Antonio Bruno è Laureato in Scienze Agrarie Dottore Agronomo iscritto all'Ordine di Lecce - Esperto in diagnostica urbana e territoriale e studente all'Università del Salento del Corso di laurea in Viticultura ed Enologia
giovedì 15 aprile 2010
Agricoltura biologica? Lottare per la propria terra con le armi della Pace.
Agricoltura biologica? Lottare per la propria terra con le armi della Pace.
di Antonio Bruno
-----------------------------
Domenica prossima 18 aprile 2010 in tutte le regioni d’Italia si svolgerà l'iniziativa “Le piazze del bio”. Con le parole della terra sono quelle che vengono dai mille discorsi fatti in campagna, dalle speranze spezzate e dai sogni realizzati dalle persone che hanno amato e amano la terra. Ecco perché queste parole che non dovrebbero esistere ovvero “Agricoltura Biologica” esistono per significare che c'è necessità di rendere vivi questi insegnamenti, in un risorgere nel territorio dei mille discorsi e delle mille speranze che hanno creato il Paesaggio rurale che poi è l'ambiente in cui viviamo noi e i nostri figli.
-----------------------------------
“Le piazze del bio” è l’iniziativa promossa dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali che si svolgerà domenica prossima 18 aprile 2010 in tutte le regioni d’Italia. Una giornata per gustare sapori naturali e conoscere i vantaggi del biologico per la salute e l’ambiente.
L’evento, che rappresenta un momento di incontro tra il mondo agricolo, i consumatori e le istituzioni, si inserisce nell’ ambito del “Programma di azione nazionale per l’agricoltura biologica e i prodotti biologici”.
Ma perchè tutto questo interesse del Governo italiano? C'è il pericolo che il mondo imploda! E' così! Il sistema fondato sul petrolio e sul consumismo di massa può deflagrare da un momento all'altro travolgendo tutti. E come evolverà la situazione? Ci salveremo? Ci sarà l'imminente Economia all'idrogeno alternativa agli idrocarburi che inquinano? Finiremo di andare a lavorare e la produzione sarà affidata alle macchine? Noi cominceremo di nuovo a vivere come i nostri progenitori che cacciavano e raccoglievano per circa due ore al giorno per poi passare le restanti 22 ore a dormire e a giocare?
Tutto questo non è un sogno ma può essere la realtà, solo che dobbiamo ridurre in modo drastico l'inquinamento globale perché secondo uno studio della NASA la temperatura della Terra nel corso di questo secolo aumenterà di 3 o addirittura 6 gradi. Se si dovesse verificare questo disastro la stragrande maggioranza delle specie vegetali e animali sarebbero a rischio di estinzione.
I pericoli sono sempre gli stessi, ovvero l'introduzione massiccia dei pesticidi e dei concimi chimici in agricoltura e di questo ne parlava già nel 1920 il collega Dottore Agronomo Sir Albert Howard tuonando dalla lontana Inghilterra. E fece di più perché nelle sue piantagioni indiane dimostrò come era possibile migliorare la fertilità del terreno utilizzando la sostanza organica sottoposta a compostaggio, insomma quello che dovremmo fare noi tutti con i Rifiuti applicando la raccolta differenziata e ottenendo il COMPOST!
Negli stessi anni Rudolf Steiner introdusse il concetto di Coltivazione biodinamica, due parole che implicano tutto un modo di vivere, osservare e lavorare la terra. Il suo scopo non è di lasciar fare alla natura ma di fare oltre la natura, cioè di aiutare la natura per ottenere una terra sempre più fertile, della quale possano beneficiare anche le generazioni future, e alimenti vivi di qualità piena che nutrano l'uomo e gli diano salute. Coltivare biodinamicamente non vuol dire applicare in modo meccanico un metodo fisso. Piuttosto si può parlare di un indirizzo per il nostro pensare e agire, che poi svilupperemo secondo le condizioni e i problemi che incontreremo sulla nostra terra.
Penso alla mia vita, alle esperienze che mi sono state fatte fare, alle narrazioni dei miei Magister che mi hanno fatto divenire ciò che sono, perché questo siamo, il complesso delle relazioni della nostra esistenza, i racconti, le emozioni e le esperienze che abbiamo vissuto grazie ai tanti che ci hanno contornato. E le parole della terra sono quelle che vengono dai mille discorsi fatti in campagna, dalle speranze spezzate e dai sogni realizzati dalle persone che hanno amato e amano la terra.
Ecco perché queste parole che non dovrebbero esistere ovvero “Agricoltura Biologica” esistono per significare che c'è necessità di rendere vivi questi insegnamenti, in un risorgere nel territorio dei mille discorsi e delle mille speranze che hanno creato il Paesaggio rurale che poi è l'ambiente in cui viviamo noi e i nostri figli.
Perché non possiamo ignorare che mettiamo gli animali in dei campi di concentramento per fargli produrre latte e carne. Si! Possibile che quando si sono progettate quelle stalle non avessimo chiaro nella mente che poi sarebbe potuto avvenire ciò che tutti sappiamo essere stato il terrore della MUCCA PAZZA? Animali ammassati senza spazi vitali, l'alimentazione con farmaci e materie prime scadenti piene di additivi per correggerle, e poi abbiamo tolto ai nostri animali la possibilità di mangiare sano e di riprodursi in modo naturale praticando una fecondazione soltanto artificiale. E che dire poi della crudeltà di concedere solo tre anni di produzione alle vacche da latte e poi ridurle in hamburger?
Comunque c'è l'attenuante che noi veterinari, Dottori Agronomi e Dottori Forestali e tutta la scienza universitaria proiettata verso una industrializzazione dell'agricoltura e una meccanizzazione degli esseri viventi, insomma c'è l'attenuante che scienziati e professionisti siamo stati tutti correi di trattare il creato come fossero tanti giocattoli meccanici da montare e smontare a nostro piacimento.
Ma c'è chi negli anni settanta da operaio delle industrie del bresciano è diventato agricoltore, e siccome l'agricoltura non rispetta più la vita, la terra e gli esseri viventi ecco che fa l'agricoltura biodinamica che poi è quella che facevano i nostri antenati, l'agricoltura inventata nel neolitico dalle donne e giunta sino ai giorni nostri prima che fosse inquinata dalla chimica.
Lui, l'agricoltore bresciano, dice che ha cominciato a fare l'agricoltura biologica con la vite e l'olivo e che solo quest'ultimo dava problemi per l'applicazione in quanto come tutti sanno l'oliva subisce l'attacco della mosca che depone nella drupa. Poi dice che ha fatto delle siepi di salici. Sapete perché questi agricoltori è inevitabile che si facciano delle siepi? Per proteggere le loro coltivazioni dagli inquinamenti da deriva, ovvero dai prodotti chimici utilizzati nei campi del vicino.
Ma gli alberi sono anche la sede dell'avifauna, un modo come una altro per parlare degli uccelli del cielo, quelli che vediamo sempre di meno nei nostri territori che sono divenuti zone piene di cibo tossico, avvelenato per questi esseri viventi che non hanno confini, che volano in tutto il mondo e che sono cittadini del pianeta, che non si proteggono dagli altri esseri viventi, ma che li vanno a trivare, visitano in lungo e in largo il pianeta ammirandolo dall'alto e loro sanno che noi che ci crediamo gli imperatori, per loro, da quelle altezze diveniamo esseri microscopici e insignificanti, a dimostrazione che sempre e tutto è solo questione di punti di vista.
Nei paesi della riva nord del Mediterraneo ci sono numerose e importanti esperienze di produzione biologica che è apprezzata soprattutto dai consumatori dei paesi ricchi dell'Europa e tra questi dal nostro paese che è consumatore ma anche produttore.
Ma cosa determina la mia pressante richiesta di fare in modo di generalizzare l'applicazione dell'agricoltura biologica? Intanto una eccellente qualità della produzione, una restituzione ai produttori di quote di mercato che non avevano più, la circostanza che l'agricoltura biolofìgica non depaupera i suoli e non inquina le falde acquifere, consuma meno energia e materie prime, e il fatto di non poco conto che i prodotti biologici non provocano allergie né intolleranze.
Nonostante tutte queste cose nel 2005 nella UE, le aree dedicate all'agricoltura biologica nei 25 stati membri erano pochissime, in totale l'agricoltura biologica ammontava a più del 3.9% del totale delle are agricole utilizzate. Le più alte proporzioni di aree biologiche si registravano in Austria (11.0%), Italia (8.4%), Repubblica Ceca e Grecia (entrambe 7.2%) e le più basse a Malta (0.1%), in Polonia (0.6%) e Irlanda (0.8%). (Nuova edizione 80/2007 - 12 giugno 2007)
Per quanto riguarda l'iniziativa “Le piazze del bio” a Lecce non è previsto nulla. Comunque le aziende biologiche che volessero partecipare all’evento possono contattare, per informazioni, il seguente indirizzo lepiazzedelbio@hominapdc.it oppure il num. 051-264744.
Infine vi voglio informare che è stato pubblicato il Bando regionale per la presentazione delle domande di concessione degli aiuti previsti dalla misura 214 – azione 1 “Agricoltura biologica” del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013. L’intervento mira a fornire un sostegno economico alle aziende agricole per l’introduzione o il mantenimento di metodi di produzione biologica (Reg. CE 834/07). Possono beneficiare dell’aiuto gli imprenditori agricoli (singoli ed associati) iscritti nel registro delle imprese agricole della CCIAA che, in base ad un legittimo titolo di possesso, conducono aziende agricole. Sono esclusi gli imprenditori titolari di pensione di vecchiaia e gli imprenditori titolari di pensione di anzianità di età superiore ai 65 anni. La disponibilità finanziaria complessiva per il presente bando ammonta a Euro 80.000.000,00 (80 milioni di EURO). Le domande vanno presentate in forma telematica utilizzando le funzionalità disponibili sul portale SIAN gestito dall’AGEA. Le domande di aiuto possono essere presentate a partire dal 17 aprile 2010 e fino al 17 maggio 2010. Per le domande presentate oltre il termine del 17 maggio 2010, il premio è ridotto dell’1% per ogni giorno lavorativo di ritardo e in caso di ritardo oltre i 25 giorni solari, la domanda è dichiarata irricevibile e non può essere ammessa a finanziamento.
Che dici? Vuoi fare la domanda? E che aspetti? Se lo farai avrai un contributo dalla collettività e tu darai un contributo a tutti noi perché renderai il nostro territorio, che è quasi tutto Paesaggio rurale, la terra dove scorre latte e miele, dove volano le farfalle che ancora, pur essendo in primavera, quest'anno non ho visto, la terra che ospita gli uccelli del cielo e che ha le coste ricche dei pesci del mare perché avrai conservato ciò che i nostri padri e i padri dei nostri padri hanno ereditato per crescere e moltiplicarsi. La tua decisione ti rende custode dell'ambiente e del territorio, la decisione che hai preso fa di te un eroe valoroso che lotta per la sua terra con le armi della pace.
Bibliografia
Jeremy Rifkin La civiltà dell'empatia Mondadori
Tringale L'azienda agricola biologica: l'esperienza di Ivo Totti
Sir Albert Howard Manufacture of Humus by the Indore Process
Herbert H. Koepf, Wolfgang Schaumann, Manon Haccius Agricoltura Biodinamica
Dario Benetti Habitat, un ambiente per vivere
Gino Girolomoni Alce Nero grida. L'agricoltura biologica, una sfida culturale
Alfredo Agustoni Comunità, ambiente e identità locali
CIDOB (Center) Il mediterraneo: economia e sviluppo
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento