sabato 25 gennaio 2025

Ugo Mellone: La Fotografia come Gesto Etico e Celebrazione della Natura

 


Ugo Mellone: La Fotografia come Gesto Etico e Celebrazione della Natura

Ugo Mellone, nato a Lecce nel 1983, è oggi uno dei fotoreporter ambientali più apprezzati al mondo. Dal 2008 vive in Spagna, tra Alicante e Granada, dove ha trovato la sua dimensione ideale tra studio, natura e fotografia. La sua carriera inizia con un dottorato di ricerca sulle migrazioni dei rapaci e si evolve nel 2014, quando decide di dedicarsi completamente alla fotografia e alla consulenza per documentari.

La sua passione per la natura, sbocciata a sedici anni, non è mai stata separata dalla fotografia. «Fotografo quello che studio e studio quello che fotografo. Sono esattamente dove avrei voluto essere», racconta Mellone. Questo intreccio tra scienza e arte lo ha portato a ottenere importanti riconoscimenti, tra cui un premio di categoria al Wildlife Photographer of the Year (2015) con la straordinaria immagine di una farfalla intrappolata in una crosta di sale, e il National Geographic Covid Emergency Fund (2021).

Attualmente, Mellone espone le sue opere nella mostra Il Paese della Biodiversità, organizzata da National Geographic Italia e il National Biodiversity Future Center presso il CNR di Roma (visitabile fino al 30 aprile). È un evento unico, pensato per sensibilizzare soprattutto le nuove generazioni sulla bellezza e sull'importanza della biodiversità.

La biodiversità italiana: un tesoro da proteggere
Interrogato sui luoghi che più rappresentano la wilderness in Italia, Mellone cita il Pollino e il suo Giardino degli Dei, un luogo dove ha immortalato il pino loricato Italus, l’albero europeo più antico, con un’età accertata di circa 1.230 anni. Tuttavia, Mellone esprime preoccupazione per la sua Puglia, una regione fortemente segnata dallo sfruttamento del suolo e dalla crisi legata alla xylella.

Secondo Mellone, la pandemia di xylella dovrebbe spingere a ripensare il rapporto con l’ambiente e incentivare la riforestazione che tenga conto della biodiversità. «Purtroppo, si tende a ricorrere a monocolture resistenti al batterio, perdendo l’occasione di cambiare strada», osserva con rammarico.

L’attesa e la resilienza della natura
Il lavoro di Ugo Mellone è caratterizzato da lunghi periodi di attesa e immersione nella natura. Le settimane trascorse nel Sahara, in attesa delle gazzelle di Cuvier, sono tra le esperienze più memorabili: «Lì ti rendi conto che le cose della vita urbana non servono a niente. Un filo d’erba nel deserto può significare tutto».

D’altro canto, Mellone ricorda con ironia l’esperienza in Grecia, dove, durante una spedizione per fotografare le foche monache, ha dovuto condividere l’isola con una colonia di ratti che danneggiavano le scorte d’acqua. Nonostante le difficoltà, il risultato è sempre lo stesso: foto di rara bellezza e autenticità.

Fotografare per ispirare
Il desiderio di Mellone è che il suo lavoro contribuisca a sensibilizzare il pubblico sull’importanza della biodiversità. «La soddisfazione più grande è trascorrere il mio tempo nella natura, essere testimone di scene che pochissime persone al mondo possono vedere. Quando un evento atteso per giorni si materializza, tutto trova il suo posto nel mondo».

Con la sua fotografia, Ugo Mellone non si limita a catturare immagini: crea un dialogo tra l’uomo e la natura, invitandoci a riflettere sul nostro rapporto con il pianeta e sulle scelte etiche che possiamo compiere per proteggerlo.

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