"Ulivi millenari: il fallimento della gestione locale e l’urgenza di un intervento statale"
di Antonio Bruno
La gestione del problema Xylella fastidiosa nella provincia di Lecce è un caso emblematico di come l'inazione e la mancanza di iniziativa locale possano trasformarsi in una tragedia culturale, ambientale ed economica. In 13 anni, nonostante i fondi pubblici erogati, non si è riusciti a rigenerare il paesaggio rurale né a proteggere adeguatamente gli ulivi, simbolo millenario di Puglia. Di fronte a questa realtà, diventa urgente ripensare il modello di gestione del territorio.
Un confronto con altre realtà, come quelle descritte nell’iniziativa del Parco degli Ulivi Monumentali di Ostuni, evidenzia l’enorme differenza di approccio. Qui, piccoli proprietari inglesi, francesi e australiani, uniti agli operatori locali, hanno attivato un progetto pionieristico: la creazione della prima zona speciale di conservazione al mondo per contrastare il batterio. Il progetto non si limita a interventi simbolici, ma punta a obiettivi chiari e misurabili, come l’innesto di 300 ulivi entro il 2025 e di 1.000 entro il 2026, grazie a un partenariato tra privati e associazioni no-profit come A.m.o. Puglia e Save the Olives.
Questo modello dimostra come una visione comunitaria e strategica possa generare risultati tangibili. La gestione di 25 ettari già assicurati come area di conservazione non solo tutela gli ulivi monumentali, ma rappresenta un laboratorio di innovazione agronomica, sostenibilità e turismo ecologico, con l’ambizione di integrarsi nel programma Green Citizens dell’Unesco.
In netto contrasto, la situazione nella provincia di Lecce continua a essere dominata da una richiesta passiva di risorse, senza alcuna visione strategica né interventi incisivi. È evidente che i proprietari terrieri locali, sia grandi sia piccoli, hanno fallito nel ruolo di custodi del paesaggio. Questa incapacità di agire in 13 anni è la prova che la gestione del paesaggio rurale non può più essere affidata a loro.
Conclusione: è tempo di un cambio radicale. Lo Stato deve assumere la responsabilità diretta del paesaggio agrario nella provincia di Lecce. Come dimostrano progetti virtuosi come quello di Ostuni, solo una gestione centralizzata, basata su obiettivi scientifici, può garantire la protezione e la valorizzazione di un patrimonio unico al mondo. L’inerzia e l’assenza di iniziativa locale sono costate troppo, e il futuro degli ulivi millenari non può più essere lasciato nelle mani di chi ha dimostrato di non saper agire.
Antonio Bruno
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