Una fresatura a febbraio – marzo per controllare la sputacchina
(Philaenus spumarius L.) l'unica specie, diffusa nelle aree infette del
Salento, per la quale è stata dimostrata la capacità di trasmettere il batterio
“XYLELLA FASTIDIOSA subspecie pauca ceppo CoDiRO
Alcuni scienziati hanno osservato che alberi di olivo
infettati dalla Sputacchina (Philaenus spumarius L.) poi riescono a guarire
dall’infezione del batterio.
Penso che la “call
pubblic” dell’Assessore Regionale Loredana Capone che chiama a raccolta tutte
le competenze possibili dal mondo della ricerca internazionale per fronteggiare
l’emergenza xylella fastidiosa dovrà contenere una ricerca sui motivi che rendono
alcuni olivi resistenti all’infezione anche dopo il contagio ad opera delle
sputacchine.
Interessante anche gli accorgimenti agronomici da adottare
per fare in modo che le sputacchine non giungano nel mese di aprile sugli
olivi.
Come noto le femmine della sputacchina (Philaenus spumarius
L.) depongono le uova, con l'ovopositore, nella corteccia degli alberi durante
il periodo estivo; le uova passano l'inverno e, nei mesi di febbraio e marzo,
schiudono liberando le neanidi che si portano sulle piante erbacee.
Ecco che fresando le piante erbacee nei mesi di febbraio e
marzo si riduce in maniera elevatissima il numero delle sputacchine (Philaenus
spumarius L. ) che come ci hanno rivelato gli scienziati è l'unica specie,
diffusa nelle aree infette del Salento, per la quale è stata dimostrata la
capacità di trasmettere il batterio “XYLELLA FASTIDIOSA subspecie pauca ceppo
CoDiRO. (Saponari et al., 2014)
La fresatura, in agricoltura, è una lavorazione del terreno
eseguita da organi discissori rotativi che provocano lo sminuzzamento e il
rimescolamento degli strati superficiali.
In arboricoltura è una delle lavorazioni più frequenti che
hanno sostituito del tutto l'aratura. La lavorazione è superficiale, limitata
ai primi 10-15 cm, con gli stessi scopi della sarchiatura (controllo delle
piante infestanti e rottura della risalita capillare dell'acqua). La
lavorazione dell'interfila si può effettuare con zappatrici rotative di
adeguata larghezza. La lavorazione sui filari richiede invece l'impiego di
zappatrici munite di tastatore e di dispositivo di scarto laterale. Queste
macchine operano parallelamente alla direzione di avanzamento del trattore e
rientrano lateralmente quando il dispositivo tastatore incontra un ostacolo. In
questo modo sono in grado di lavorare una fascia lungo il filare evitando i
fusti degli alberi e i pali di sostegno.
Le foto sono del collega Dottore Agronomo Nicola Murrone
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