a queste aree agricole un maggior punteggio di partenza
finalizzato a facilitare l’accesso alla graduatoria per l’ottenimento dei
contributi in relazione ad alcune misure di specifica valenza paesaggistica e
territoriale.
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