Analisi dell’emergenza Xylella e delle sue conseguenze
Antonio Bruno, Dottore Agronomo esperto in diagnostica
urbana e territoriale, formatore e giornalista pubblicista divulgatore
scientifico
Premessa
L’emergenza
causata dalla Xylella fastidiosa ha avuto un impatto devastante sul paesaggio e
sull'economia rurale del Salento. Dati impressionanti come i 21 milioni di
ulivi morti o eradicati, la riduzione dell'80% della produzione di olio
salentino e un calo del 50% della produzione nazionale riflettono una crisi
profonda. Inoltre, l’incremento dell’inquinamento atmosferico dell'8% negli
ultimi cinque anni evidenzia le conseguenze ambientali di questa tragedia
agricola.
Impatto ambientale e perdita della capacità di
sequestro della CO2
L'ulivo è
una pianta con una straordinaria capacità di assorbire anidride carbonica.
Secondo la letteratura scientifica, un ettaro di uliveto è in grado di
assorbire in media tra le 5 e le 10 tonnellate di CO2 all'anno (Fonti: WWF,
FAO). Con la perdita di 21 milioni di alberi, stimando una media conservativa
di 5 tonnellate di CO2 assorbite per ettaro e un rapporto di circa 100 ulivi
per ettaro, il Salento ha perso la capacità di sottrarre dall'atmosfera circa 1
milione di tonnellate di CO2 all'anno. Questa cifra contribuisce a spiegare
l'aumento dell'8% del tasso di inquinamento locale, peggiorando ulteriormente
le condizioni ambientali.
Impatto economico e sociale
La
distruzione di un patrimonio agricolo che rappresentava non solo un pilastro
dell’economia locale, ma anche una parte significativa dell’identità culturale
del Salento, ha lasciato un vuoto difficile da colmare.
Il tentativo di rinascita con cultivar resistenti
Progetti
come “Olivami” e il recente spin-off “Carborea” stanno cercando di invertire la
tendenza puntando su varietà resistenti alla Xylella, come Favolosa, Leccino,
Lecciana e Leccio del Corno. Queste iniziative hanno portato all'adozione di
30.000 ulivi e alla riforestazione di 170 ettari di terreno, supportando 300
agricoltori locali ricordiamo che la superficie della coltivazione dell’olivo
nel Salento leccese era di circa 100mila ettari. E’ evidente che questa
iniziativa ha interessato la rigenerazione di una superficie infinitamente più
piccola.
Nonostante
l'impegno, i numeri indicano che siamo ancora lontani dal ripristinare il
paesaggio pre-crisi. Considerando che prima dell'emergenza vi erano quasi
100mila ettari coltivati a ulivi, la velocità e la scala delle riforestazioni
attuali sono insufficienti per recuperare l'equilibrio ambientale ed economico.
Impossibilità di una completa rigenerazione del
paesaggio rurale
Le sfide di
rigenerazione del paesaggio rurale del Salento attraverso la sola
riforestazione con varietà resistenti sono significative:
- Limiti temporali: Gli ulivi richiedono decenni
per raggiungere la maturità e sviluppare la stessa capacità di
assorbimento della CO2 delle piante secolari distrutte.
- Perdita di biodiversità: La sostituzione di piante
autoctone con nuove varietà, seppur resistenti, non garantisce il ripristino
della biodiversità originaria, compromettendo l'ecosistema.
- Costi economici: Il costo di riforestare
milioni di ettari è proibitivo, specialmente per gli agricoltori già
colpiti dalla crisi.
- Cambio climatico: La progressione dei
cambiamenti climatici potrebbe ostacolare la crescita delle nuove piante,
rendendo ancora più difficile il recupero.
Conclusione
Nonostante
gli sforzi encomiabili di associazioni come Olivami e iniziative aziendali come
quella di ItalCredi, è evidente che la rigenerazione completa del paesaggio
rurale del Salento non è possibile attraverso questa via. È necessaria una
strategia integrata che includa ricerca scientifica per il controllo della
Xylella, supporto economico strutturale agli agricoltori, e interventi di
riforestazione su scala nazionale.
Bibliografia
- WWF. "Foreste e
cambiamenti climatici". [Online]
- FAO. "The State of the
World’s Forests". [Online]
- Olivami. "Progetti di
riforestazione e adozione di ulivi resistenti". [Online]
- Ministero dell'Agricoltura,
Italia. "Rapporti sull'impatto della Xylella fastidiosa".
[Online]
- Carborea. "Emissioni di
CO2 e certificazioni ambientali". [Online]
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