Rigenerazione del paesaggio rurale: un volano per lo
sviluppo territoriale
Questo
saggio è conseguenza delle criticità evidenziate da quanto riportato da
Alessandra Lupo e Donato Nuzzaci nei loro articoli pubblicati a pagina 2 da
Nuovo Quotidiano di Puglia del 6 gennaio 2025.
La
rigenerazione del paesaggio rurale, associata alla valorizzazione delle
produzioni agroalimentari locali e alla crescita del comparto agricolo,
rappresenta una delle strategie più efficaci per rilanciare il territorio
pugliese. Tale approccio non solo promuove lo sviluppo economico, ma
contribuisce alla conservazione delle tradizioni culturali, al rispetto
ambientale e al rafforzamento delle dinamiche sociali e turistiche. In questo
saggio, alla luce di studi recenti, si confuta la visione frammentata e
scoraggiante del testo proposto, offrendo un'analisi critica e costruttiva che
dimostra come una pianificazione integrata possa superare gli ostacoli
esistenti e trasformare la crisi in opportunità.
Il paesaggio pugliese e la sfida della Xylella
fastidiosa
Il paesaggio
agricolo pugliese ha subito una grave crisi a causa della Xylella fastidiosa,
che ha compromesso la coltivazione dell'olivo, simbolo della regione. Tuttavia,
l'idea che "la frammentazione del paesaggio abbia superato quella delle
proprietà" è riduttiva e non considera le opportunità di rigenerazione.
Studi come quello di Figueiredo et al. (2019) dimostrano che la transizione
verso colture resistenti, accompagnata da interventi di riforestazione e
diversificazione, può trasformare un disastro in un modello di sviluppo
sostenibile. Ad esempio, l'introduzione di colture alternative come mandorlo,
melograno e pistacchio è un passo avanti verso la resilienza agricola.
La polverizzazione delle proprietà: un limite
superabile
Il testo
evidenzia la polverizzazione delle proprietà agricole come un ostacolo insormontabile.
Tuttavia, esperienze internazionali, come il caso del "land
consolidation" in Danimarca (Hartvigsen, 2014), dimostrano che è possibile
aggregare piccole proprietà attraverso consorzi agricoli e cooperative,
aumentando la competitività e la capacità di accedere ai finanziamenti. La
frammentazione può essere superata con un'azione concertata tra istituzioni,
associazioni di categoria e professionisti del settore agricolo.
In
particolare, questo limite potrebbe essere superato attraverso l'istituzione di
un organismo pubblico che prenda in gestione e organizzi le piccole proprietà,
producendo di fatto un accorpamento gestionale. Una volta rigenerate, tali
proprietà potranno essere riconsegnate ai piccoli proprietari, che avranno la
libertà di scegliere se continuare a gestirle individualmente o in forma
associata, creando così un sistema flessibile e partecipativo.
La necessità di una visione integrata
L'assenza di
una visione politica è un punto debole sottolineato nel testo, ma è importante
proporre soluzioni pratiche. Una pianificazione territoriale integrata, come
suggerito da Piorr et al. (2018), combina la tutela del paesaggio con la
valorizzazione economica e sociale. La rigenerazione agricola non può essere
demandata al singolo agricoltore; è necessario un piano di sviluppo a scala
vasta, supportato da una "governance multilivello" che coinvolga
tutti gli attori del territorio.
Un esempio
concreto di approccio integrato è fornito dallo studio di Confindustria Lecce,
che evidenzia come il territorio salentino, pur avendo una vocazione turistica
legata alla fruizione balneare e culturale dei suoi 100 borghi ricchi di
emergenze artistico-architettoniche, soffra di criticità nello sviluppo. In
questo contesto, il paesaggio rurale è parte integrante della realtà
territoriale, ma i proprietari, sia piccoli che grandi, rimangono paralizzati a
causa della polverizzazione delle proprietà e della dipendenza dalla rendita
agraria derivante dalle rimesse dei cittadini. Tale immobilismo impedisce la
rigenerazione necessaria. L'organismo pubblico proposto sarebbe in grado di
superare tali criticità, consentendo una gestione unitaria e una valorizzazione
integrata del territorio.
La necessità di un organismo dedicato
Per tradurre
in realtà la rigenerazione del paesaggio è fondamentale istituire un organismo
pubblico dedicato, capace di realizzare interventi su larga scala utilizzando
risorse pubbliche provenienti dai cittadini di Puglia, Italia ed Europa. Questo
ente avrebbe il compito di coordinare le attività di rigenerazione, dal
recupero delle aree agricole abbandonate alla riforestazione, passando per la
promozione delle colture resistenti e l'infrastrutturazione idrica. Una volta
rigenerato il paesaggio, l'organismo potrebbe trasferire le aree riqualificate
a operatori privati selezionati attraverso bandi trasparenti, garantendo così
una gestione efficiente e sostenibile nel lungo periodo.
Maggiore efficienza nella gestione dei fondi pubblici
Un ulteriore
vantaggio dell'istituzione di un organismo pubblico dedicato è la maggiore
efficienza nella gestione dei fondi pubblici. Centralizzando le risorse in
un'unica entità organizzata, si potrebbe garantire una trasparenza e una
rendicontazione puntuale e tempestiva, riducendo al minimo i ritardi e le
inefficienze che spesso caratterizzano l'erogazione di fondi alle medie e
grandi imprese agricole. Queste ultime, infatti, non sempre dispongono di una
struttura organizzativa adeguata per gestire in modo ottimale i finanziamenti.
Un esempio pratico di questa efficacia si trova nell'analisi del "Rural
Development Programme" dell'Unione Europea (European Commission, 2020),
che ha dimostrato come la gestione centralizzata da parte di organismi pubblici
con chiari obiettivi e strumenti di monitoraggio abbia portato a una riduzione
significativa dei tempi di erogazione e a un aumento dell'efficacia degli
interventi. Questo approccio conferma che un organismo pubblico potrebbe
assicurare una supervisione rigorosa e una distribuzione equa e strategica
delle risorse.
Un organismo tecnico e specializzato
L'organismo
pubblico dedicato sarebbe squisitamente tecnico e composto esclusivamente da
Dottori Agronomi e Forestali, Periti Agrari ed Agrotecnici. Questo garantirebbe
un'elevata competenza tecnica e scientifica nella pianificazione e
realizzazione degli interventi, assicurando che le risorse pubbliche siano
utilizzate in modo ottimale e che ogni decisione sia basata su conoscenze
approfondite del territorio e delle sue dinamiche agro-ambientali.
L'importanza del capitale umano
Un elemento
centrale della proposta è l'investimento nelle competenze di professionisti
come agronomi, forestali e periti agrari. Come evidenziato da Tilman et al.
(2017), l'innovazione agricola è strettamente legata alla formazione tecnica e
scientifica. In Puglia, il potenziale di questi professionisti rimane in gran
parte inutilizzato a causa della mancanza di una realtà produttiva dinamica.
Creare condizioni favorevoli per il loro impiego significa trasformare il
settore agricolo in un motore di innovazione.
La gestione dei fondi pubblici e la sburocratizzazione
Il testo
lamenta ritardi nella gestione dei fondi per la rigenerazione agricola. Questo
problema può essere affrontato con una semplificazione burocratica e una
maggiore trasparenza nella distribuzione delle risorse. Come evidenziato nel
"Rural Development Programme" dell'Unione Europea, la
centralizzazione della gestione dei fondi in organismi dedicati con chiari
obiettivi e strumenti di monitoraggio ha permesso in diversi casi di ridurre
significativamente i tempi di erogazione e migliorare l'efficacia degli
interventi (European Commission, 2020). Esempi virtuosi come il "Rural
Development Programme" dell'UE mostrano che una gestione efficace dei
fondi è possibile quando esistono piani chiari e obiettivi misurabili.
La complementarietà tra agricoltura e turismo
L'integrazione
tra agricoltura e turismo rappresenta una straordinaria opportunità per il
Salento. Secondo Lane e Kastenholz (2015), l'agriturismo è una strategia
vincente per diversificare l'economia rurale, valorizzando il patrimonio
culturale e naturale. La creazione di itinerari enogastronomici e percorsi
turistici nei paesaggi rigenerati può attirare nuovi segmenti di visitatori e
aumentare i redditi locali.
Conclusione
La
rigenerazione del paesaggio rurale pugliese richiede una visione strategica e
un impegno condiviso tra istituzioni, imprenditori e comunità locali. Superare
la frammentazione delle proprietà e il ritardo burocratico non è un'utopia, ma
un obiettivo raggiungibile attraverso la concertazione, l'innovazione e
l'investimento nel capitale umano. Come suggerisce l'analisi scientifica, il
futuro del territorio pugliese dipende dalla capacità di integrare le attività
agricole con nuove funzioni economiche, turistiche e sociali. La crisi generata
dalla Xylella può diventare un punto di partenza per un modello di sviluppo
sostenibile e inclusivo, trasformando il Salento in un laboratorio di
rigenerazione territoriale.
Nessun commento:
Posta un commento