domenica 5 gennaio 2025

Rigenerazione del paesaggio rurale: un volano per lo sviluppo territoriale

 


Rigenerazione del paesaggio rurale: un volano per lo sviluppo territoriale

Questo saggio è conseguenza delle criticità evidenziate da quanto riportato da Alessandra Lupo e Donato Nuzzaci nei loro articoli pubblicati a pagina 2 da Nuovo Quotidiano di Puglia del 6 gennaio 2025.  

La rigenerazione del paesaggio rurale, associata alla valorizzazione delle produzioni agroalimentari locali e alla crescita del comparto agricolo, rappresenta una delle strategie più efficaci per rilanciare il territorio pugliese. Tale approccio non solo promuove lo sviluppo economico, ma contribuisce alla conservazione delle tradizioni culturali, al rispetto ambientale e al rafforzamento delle dinamiche sociali e turistiche. In questo saggio, alla luce di studi recenti, si confuta la visione frammentata e scoraggiante del testo proposto, offrendo un'analisi critica e costruttiva che dimostra come una pianificazione integrata possa superare gli ostacoli esistenti e trasformare la crisi in opportunità.

Il paesaggio pugliese e la sfida della Xylella fastidiosa

Il paesaggio agricolo pugliese ha subito una grave crisi a causa della Xylella fastidiosa, che ha compromesso la coltivazione dell'olivo, simbolo della regione. Tuttavia, l'idea che "la frammentazione del paesaggio abbia superato quella delle proprietà" è riduttiva e non considera le opportunità di rigenerazione. Studi come quello di Figueiredo et al. (2019) dimostrano che la transizione verso colture resistenti, accompagnata da interventi di riforestazione e diversificazione, può trasformare un disastro in un modello di sviluppo sostenibile. Ad esempio, l'introduzione di colture alternative come mandorlo, melograno e pistacchio è un passo avanti verso la resilienza agricola.

La polverizzazione delle proprietà: un limite superabile

Il testo evidenzia la polverizzazione delle proprietà agricole come un ostacolo insormontabile. Tuttavia, esperienze internazionali, come il caso del "land consolidation" in Danimarca (Hartvigsen, 2014), dimostrano che è possibile aggregare piccole proprietà attraverso consorzi agricoli e cooperative, aumentando la competitività e la capacità di accedere ai finanziamenti. La frammentazione può essere superata con un'azione concertata tra istituzioni, associazioni di categoria e professionisti del settore agricolo.

In particolare, questo limite potrebbe essere superato attraverso l'istituzione di un organismo pubblico che prenda in gestione e organizzi le piccole proprietà, producendo di fatto un accorpamento gestionale. Una volta rigenerate, tali proprietà potranno essere riconsegnate ai piccoli proprietari, che avranno la libertà di scegliere se continuare a gestirle individualmente o in forma associata, creando così un sistema flessibile e partecipativo.

La necessità di una visione integrata

L'assenza di una visione politica è un punto debole sottolineato nel testo, ma è importante proporre soluzioni pratiche. Una pianificazione territoriale integrata, come suggerito da Piorr et al. (2018), combina la tutela del paesaggio con la valorizzazione economica e sociale. La rigenerazione agricola non può essere demandata al singolo agricoltore; è necessario un piano di sviluppo a scala vasta, supportato da una "governance multilivello" che coinvolga tutti gli attori del territorio.

Un esempio concreto di approccio integrato è fornito dallo studio di Confindustria Lecce, che evidenzia come il territorio salentino, pur avendo una vocazione turistica legata alla fruizione balneare e culturale dei suoi 100 borghi ricchi di emergenze artistico-architettoniche, soffra di criticità nello sviluppo. In questo contesto, il paesaggio rurale è parte integrante della realtà territoriale, ma i proprietari, sia piccoli che grandi, rimangono paralizzati a causa della polverizzazione delle proprietà e della dipendenza dalla rendita agraria derivante dalle rimesse dei cittadini. Tale immobilismo impedisce la rigenerazione necessaria. L'organismo pubblico proposto sarebbe in grado di superare tali criticità, consentendo una gestione unitaria e una valorizzazione integrata del territorio.

La necessità di un organismo dedicato

Per tradurre in realtà la rigenerazione del paesaggio è fondamentale istituire un organismo pubblico dedicato, capace di realizzare interventi su larga scala utilizzando risorse pubbliche provenienti dai cittadini di Puglia, Italia ed Europa. Questo ente avrebbe il compito di coordinare le attività di rigenerazione, dal recupero delle aree agricole abbandonate alla riforestazione, passando per la promozione delle colture resistenti e l'infrastrutturazione idrica. Una volta rigenerato il paesaggio, l'organismo potrebbe trasferire le aree riqualificate a operatori privati selezionati attraverso bandi trasparenti, garantendo così una gestione efficiente e sostenibile nel lungo periodo.

Maggiore efficienza nella gestione dei fondi pubblici

Un ulteriore vantaggio dell'istituzione di un organismo pubblico dedicato è la maggiore efficienza nella gestione dei fondi pubblici. Centralizzando le risorse in un'unica entità organizzata, si potrebbe garantire una trasparenza e una rendicontazione puntuale e tempestiva, riducendo al minimo i ritardi e le inefficienze che spesso caratterizzano l'erogazione di fondi alle medie e grandi imprese agricole. Queste ultime, infatti, non sempre dispongono di una struttura organizzativa adeguata per gestire in modo ottimale i finanziamenti. Un esempio pratico di questa efficacia si trova nell'analisi del "Rural Development Programme" dell'Unione Europea (European Commission, 2020), che ha dimostrato come la gestione centralizzata da parte di organismi pubblici con chiari obiettivi e strumenti di monitoraggio abbia portato a una riduzione significativa dei tempi di erogazione e a un aumento dell'efficacia degli interventi. Questo approccio conferma che un organismo pubblico potrebbe assicurare una supervisione rigorosa e una distribuzione equa e strategica delle risorse.

Un organismo tecnico e specializzato

L'organismo pubblico dedicato sarebbe squisitamente tecnico e composto esclusivamente da Dottori Agronomi e Forestali, Periti Agrari ed Agrotecnici. Questo garantirebbe un'elevata competenza tecnica e scientifica nella pianificazione e realizzazione degli interventi, assicurando che le risorse pubbliche siano utilizzate in modo ottimale e che ogni decisione sia basata su conoscenze approfondite del territorio e delle sue dinamiche agro-ambientali.

L'importanza del capitale umano

Un elemento centrale della proposta è l'investimento nelle competenze di professionisti come agronomi, forestali e periti agrari. Come evidenziato da Tilman et al. (2017), l'innovazione agricola è strettamente legata alla formazione tecnica e scientifica. In Puglia, il potenziale di questi professionisti rimane in gran parte inutilizzato a causa della mancanza di una realtà produttiva dinamica. Creare condizioni favorevoli per il loro impiego significa trasformare il settore agricolo in un motore di innovazione.

La gestione dei fondi pubblici e la sburocratizzazione

Il testo lamenta ritardi nella gestione dei fondi per la rigenerazione agricola. Questo problema può essere affrontato con una semplificazione burocratica e una maggiore trasparenza nella distribuzione delle risorse. Come evidenziato nel "Rural Development Programme" dell'Unione Europea, la centralizzazione della gestione dei fondi in organismi dedicati con chiari obiettivi e strumenti di monitoraggio ha permesso in diversi casi di ridurre significativamente i tempi di erogazione e migliorare l'efficacia degli interventi (European Commission, 2020). Esempi virtuosi come il "Rural Development Programme" dell'UE mostrano che una gestione efficace dei fondi è possibile quando esistono piani chiari e obiettivi misurabili.

La complementarietà tra agricoltura e turismo

L'integrazione tra agricoltura e turismo rappresenta una straordinaria opportunità per il Salento. Secondo Lane e Kastenholz (2015), l'agriturismo è una strategia vincente per diversificare l'economia rurale, valorizzando il patrimonio culturale e naturale. La creazione di itinerari enogastronomici e percorsi turistici nei paesaggi rigenerati può attirare nuovi segmenti di visitatori e aumentare i redditi locali.

Conclusione

La rigenerazione del paesaggio rurale pugliese richiede una visione strategica e un impegno condiviso tra istituzioni, imprenditori e comunità locali. Superare la frammentazione delle proprietà e il ritardo burocratico non è un'utopia, ma un obiettivo raggiungibile attraverso la concertazione, l'innovazione e l'investimento nel capitale umano. Come suggerisce l'analisi scientifica, il futuro del territorio pugliese dipende dalla capacità di integrare le attività agricole con nuove funzioni economiche, turistiche e sociali. La crisi generata dalla Xylella può diventare un punto di partenza per un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo, trasformando il Salento in un laboratorio di rigenerazione territoriale.

 

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