mercoledì 17 marzo 2010

Nuova Politica Agricola Comune: il processo di partecipazione deve sancire la centralità dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali


Nuova Politica Agricola Comune: il processo di partecipazione deve sancire la centralità dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali
di Antonio Bruno*

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Ieri mattina il Presidente della Commissione agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro si è collegato con Lequile (Lecce) in videoconferenza per dirci che la Politica Agricola Comune (PAC) ci sarà anche dopo il 2013 grazie a Lisbona.
Ieri ho riflettuto sulle parole del Presidente De Castro, che tra l’altro è un collega Dottore Agronomo, perché in queste parole sono racchiuse le grandi sfide dell’agricoltura del futuro che interessa 500 milioni di cittadini Europei.
Tra gli attori che certamente ci saranno, i Dottori Agronomi e i Dottori Forestali, saranno i Medici della terra che porteranno la tradizione degli ultrasessantacinquenni al servizio delle nuove leve.
Ecco perché il confronto che si aprirà in Puglia per la definizione partecipata della nuova Politica Agricola Comune deve avvenire con i professionisti dell’ambiente e del Territorio Rurale ovvero con noi Dottori Agronomi e Dottori Forestali.
D’altronde che l’agricoltura pugliese abbia anche un problema di mancanza di una rappresentanza lo ha detto l’Assessore Prof. Dario Stefano che con orgoglio sciorina i dati che dimostrano l’impegno della Regione Puglia che ha dato al settore agricolo 50 milioni di euro al contrario di un governo che riduce del 38% i fondi destinati al settore. Anche l’Assessore Dario Stefano ha parlato del processo di partecipazione alla nuova Politica Agricola Comune, solo che a lui scrivo che questo processo partecipato deve sancire la centralità dei Dottori Agronomi e ai Dottori Forestali. E’ tutta una questione di percezione della realtà.
Bisogna investire sul restante 10% e bisogna fare in modo che i professionisti dell’Ambiente e del Territorio rurale, i medici della terra, insomma i Dottori Agronomi e Dottori Forestali diventino i garanti della qualità e sanità del cibo poiché la nostra salute dipende da questo e attivando quest’azione si fa prevenzione abbattendo le spese della Sanità, siano i depositari delle innovazioni che spingono alla vera concorrenza con i mercati internazionali e impongono i nostri prodotti, e diventino quindi gli interlocutori di chi fa impresa e i custodi dell’ambiente e del territorio.
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Ieri mattina il Presidente della Commissione agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro si è collegato con Lequile (Lecce) in videoconferenza per dirci che la Politica Agricola Comune (PAC) ci sarà anche dopo il 2013 grazie a Lisbona. Quindi la Politica Agricola Comune non è finita, non è terminata l’erogazione di risorse da parte della Comunità Economica Europea al settore primario su cui si è fondata, primo fra tutti i settori produttivi, la Comunità Europea.
Ma proprio ieri il collegamento con il Presidente della Commissione agricoltura del Parlamento Europeo è avvenuto alla fine di un importante riunione in cui, il Parlamento europeo, ha detto no ad un etichetta alimentare con su scritto dalla Commissione europea quello che è il miglior profilo nutrizionale di ogni prodotto, sulla base della sola presenza di grassi saturi, zuccheri e sale, senza tener conto delle varie culture alimentari europee.
E’ scientificamente provato, ed è convinzione dei più autorevoli nutrizionisti mondiali, che non esistano cibi buoni e cibi cattivi, ma differenti culture e diete alimentari.
C’è stato ieri il voto della Commissione in favore dell’etichetta obbligatoria del Paese d’origine che significa obbligatorietà in etichetta del luogo di provenienza per carne, pollo, prodotti lattiero-caseari, frutta fresca, vegetali e altri prodotti composti da un solo ingrediente quali la passata di pomodoro.
L’indicazione d’origine sarà obbligatoria anche per i prodotti trasformati a base di carne, pollo e pesce quando la materia prima e’ caratterizzante nel processo produttivo.
Ma torniamo alla Politica Agricola Comune, il Presidente De Castro ha precisato che grazie ai nuovi poteri di codecisione dati al parlamento Europea da Lisbona c’è per tutti gli attori del Mondo dell’Agricoltura la garanzia del sostegno dell’Europa.
Ma come verrà realizzata questa nuova Politica Agricola Comune? Attraverso un aiuto diretto a chi produrrà beni pubblici alla collettività! Ci sarà una spalmatura degli aiuti che avrà un grande impatto sul mondo agricolo attuale.
Ieri ho riflettuto sulle parole del Presidente De Castro, che tra l’altro è un collega Dottore Agronomo, perché in queste parole sono racchiuse le grandi sfide dell’agricoltura del futuro che interessa 500 milioni di cittadini Europei.
Tutti sappiamo che la fortuna di un imprenditore si basa sicuramente sulla sua capacità di produrre prodotti di eccellenza, di grande qualità, ma sappiamo anche che la qualità, seppure necessaria, non è sufficiente perché c’è la necessità di un forte impegno organizzativo e di mercato.
Io sono convinto che l’agricoltura pugliese oggi ha una prospettiva se si confronta con chi dovrà sviluppare i temi della Politica Agricola Comune. In Puglia ci sono 250.000 aziende agricole ma solo il 10% di queste ovvero solo 25.000 sono di persone che non superano i 65 anni di età.
Insomma poco più di 4.000 imprenditori per provincia possono guardare a una prospettiva e a una possibilità perché gli ultrasessantacinquenni di oggi saranno gli ultra settantenni del 2013 e a questi arzilli vecchietti tutti dobbiamo inchinarci per quello che hanno realizzato sino ad oggi, ma nello stesso tempo, dobbiamo trovare il modo di congedarci da loro per guardare con attenzione a chi il settore dovrà portarlo avanti dopo.
Tra gli attori che certamente ci saranno, i Dottori Agronomi e i Dottori Forestali, saranno i Medici della terra che porteranno la tradizione degli ultrasessantacinquenni al servizio delle nuove leve.
Ecco perché il confronto che si aprirà in Puglia per la definizione partecipata della nuova Politica Agricola Comune deve avvenire con i professionisti dell’ambiente e del Territorio Rurale ovvero con noi Dottori Agronomi e Dottori Forestali.
D’altronde che l’agricoltura pugliese abbia anche un problema di mancanza di una rappresentanza lo ha detto l’Assessore Prof. Dario Stefano che con orgoglio sciorina i dati che dimostrano l’impegno della Regione Puglia che ha dato al settore agricolo 50 milioni di euro al contrario di un governo che riduce del 38% i fondi destinati al settore.
Ma non è solo questo che ieri ha messo sul piatto della bilancia l’Assessore all’Agricoltura della Regione Puglia perché si è ascritto il merito di aver bandito subito il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) che rappresenta il modo di ottenere le ultime risorse che, secondo la sua opinione e devo dire, secondo anche l’opinione dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, devono essere spesi bene e, nello stesso tempo, devono servire a risolvere le criticità.
Non concordo sull’affermazione fatta dall’assessore che aver dato ai Gruppo di Azione Locale 300 milioni di Euro da spendere sia stato imprudente soprattutto perché c’è stata una firma in bianco, infatti è stata data una dotazione finanziaria prima di conoscere quali fossero i progetti che i Gal avrebbero presentato.
Io ho incontrato i responsabili dei GAL e gli agricoltori in 12 incontri fatto in tutto il territorio della Provincia di Lecce per illustrare i Bandi del Programma di Sviluppo Rurale, ho ascoltato centinaia di persone che non erano figli di agricoltori e che quindi, non hanno potuto partecipare ai bandi del primo insediamento della Regione Puglia. In questi incontri c’è stato un rappresentante dei GAL che ha illustrato i Piani di Sviluppo locale e devo dire che, seppure alcune cose vanno riviste, tutto sommato c’è la speranza di vedere realizzati progetti che davvero possano divenire sviluppo per i territori che saranno interessati, e soprattutto a cui potranno partecipare giovani, linfa nuova, che si trovano la strada sbarrata nel Bando per i primi insediamenti della Regione. Ecco perché è un problema di percezione della realtà. Se si guarda con gli occhi disincantati eccola che appare la realtà, in tutta la sua crudezza e verità.
Anche l’Assessore Dario Stefano ha parlato del processo di partecipazione alla nuova Politica Agricola Comune, solo che a lui scrivo che questo processo partecipato deve sancire la centralità dei Dottori Agronomi e ai Dottori Forestali.
L’assessore ha parlato di comprensione dei fenomeni e quindi a lui scrivo che percepire la realtà è funzionale agli strumenti che si hanno a disposizione. Faccio un esempio: un carissimo amico e collega in questi giorni ha messo su un ottima iniziativa per il settore Agroalimentare, ha invitato chi ha sperimentato e messo a punto le innovazioni e poi si è rivolto alle categorie. La sua percezione della realtà si basa sull’assunto che le categorie rappresentano i destinatari della innovazione. Quando io gli ho scritto che sarebbe invece stato opportuno che i destinatari dell’informazione – formazione fossero i Dottori Agronomi e i Dottori Forestali mi ha risposto che lui riteneva che invece dovessero essere le categorie rappresentative del Mondo Agricolo ad essere coinvolte. Quando gli ho scritto che le categorie in Puglia sono la rappresentanza democraticamente eletta di 250.000 aziende che per il 90% hanno l’imprenditore ultrasessantacinquenne non ha più replicato. E’ tutta una questione di percezione della realtà.
Bisogna investire sul restante 10% e bisogna fare in modo che i professionisti dell’Ambiente e del Territorio rurale, i medici della terra, insomma i Dottori Agronomi e Dottori Forestali diventino i garanti della qualità e sanità del cibo poiché la nostra salute dipende da questo e con quest’azione si fa prevenzione abbattendo le spese della Sanità, siano i depositari delle innovazioni che spingono alla vera concorrenza con i mercati internazionali e impongono i nostri prodotti, e diventino quindi gli interlocutori di chi fa impresa e i custodi dell’ambiente e del territorio.
La garanzia di tutto questo è il sistema ordinistico che come a tutti noto è nel Ministero di Giustizia perché tutela in tutto e per tutto l’imprenditore e il cittadino consumatore in quanto garantisce che il professionista iscritto svolge la sua professione in Scienza e coscienza nell’esclusivo interesse del committente tutelandolo e sapendo che, in caso contrario, risponderà all’ordine e che se l’Ordine rilevasse inadempienze del professionista potrebbe arrivare anche a radiarlo dall’albo interdicendolo dalla professione.
Il Presidente De Castro è anche un collega Dottore Agronomo e quindi queste cose le conosce bene, ma anche l’Assessore Stefano è un professionista e sono certo che queste cose le sappia, da entrambi mi aspetto, e penso che si aspettino tutti i colleghi Dottori Agronomi e Dottori Forestali, azioni consequenziali.

*Dottore Agronomo

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