giovedì 22 aprile 2010

A Zollino (Lecce) l' Earth Day 2010 del Salento Leccese


A Zollino (Lecce) l' Earth Day 2010 del Salento Leccese
di Antonio Bruno

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A 40 anni dal primo Earth Day, il giorno dedicato alla Terra, a Zollino per volontà del Sindaco Dott. Francesco Pellegrino sono state messe le basi per creare una opportunità per costruire nel Salento leccese ora e nel futuro un'economia sana, prospera e pulita.
Si è discusso della necessità delle riduzioni in agricoltura dell'uso dell'acqua, dell'impiego di fitofarmaci, delle lavorazioni superficiali dei terreni e, contemporaneamente, l'aumento delle produzioni di biomasse, del biologico e dei rimboschimenti. Ma la questione centrale che ha caratterizzato l'incontro di ieri è il recupero di antiche varietà che erano adatte per l'aridocoltura.
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A Zollino (Lecce) ieri sera alle 16 e 30 c'è stato l' Earth Day del Salento Leccese. Si sono dati appuntamento uomini e donne che hanno a cuore i destini del pianeta e che si rimboccano le maniche per salvaguardarla attraverso la tutela della biodiversità.
A 40 anni dal primo Earth Day, il giorno dedicato alla Terra, a Zollino per volontà del Sindaco Dott. Francesco Pellegrino sono state messe le basi per creare una opportunità per costruire nel Salento leccese ora e nel futuro un'economia sana, prospera e pulita.
Un 22 aprile passato nella sede Municipale sorta sulle fondamenta dell'antico palazzo baronale di Zollino discutendo animatamente del Paesaggio del Salento leccese e delle sue produzioni agricole che stanno scomparendo, una riunione in sintonia con la giornata di mobilitazione mondiale per sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi ambientali dove gli intervenuti hanno manifestato la disponibilità ad adoperarsi per la tutela del pianeta attraverso la tutela del territorio del Salento leccese. Gli interventi sono stati tutti incentrati sulla salvaguardia delle biodiversità del Salento Leccese. Si è discusso della necessità delle riduzioni in agricoltura dell'uso dell'acqua, dell'impiego di fitofarmaci, delle lavorazioni superficiali dei terreni e, contemporaneamente, l'aumento delle produzioni di biomasse, del biologico e dei rimboschimenti. Ma la questione centrale che ha caratterizzato l'incontro di ieri è il recupero di antiche varietà che erano adatte per l'aridocoltura. Insomma tutto quanto si è discusso ieri è lo svolgimento del tema ''Buone pratiche personali per la riduzione della nostra impronta ecologica'' della Giornata mondiale della Terra che contemporaneamente a Zollino si celebrava in 175 paesi.
Le parole sono importanti, la parola biodiversità che è stata utilizzata per la prima volta nel 1986 e deriva dall'inglese biodiversity che è a sua volta l'abbreviazione di biological diversity significa diversità biologica.
La biodiversità è la diversità della vita analizzata in tutti i suoi diversi aspetti. Il tema della biodiversità è stato centrale nella discussione di ieri sera perché ha coinvolto cultori di diverse discipline come la genetica, la botanica sistematica che si occupa della rapporti di parentela fra le specie, lo studio dell'evoluzione e dell'ecologia. Ieri sera c'erano anche cultori di antropologia culturale, esponenti del mondo sindacale, rappresentati delle categorie del mondo agricolo, Chef di prestigio, insigni scienziati, operatori commerciali, esponenti del mondo degli ambientalisti, professionisti e uomini di levatura internazionale che insieme hanno discusso, progettato e concordato uno dei modi possibili per salvaguardare il territorio del Salento leccese, promuoverlo attraverso i suoi prodotti tipici salvaguardando la biodiversità e proteggendo l'ambiente.
Gli chef presenti hanno sottolineato l'importanza di ottenere la collaborazione dei Maître d’Hotel che sono i principi dell’ospitalità, i veri registi della sala, in quanto hanno la predisposizione a saper accogliere l’ospite, metterlo a suo agio, ed a farlo sentire come a casa propria.
È la stretta collaborazione tra il Maître d’Hotel e lo Chef de cuisine che permette un connubio unico, forte, vincente per il settore della ristorazione. È ormai risaputo che per quanto ottimo e ben presentato possa essere un piatto, se non è ben “venduto” dal Maître, non avrà lo stesso tipo di riscontro nella clientela.
Si! Il cibo, il piatto con dentro il cibo che è derivato dall'arte creativa paziente di questi attori dell'alimentazione. Ma per preparare un alimento c'è la necessità di avere il prodotto e gli chef presenti hanno detto che sempre hanno utilizzato i prodotti del nostro territorio, i prodotti del Salento leccese con cui hanno “costruito” piatti che hanno ottenuto riconoscimenti prestigiosi a livello internazionale.
Ma c'è sempre più difficoltà a trovare questi prodotti, non ci sono più i giovani che possono continuare la tradizione degli anziani, molti dei presenti hanno fatto presente che la tecnica agricola ha bisogno di essere tramandata da padre in figlio così come da padre in figlio si tramandano i semi e i cloni degli alberi. La perdita di queste varietà significa perdita della biodiversità del Salento leccese che è legata al deterioramento dell'ambiente fisico provocato dalla nostra trascuratezza, dal nostro affidarci a prodotti che acquistiamo dalla Grande Distribuzione Organizzata, dai super colossi dove arriviamo con la nostra auto, la parcheggiamo, prendiamo il carrello in cui mettiamo alla rinfusa prodotti che dovranno servire per la preparazione degli alimenti che poi diverranno la nostra pelle, i nostri muscoli e naturalmente anche la pelle e i muscoli dei nostri figli e che non sappiamo da dove vengono, da chi sono stati coltivati, e soprattutto che sapore ci faranno gustare. Perché? Ma scusa rifletti, quando prendi una bottiglia con su scritto Olio e la scegli senza sapere chi l'ha imbottigliata ti poni il problema se poi ti farà bene aiutandoti a difenderti dall'invecchiamento e dalle malattie? Una mela, si la vedi? Bene, quando la gusti non è vero che sai già che avrà il sapore standard di “mela”? E non è così per le arance o le pesche, non è vero che sai già che sapore avranno. Ti hanno rubato anche la tensione legata alla prova “Anguria”. Come non lo sai? Ma si che lo sai! Quando avresti saputo se si trattava di anguria rossa o no? Si! Solo dopo averla aperta e che meraviglia quand'è rossa sfavillante e quale amara delusione se intravediamo quel rosa che non lascia presagire nulla di buono. Invece adesso te l'aspetti, non vivi la meraviglia di quando eri piccolo, di quando hai assaggiato la prima volta quel frutto buono che non dimentichi nemmeno ora e che, lo so, notalo anche tu, ti è venuta l'acquolina in bocca solo ricordandolo attraverso la lettura delle mie parole.
L'etica della biodiversità e l'etica ambientale sono strettamente interconnesse, l'abbiamo detto tutti a Zollino.
Perché abbiamo passato una serata a parlare di tutto questo? Guardate che nello sviluppo delle moderne teorie dell'economia, tutte le specie sono annoverate sotto il termine “risorse” con l'assunzione che le risorse siano infinite. “Animali”, “piante” ed “ecosistemi” non sono categorie nelle moderne economie.
Dalla discussione di ieri, da tutti gli interventi, trasudava il concetto della biodiversità come portatrice di un valore economico diretto e indiretto per la diversità dell'utilizzazione delle risorse. Ieri sera sono venuti fuori i punti di vista mentali di tutti i presenti che hanno sottolineato le ricadute estetiche, emozionali e addirittura spirituali che si ottengono attraverso l'azione di tutela delle antiche varietà coltivate nel Salento leccese..
Ieri a Zollino, a chiare lettere, si è definito il valore economico ed ecologico della BIODIVERSITA'.
Costanza nel 1997 ha validamente quantitativizzato in termini ecologico – economici il servizio ecologico prodotto dalla biodiversità nel controllo delle alluvioni, nella protezione del suolo dalle erosioni, nella produttività del suolo, nel filtraggio delle acque, nella purificazione dell'aria, nella regolazione del clima, nella riutilizzazione dei rifiuti urbani, nella produttività in generale.
La riunione ha avuto come epilogo la decisione di realizzare un iniziativa internazionale su questo tema e, per questo motivo, tutti si sono dichiarati disponibili a costituirsi in una Fabbrica della Biodiversità da cui fare uscire idee, iniziative, suggestioni, visioni di un Salento sempre più accogliente soprattutto per le specie animali e vegetali che in esso abitano e che rappresentano la possibilità di convivere tra specie dell'oriente dell'occidente. Il Salento leccese BIOCERNIERA tra Nord e Sud, tra Est e Ovest e luogo ideale in cui tutti i gli esseri viventi trovano il modo di stare insieme in armonia. Il Salento leccese paradigma della convivenza tra tutti i popoli del grande lago salato, la vita pacifica e serena che desiderano tutti i popoli del libero scambio che si affacciano alle rive del bacino del Mediterraneo.

*Dottore Agronomo


Bibliografia
Valeria Balboni La biodiversità
Renato Massa Il secolo della biodiversità
Brunetto Chiarelli Dalla natura alla cultura. Principi di antropologia biologica
Robert Costanza et altri The value of the world's ecosystem services and natural capital. Nature 387:253-260;

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