venerdì 1 novembre 2024

Le Tradizioni, come la Lingua, Vivono e Lottano con Noi


 Le Tradizioni, come la Lingua, Vivono e Lottano con Noi

Le tradizioni popolari, diciamolo, sono come la lingua. Se continuiamo a parlare italiano nel 2024, usiamo un codice comune, un modo per capirci tutti. Ma se cominciassimo a parlare in latino, quanti ci capirebbero? Pochi, pochissimi! Le tradizioni, invece, rimangono in vita proprio perché sono come una lingua che si evolve, che si adatta ma resta radicata. Prendiamo, ad esempio, la fiera di Ognissanti di Carpignano Salentino.
Eh sì, in questo borgo del Salento, che incontri se da Martano prendi la strada per Otranto, ogni anno si celebra questa fiera millenaria. Parliamo di una tradizione che affonda le sue radici nell’anno Mille! Allora, i contadini si scambiavano semi, bestiame e attrezzi agricoli e tutto avveniva intorno alla chiesa di San Cosimo, vicino al casale di Carbieno, in un punto strategico perché lì si fermavano per cambiare i cavalli prima di raggiungere Otranto.
E oggi? Beh, oggi io ci arrivo con la macchina, senza cavallo, ma con la stessa curiosità e la voglia di immergermi in questa atmosfera unica. Mi sembra di sentirli, i cittadini di Carpignano, che gridano: “La fiera è viva e lotta con noi!”, come dicevano un tempo i partigiani.
Anche oggi trovi gli attrezzi agricoli e il bestiame, ma il paese si trasforma. Ci sono bancarelle ovunque, un vero e proprio caos ordinato, un po' come i letti a castello nelle case affollate di una volta. E poi c’è questa leggenda metropolitana che circola tra i visitatori: pare che qualcuno, tra i più arditi, si introduca nelle case dei Carpignanesi e gli abitanti, senza batter ciglio, gli vendano tutto ciò che c’è dentro per poi comprare un arredamento nuovo. Sarà vero? Chissà!
Ci trovi persone da ogni dove: dai paesi vicini, dal resto del Salento e, oserei dire, dal Globo terracqueo. Io alla fiera ci vado dal 2005, quando un signore molto malato, ricoverato con me, decise di firmare per essere dimesso contro il parere dei medici, solo per non perdersi quell’edizione. Era la millesima e cinque, oggi siamo alla millesima e ventiquattresima. E, credetemi, sembra non sia passato un giorno.

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