venerdì 2 aprile 2010

Olio d’oliva ritorno al futuro: Salento d’amare, Brindisi da coccolare, Taranto da baciare, Bari da barattare e Foggia da bruciare


Olio d’oliva ritorno al futuro: Salento d’amare, Brindisi da coccolare, Taranto da baciare, Bari da barattare e Foggia da bruciare
di Antonio Bruno
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L’alto dirigente della Regione Puglia Dottore Agronomo Giuseppe Ferro ringrazia tutti i presenti e ricorda che l’Aprol è un organizzazione di riferimento del Mondo Agricolo del Salento leccese.
E’ incisivo affondando il bisturi nel ventre molle dell’organizzazione Aprol e non solo perché si chiede e chiede ai presenti quali siano stati i risultati delle 35 Organizzazioni dei Produttori finanziate, inoltre afferma che di olio in Salento se ne produce troppo e quindi ci vuole l’industria che trasforma l’olio lampante in olio che può essere consumato e i mercati europei ed internazionali per assorbire il prodotto. Il Dottore Agronomo Giuseppe Ferro cita l’imprenditore Primiceri di Primolio come paradigma che ha ottenuto dei risultati. Si lamenta il Dottore Agronomo Giuseppe Ferro perché da Mondo Agricolo non arriva nessuna indicazione: interrogato, il morto non rispose... si chiede quale sarà il futuro per le Organizzazioni dei produttori. La risposta alla domanda secondo l’alto funzionario della Regione è la qualità e aggiunge che la qualità ha un costo e che soprattutto la qualità deve essere riconosciuta dal consumatore attraverso appunto l’attività delle Organizzazioni dei Produttori.
Solo che all’alto funzionario della Regione Puglia ricordiamo che è semplicissimo risolvere il problema: affidare l’ incarico a un Dottore Agronomo o Dottore Forestale che otterrà un pagamento solo in percentuale dell’aumento del valore aggiunto al prodotto.
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Ve lo ricordare “Ritorno al futuro”? Si il proprio quel film di fantascienza del 1985, diretto negli Stati Uniti da Robert Zemeckis ed interpretato da Michael J. Fox e Christopher Lloyd. Il 31 marzo 2010 presso il Frantoio Montevergine a Otranto quando ha preso la parola il Dottore Agronomo Giuseppe Ferro, dirigente del Servizio Agricoltura della Regione Puglia, sembrava di essere tornati a 32 anni fa, quando il nostro caro amico iniziò la sua attività all’Aprol di Lecce. L’alto dirigente della Regione Puglia ringrazia tutti i presenti e ricorda che l’Aprol è un organizzazione di riferimento del Mondo Agricolo del Salento leccese. Poi è come se questo scenario di trentadue anni fa si “teletrasporti” ai giorni nostri, ed ecco che il Dottore Agronomo Giuseppe Ferro, materializzato al tavolo della Presidenza nel 2010, dopo 32 anni dai tempi dello splendore , osserva un Aprol che ha perduto la strada Maestra e, senza mezzi termini, attribuisce l’indebolimento dell’organizzazione Aprol alla nuova Politica Agricola Comune.
Perché oggi si gioca tutto su due grandi temi che sono il MIGLIORAMENTO della produzione di olive e quindi di olio e la PROMOZIONE del prodotto olio d’oliva.
Il Dottore Agronomo Giuseppe Ferro è incisivo affondando il bisturi nel ventre molle dell’organizzazione Aprol e non solo perché si chiede e chiede ai presenti quali siano stati i risultati delle 35 Organizzazioni dei Produttori finanziate, una domanda che ha pesato come un macigno dopo che la stessa era stata posta dall’alto funzionario del Ministero dell’Agricoltura.
Poi la mente del Dottore Agronomo Giuseppe Ferro torna al passato ricordando che c’erano realtà di qualità nel Salento leccese ma un epidemia ha invaso il settore olivicolo, quella di imbottigliare quasi in ogni Comune della Regione. Dal 1996 seicentocinquanta imprese hanno chiesto il codice alfanumerico e quindi hanno ottenuto il riconoscimento per l’imbottigliamento.
Ma la produzione di Olio d’oliva del Salento leccese è soprattutto CENTRATA SULLA MANCANZA DI QUALITA’. E’ OLIO LAMPANTE! Il Dottore Agronomo Giuseppe Ferro afferma che di olio in Salento se ne produce troppo e quindi ci vuole l’industria che trasforma l’olio lampante in olio che può essere consumato e ci vogliono i mercati europei ed internazionali per assorbire il prodotto. Il Dottore Agronomo Giuseppe Ferro cita l’imprenditore Primiceri di Primolio come paradigma che ha ottenuto dei risultati. E suggerisce anche in questo campo la cura, come facciamo noi Medici della terra quando siamo chiamati al capezzale di questi comparti malati del Salento leccese, che consiste nello stare uniti e quindi nel commercializzare insieme l’olio per impedire che il guadagno vada tutto nelle tasche di commerciati ed industriali.
Il settore primario è l’anello debole non solo nel Salento leccese ma in tutto il mondo e quindi per risolvere i problemi si sono attese le indicazioni dal mondo agricolo. Si lamenta il Dottore Agronomo Giuseppe Ferro perché dal Mondo Agricolo non arriva nessuna indicazione: interrogato, il morto non rispose... la mia professoressa diceva sempre questa sta frase a chi faceva scena muta.
Per dirla tutta ricorda il Piano di Sviluppo Rurale noto a tutti come PSR che è nato appunto dalle indicazioni del territorio e che adesso è una possibilità. Il PSR è un programma di possibilità da 1 miliardo e 600 milioni di Euro. Il Dottore Agronomo Giuseppe Ferro cita i PIF, il primo insediamento e i Gal di cui abbiamo già riferito nell’articolo http://www.viniesapori.net/articolo/medici-della-terra-no-grazie-possibile-che-quest-agricoltura-malata-non-si-rivolga-al-dottore-3103.html e appunto riferendo dell’azione del PSR difende ciò che rappresenta, ovvero la Regione Puglia che, secondo l’opinione del Dottore Agronomo Giuseppe Ferro, ha fatto quanto era nelle sue possibilità. Poi però afferma che ci sono strumenti da impostare con la buona volontà di tutti anche perché ci sono 54 milioni di Euro che vengono dalla vecchia programmazione e sono risorse rendicontate con progetti correnti, incita di dare corso ai progetti. Veniamo al marchio e cominciamo come si faceva a scuola con le definizioni.
Cosa è un logo?
Il logo (logotipo o marchio), è una rappresentazione grafica di un'azienda, organizzazione, di un singolo individuo, di un prodotto, o servizio.
A cosa serve?
E’l’indispensabile punto di partenza per tutte le attività perché la creazione di un logo è elemento fondamentale per riconoscere l'attività, distinguerla da altre, e renderla unica. Il suo obbiettivo principale è esprimere GARANZIA. Inoltre ha la funzione di descrivere in modo chiaro ed immediato l'identità, base su cui impostare l'intera strategia marketing. E’ chiaro a tutti? Cero che si, dirai tu che mi stai pazientemente leggendo dall’inizio! Invece agli attori che decidono in Puglia questo non è chiaro, anzi, da come si comportano, ci sono rare idee ma ben confuse. C’è il marchio “PRODOTTI DI PUGLIA” http://1334.cso-online.com/documenti/marchio___prodotti_di_puglia___-_regolamento_d_uso.pdf che dovrebbe rappresentare tutto l’agroalimentare della regione ed invece arriva Salento d’amare, Brindisi da coccolare, Taranto da baciare, Bari da barattare e Foggia da bruciare, insomma una ridda di marchi che sicuramente daranno luogo ad altri marchi sino allo stemma di famiglia in cui anch’io marcherò la cucina di mia moglie con il marchio “MADE in casa Bruno”.
Il Dottore Agronomo Giuseppe Ferro si chiede quale sarà il futuro per le Organizzazioni dei produttori. La risposta alla domanda, secondo l’alto funzionario della Regione Puglia, è la qualità.
Ma il Dottore Agronomo Giuseppe Ferro aggiunge che la qualità ha un costo e che soprattutto la qualità deve essere riconosciuta dal consumatore attraverso appunto l’attività delle Organizzazioni dei Produttori.
Ricorda a tutti che dopo quella decisione di escludere un aiuto economico in funzione della produzione e di accettare il pacco regalo, il cosiddetto premio, senza dover produrre, sintetizzata nella parola DISACCOPPIAMENTO (parola brutta e incomprensibile frutto di chissà quale mente “contorta e sicuramente misogina ” ) il produttore di olive è libero!
Ritorna al passato il Dottore Agronomo Giuseppe Ferro, forse con un po’ di nostalgia, ricordando che prima bastava produrre e con ciò si aveva una garanzia del 100%. Utilizza la metafora del papà che ha tenuto il figlio stretto nella morsa educativa per anni, regolando tutto, orari, spese, comportamenti e poi un bel giorno si sveglia, convoca il figlio nel suo studio e con aria impettita gli comunica che da quel giorno in poi il figlio poteva fare quello che voleva. Ecco! Secondo il Dottore Agronomo Giuseppe Ferro questo è accaduto ai figli della Comunità Economica Europea, quelli dell’assegno a Pasqua e Natale, quelli che dovevano produrre che tanto, a consumare il prodotto, ci pensava mamma Comunità e che ora questo prodotto ce l’hanno sull’albero, e il bello è che ogni anno imperterrito l’albero d’olivo continua produrre olive, lui, il figlio della CEE non sa più dove metterle, non sa più che farne!
Il buon Dottore Agronomo Giuseppe Ferro si ferma un attimo, forse il suo sguardo si ferma sulle facce confuse e deluse degli ascoltatori, forse si commuove al pensiero dell’azione devastante che le sue parole hanno creato nella mente e nei cuori dei presenti e per questo, mosso a compassione, ecco che lancia una parola di speranza, dice che il settore può rinascere considerata la richiesta mondiale di olio d’oliva che non è completamente soddisfatta, c’è gente nel mondo che vuole l’olio d’oliva e che non riesce a comprarlo. Solo che il Dottore Agronomo Giuseppe Ferro non ci rivela dove questa gente sia, il suo numero di telefono, il suo indirizzo, per chiamarla, per rassicurarla perché se desidera l’olio d’oliva non deve essere in pena, il suo desiderio si è avverato, perché l’olio d’oliva nel Salento leccese c’è, ed è quasi gratis, tanto da far esclamare il famoso detto salentino “ungime tuttu” che tradotto significa: “se è gratis allora ungimi completamente di olio”
Mi scuso con il collega Ferro ma sono costretto a fare presente che a fronte di una qualità che nel tempo è migliorata sempre più , i prezzi dell’olio alla produzione non hanno seguito lo stesso trend. Anzi, nelle ultime stagioni l'asticella dei valori ha accusato continui arretramenti, e ora alle varie borse merci si viaggia abbondantemente sotto la soglia di 300 euro al quintale.
E’ evidente che ciò è troppo poco per coprire i costi minimi di gestione di una media azienda olivicola, e creare l'humus necessario ad alimentare nuovi ingressi nel mercato. In un mercato normale, una situazione congiunturale e strutturale di questo tipo scoraggerebbe qualsiasi nuovo investimento. Questo è un rischio che l'olivicoltura corre più di ogni altro settore produttivo, vista l'aggressiva concorrenza che subisce dagli altri paesi che riescono a produrre a costi decisamente inferiori a quelli italiani. Comunque negli anni scorsi multinazionali estere hanno tentato di acquistare oliveti nel Salento leccese e questo sembrerebbe un paradosso. Come? L’olio si produce a costi troppo alti e vengono qui invece di andare in Tunisia o in Marocco? Invece no, le multinazionali fanno ragionamenti logici e il loro comportamento si spiega con l'alta qualità della produzione disponibile e l'ampia offerta di produzioni tipiche e protette tra Igp e Dop. Dunque un ricco paniere di oli extravergine d'oliva di alto profilo, difficilmente eguagliabili a livello mondiale, è attrattivo per le multinazionali. Tutto questo non è bastato a tenere alta la soglia dell'offerta italiana, i cui valori all'export nel 2009 hanno subito un taglio stimato in circa il 15 per cento.
Ma ci sono notizie come il ritorno a un’azienda italiana dell’Olio Dante che era in mano agli spagnoli e di altri imprenditori che stanno impegnandosi nella qualità.
La risposta agli imprenditori è, come sempre, nell’azione dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali a cui si possono e si devono immediatamente rivolgere produttori olivicoli e frantoiani per aumentare il valore aggiunto delle loro aziende.
E’ semplicissimo risolvere il problema: affidare l’incarico a un Dottore Agronomo o Dottore Forestale che otterrà un pagamento solo in percentuale dell’aumento del valore aggiunto al prodotto. Tutto il resto sono esercitazioni letterarie belle e interessanti, ma purtroppo, inutili.
(Continua)
*Dottore Agronomo

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