lunedì 22 marzo 2010

Modello Giammatteo: per salvaguardare il Paesaggio e promuovere il territorio di Lecce


Modello Giammatteo: per salvaguardare il Paesaggio e promuovere il territorio di Lecce
di Antonio Bruno*
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Abstract Riassunto
E’ davvero limpida l’acqua del Giammatteo che è lungo trecento metri e la più importante delle sorgenti che lo alimentano fornisce una quantità d’acqua di circa cinquecento litri al secondo. Tutto questo è vicinissimo alla città capoluogo di Lecce, dista in linea d’aria circa otto chilometri.
dall'abitato.
La presenza della malaria rendeva i terreni incolti.
Risiedevano nella Masseria Frigole dell’Opera Nazionale Combattenti intorno ai 500 abitanti e cioè circa 20 per chilometro quadrato, pari a 10 volte la media della popolazione sparsa in quel periodo nel territorio di Lecce, abitanti i cui circa 3/5 addetti ai lavori agricoli.
Come abbiamo visto nel Salento leccese e alle porte di Lecce si passa da una regimazione delle acque per evitare che ristagnino a una valorizzazione dei terreni che si realizza, senza dubbio alcuno, attraverso l’irrigazione.
La caratteristica dell’impianto irriguo Giammatteo è quella di utilizzare un fiume per alimentare l’irrigazione ma come noto la maggior parte dell’acqua irrigua del Salento leccese viene emunta dai 75.000 pozzi dichiarati al Genio Civile e che penetrano sino alla falda freatica.
Questa tendenza a custodire la bellezza ed il paesaggio che è alla base del turismo per il quale sta lavorando il turismo del Salento leccese e quello della città di Lecce in particolare, deve coniugare oltre che ai comportamenti per la difesa dell’ambiente e del territorio quelli di una sana alimentazione attraverso la promozione di un offerta enogastronomia di produzione locale ai tanti turisti che vengono nella nostra zona.
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Abbiamo a pochi passi da Lecce un fiume, si chiama Giammatteo ed è l’unico che nel Salento leccese aveva un delta anche se con solo due ramificazioni, infatti era possibile vedere che una di queste va verso il mare mentre l’altra (oggi interrata) si immergeva nello stagno di Acquatina.
Sicuramente molti di noi si sono recati nella frazione leccese di Frigole e hanno potuto vedere il fiume che è rettilineo, profondo e con un altissimo numero di piccoli affluenti che lo ingrossano di acqua. E’ davvero limpida l’acqua del Giammatteo che è lungo trecento metri e la più importante delle sorgenti che lo alimentano fornisce una quantità d’acqua di circa cinquecento litri al secondo. Tutto questo è vicinissimo alla città capoluogo di Lecce, dista in linea d’aria circa otto chilometri.
Lo stagno di Acquatina è un bacino artificiale che, costituito negli anni 40 ha una superficie di circa 45 ettari e una profondità massima di un metro e mezzo. Con l’interramento del canale principale si è evoluto in ambiente salmastro e attualmente è collegato al mare da un canale poco profondo largo 15 metri e lungo circa 400 e da diversi anni sia il Bacino che una vasta area di terreni circostanti sono in concessione all’Università degli Studi del Salento che li utilizza per scopi di ricerca scientifica applicata alla pesca e all’acquacoltura.
Bisogna precisare però che il Comprensorio dei terreni su cui sono state utilizzate le acque delle
sorgive Giammatteo, è posto lungo la fascia costiera adriatica che va da Torre Veneri a Torre Chianca alla distanza, in linea d'aria, di circa 9 Km. dall'abitato di Lecce.
Come tutto il versante orientale di Lecce, il Comprensorio era costituito da una serie di paludi ed acquitrini separati da oasi macchinose, dove c’era la probabilità, oserei dire la certezza, di ammalarsi di malaria. La presenza della malattia rendeva i terreni incolti. Nel 1870 ci fu il primo tentativo di bonifica e trasformazione fondiaria, infatti l'ingegnere Libertini, acquistò dal vescovo di Lecce la Masseria Frigole e, a sue spese, aprì una rete di canali per lo smaltimento delle acque stagnanti che consentì la valorizzazione dei terreni bassi. L’ing. Libertini modificò il territorio rurale impiantando dei vigneti, che quando arrivò un insetto, la fillossera, che come il punteruolo rosso delle Palme sta uccidendo tutte le Palme così distrusse tutti i vigneti e anche quelli dell’ing. Libertini. Sempre ad opera di questo pioniere furono impiantati oliveti in parte ancora esistenti.
Purtroppo l’iniziativa dell’ing. Libertini, non potendo contare sull’aiuto dello Stato esaurita la sua dotazione finanziaria, finì tanto che fu costretto a cedere la propria azienda al Credito Fondiario.
Comunque la trasformazione agraria riprese quando la Masseria Frigole passò all'Istituto dei Fondi Rustici e, successivamente, all'Opera Nazionale Combattenti che con un organico complesso di opere su di un totale di circa 2.380 Ha, in parte acquistati ed in parte espropriati, modificò l'ambiente nei riguardi igienici infatti oggi tutti sappiamo che a Frigole è scomparso il pericolo di malaria e oltre a questo in quegli anni si adottarono i più progrediti ed economici accorgimenti nell'esercizio dell'agricoltura.
In quel periodo risiedevano nella Masseria Frigole dell’Opera Nazionale Combattenti intorno ai 500 abitanti e cioè circa 20 per chilometro quadrato, pari a 10 volte la media della popolazione sparsa in quel periodo nel territorio di Lecce, abitanti i cui circa 3/5 addetti ai lavori agricoli.
In questo territorio ci fu in quegli anni e sino quasi ai giorni nostri un agricoltura irrigua grazie alla presenza di un impianto di irrigazione che ha preso il nome dal piccolo fiume che fu l’unico ad essere a delta, appunto l’impianto irriguo Giammatteo a solo 8 chilometri da Lecce.
Come abbiamo visto nel Salento leccese e alle porte di Lecce si passa da una regimazione delle acque per evitare che ristagnino a una valorizzazione dei terreni che si realizza, senza dubbio alcuno, attraverso l’irrigazione.
Ancora oggi il 40% della produzione agricola nazionale è ottenuta da terreni che hanno la possibilità di essere irrigati. Un terzo delle aziende agricole praticano l’irrigazione e come tutti possiamo rilevare a venire irrigate sono soprattutto le piccole e medie aziende. La caratteristica dell’impianto irriguo Giammatteo è quella di utilizzare un fiume per alimentare l’irrigazione ma come noto la maggior parte dell’acqua irrigua del Salento leccese viene emunta dai 75.000 pozzi dichiarati al Genio Civile e che penetrano sino alla falda freatica.
Sarebbe interessante in questo comprensorio utilizzare le acque reflue depurate che sempre più sono oggetto di attenzione per la pratica irrigua. Di questo ho già scritto in un mio saggio http://www.teatronaturale.it/articolo/3879.html
Il rilancio di questo impianto dovrebbe avvenire per la sempre più diffusa tendenza di coniugare il turismo della città d’arte a quello enogastronomico.
Negli ultimi cinque anni, ossia dal 2003 al 2008, il Salento ha visto crescere le presenze turistiche di quasi il 15 per cento. Un incremento costante, pur in presenza di uno scenario nazionale e regionale in difficoltà.
A fronte di questa crescita il turismo straniero è rimasto, tuttavia, pressoché fermo ai dati del 2003. I segnali positivi che si registrano sono ancora del tutto marginali. Infatti il turismo straniero rappresenta solo l’11.8 per cento del totale degli arrivi (dati Azienda di Promozione Turistica della provincia di LECCE).
A questo dati si deve sommare il Premio all’Azienda di Promozione Turistica della provincia di Lecce, che nello scorso febbraio, alla Bit di Milano, ha ricevuto il Premio Turismo Responsabile Italiano 2010.
In pratica c’è stata la pubblicazione di un vademecum, stile pubblicità progresso, in cui si stigmatizzano i tanti comportamenti e gesti consolidati con cui tutti i giorni si offende l’ambiente, e che ha la funzione prima di sensibilizzare turisti e cittadini sul valore della tutela dell’ambiente, ma diviene anche un’occasione di monitoraggio costante del territorio, attraverso un questionario da compilare a cura di guide, turisti, cittadini, anche al servizio della Pubblica Amministrazione, somministrato durante il ricco programma di Città aperte, ma non solo.
Questa tendenza a custodire la bellezza ed il paesaggio che è alla base del turismo per il quale sta lavorando il turismo del Salento leccese e quello della città di Lecce in particolare, deve coniugare oltre che ai comportamenti per la difesa dell’ambiente e del territorio quelli di una sana alimentazione attraverso la promozione di un offerta enogastronomia di produzione locale ai tanti turisti che vengono nella nostra zona.
In questi giorni abbiamo appreso la notizia che riparte il Piano Irriguo Nazionale. La novità è che il Ministero delle Politiche agricole ha prospettato alle Regioni la possibilità di un finanziamento parziale del Piano irriguo a partire dal 2011, attraverso la contrazione di un mutuo di 15 anni a carico dello Stato. Sicuramente la Regione Puglia ha inviato nei termini che scadevano il 1 marzo 2010 la sua proposta aggiornata e tra i progetti da proporre sicuramente c’è da mettere in campo questo dell’impianto irriguo Giammatteo per favorire la fruizione sostenibile del territorio della Città di Lecce.
Inoltre sempre in questo comprensorio irriguo si potrebbe utilizzare un sistema esperto denominato IRRIFRAME che è gestito centralmente dall’Associazione Nazionale Bonifiche. Grazie a tale sistema gli agricoltori di Lecce sapranno via internet quando irrigare e quanta acqua somministrare alle colture, ottenendo un consistente risparmio idrico. Questo sistema sarà disponibile su scala Nazionale nel 2011 e già dall’anno scorso è stato coinvolto un consorzio pugliese nella fase sperimentale.
Certo sarebbe interessante mettere in pratica qui a Lecce quanto affermato dal Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche il collega Dottore Agronomo Massimo GARGANO che afferma con vigore che bisogna realizzare un piano Nazionale degli invasi, capace di abbinare esigenze di difesa idrogeologica, di gestione irrigua e di tutela dell’ambiente insieme, dico io, alla possibilità di immettere negli invasi i reflui depurati che oggi vengono “buttati” a mare o nel reticolo idrografico e di ottenere anche la promozione del territorio attraverso i prodotti enogastronomici ottenuti in queste terre irrigate che potrebbero essere meta dei turisti che visitano la Città di Lecce .
Speriamo che le parole del collega Presidente dell’ANBI Dottore Agronomo Massimo GARGANO
che avvisano del pericolo di una navigazione a vita dal punto di vista idrico facciano rinsavire tutti nell’interesse del territorio e delle popolazioni.
*Dottore Agronomo

Bibliografia

Eloisa Malagoli Fiumi del Salento
MARRA P., DE MITRI R., BIANCO M.A., VILELLA S. e ZONNO V. SISTEMI DI ACQUACOLTURA ECO-COMPATIBILI E MONITORAGGIO AMBIENTALE NEL BACINO COSTIERO DI ACQUATINA (FRIGOLE-LECCE,ITALIA)
Attilio Biasco PER L'UTILIZZAZIONE IRRIGUA DELLE ACQUE DI GIAMMATTEO IN AGRO DI LECCE
Barbara Mengozzi Il 2010 è partito con gli invasi pieni

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