Zigolo
dolce
Cyperus esculentus L.
Famiglia
Cyperaceae
Etimologia
Il genere Cyperus deve il suo nome al latino “cypèros”, derivato dal greco “Kyperos” o “Kypeiros” termine con cui si indicava
proprio il Cyperus esculentus L. Qualcuno vuole assimilare l’origine al latino “Cypris”, Venere, ed altri ad un antico
termine che designava un grande vaso concavo o una pentola di terracotta. Nel
primo caso per presunte proprietà afrodisiache di una particolare specie, nel
secondo a causa della forme dei rizomi d’un’altra.
Descrizione: fusto
eretto, trigono, robusto, alto fino a 40 cm, con foglie tutte basali, rigide,
di colore verde chiaro; rispetto ai cìperi spontanei da noi, l’esculèntus si
distingue facilmente per la presenza di tuberetti radicali, grandi poco meno di
una nocciola, localizzati alla fine delle radici, che si evidenziano estraendo
con cautela l’apparato radicale dal terreno. E’ proprio attraverso questi
organi che la pianta riesce a moltiplicarsi e ad espandersi velocemente: grazie
alle correnti di piena e le esondazione dei fiumi, che sconvolgono il fondo ghiaioso-sabbioso,
i tuberetti sono trasportati e deposti sempre più a valle, così come a ciò
contribuiscono i movimenti di terra e di ghiaia delle numerose cave. Dalle
prime osservazioni fatte sembra che la pianta, alle nostre latitudini, non
riesca a maturare gli acheni (frutti con un solo seme), nonostante fiorisca
regolarmente, e ciò se da un lato conferma l’origine esotica della specie di
cui stiamo trattando, d’altro non rassicura più di tanto in merito alla
capacità di diffusione e d’insediamento. Basta un solo piccolo tubero in un
terreno per far sì che in pochi anni già si notino larghe chiazze d’infestazione.
La famiglia delle Cyperaceae consta di circa 4.000
specie. Al genere Cyperus sono oggi attribuite da 500 a 700 specie (proprie per
lo più delle regioni tropicali); la più famosa è il Cyperus papyrus, il papiro egiziano (localizzato
nel nostro paese in Sicilia presso Siracusa), altre, coltivate sono il Cyperus alternifòlius (falso papiro), Cyperus diffusus, Cyperus
viviparus, apprezzate ornamentali.
Distribuzione e habitat: è specie a distribuzione
subcosmopolita tropica e sub-tropicale, diffusa in gran parte delle pianure e
delle basse coste delle regioni italiane. Da alcuni decenni in espansione lungo
le golene dei fiumi e anche infestante delle colture estive. E’ pianta
coltivata su vasta scala in Spagna con nome di Chufa per ottenerne una bevanda
assai apprezzata (Horchata de chufa).
Parti utili: i
piccoli tuberi
Curiosita’:
sembra accertato che i tuberi della pianta furono rinvenuti in tombe egiziane
della XII^ dinastia, databile intorno al 2000 avanti Cristo. E’ verosimile che
questo particolare cibo, come altri, avesse lo scopo di accompagnare il defunto
nel suo viaggio nell’aldilà. Il Saccardo (Cronologia della flora italiana, 1909)
inserisce il Cyperus esculentus nell’elenco delle piante “classiche”,
ossia già note all’epoca romana. In molte regioni meridionali dove questa
erbacea è diffusa, fin dai tempi remoti i piccoli tuberi sono noti ed
apprezzati; costituiscono per i contadini siciliani una vera leccornia,
consumati previa tostatura, oppure freschi o pestati in acqua per ottenere una
bibita rinfrescante simile all’orzata di mandorla.
Periodo di raccolta: autunno
Impieghi in cucina: in particolare alcune varietà sono tutt’oggi oggetto di
coltivazione. Il prodotto ottenuto, oltre che per il consumo diretto, era
venduto ad alcune pasticcerie che lo impiegavano come surrogato delle nocciole,
dopo sbucciatura e arrostimento. Coltivazioni di Cipero si incontrano in
diversi paesi del mondo (Egitto, Spagna, Belgio, Russia, Stati Uniti, ecc.) per
fornire le industrie che ne ricavano amido, olio e zucchero. In Algeria si
estrae la farina chiamata “juifs” e la adoperano per ottenere un
pane caratteristico. Un tempo, specialmente nei periodi di carestia, la pianta
doveva certo essere più diffusa. In anni passati i tuberi si torrefacevano, per
impiegarli, come la radice di cicoria, a surrogare il caffè, oppure consumati
crudi, lessati o abbrustoliti. Si ha notizia che anche nei dintorni di Cremona,
presso Spinadesco, il Cyperus esculentus fu coltivato per alcuni anni
intorno al 1940 su 150-200 pertiche. I tuberetti dovevano sostituire le
nocciole nella preparazione del tipico dolce locale, il torrone. Nello stesso
periodo sembra che in qualche località del bresciano la pianta fosse coltivata
in alcuni orti e lungo qualche proda appositamente preparata lungo i filari di
gelsi. Notevoli sono i contenuti in fecola (20-30 %) dei tuberi, che forniscono
inoltre zucchero (12-25%) e un olio eccellente (14-30%), simile dal punto di
vista organolettico e qualitativo, rispettivamente a quello di mandorle dolci e
di oliva.
Ricette:
L’horchata de chufa, tipica
bevanda dissetante spagnola
Ingredienti: 500 grammi di tuberetti di Cyperus esculentus, 450 grammi di zucchero, due
litri di acqua
1. lavare più volte i tuberetti in acque diverse e
infine metterli a bagno per 12 ore.
2. rilavare e sgocciolare bene.
3. schiacciarli poi in un mortaio fino a ridurli in
poltiglia.
4. aggiungere i due litri d’acqua e lasciare al fresco
per circa 3 ore.
5. passare al setaccio premendo bene per estrarre tutto
il succo;
6. aggiungere lentamente lo zucchero, senza mescolare,
quando sarà sciolto si filtra con una tela od un colino fine ottenendo così l’horchata.
7. lasciare l’horchata in frigorifero e si passa nel
freezer per servire quasi ghiacciata.
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