mercoledì 16 maggio 2012

Le Piante di Otranto del Salento leccese descritte da Enrico Groves - Aprile 1887

Le Piante di Otranto del Salento leccese descritte da Enrico Groves - Aprile 1887




Seguitando l'idea sopraccennata principierò colla descrizione della contrada di Otranto.

Nei dintorni di questa città antica forse la parte più interessante è quella all'est del paese, perché vi si trovano i due laghi degli Alimini; il primo che è alimentato da sorgenti d' acqua dolce, supplisce in gran parte alla mancanza di fiumi perenni in questa regione, cosicché vi si trovano delle specie di piante e di animali che ordinariamente sono proprii soltanto dei fiumi grandi, come per esempio la Nymphwua alba che qui fiorisce abbondantemente, ed il Lutro che si nutrisce dei numerosi pesci dei due laghi. Il secondo lago, che riceve le acque del primo, essendo più vicino al mare rimane alquanto salato e per conseguenza possiede una flora diversa.

In questi ultimi anni una buona parte del terreno intorno ai laghi è stata ridotta a coltivazione, e macchie di Quercus pseudococcifera e paludi di Eryngium pusillum sono sparite davanti alla laboriosa energia dei bufali che sono qui adoperati per il lavoro dei campi ; però nelle sabbie marittime e nei posti paludosi dei laghi, il botanico può ben contentarsi di quello che rimane.

Dirigendo i nostri passi verso il settentrione di Otranto troveremo dei vasti ed ondeggianti terreni, variati qua e là di rocce tufose e cospersi di basse macchie. Qui crescono in gran copia il Thymus capitatus, il Rosmarinus officinalis e quella terribile pianta-istrice il Cytisus infestus, nonché la Phlomis ferruginea. Quest'ultima, benché sia una pianta di fusto tenero, prende uno sviluppo cosi robusto da essere tagliata per ardere parimente alle due prime specie, di modo che la buona gente di Otranto è fortunata di possedere dei combustibili cosi aromatici e cosi diversi da quelli adoperati in altre parti d'Italia.
Qua anche 1' Erodium Gussonel cresce in grande abbondanza, mantenendo la fioritura durante diversi mesi, le piante danneggiate dalle bestie ributtando forti getti fino all'estate inoltrata. A questa escursione si può associare quella delle cosi dette Paludi d' Otranto, che per la più parte sono coltivate. essendo bene irrigate dal fiumicello Idro che ha dato il nome al paese, anticamente chiamato Hydruntum.
Ora ci rimane la parte verso 1' occidente del paese, ove abbiamo molto da occuparci, sia nel terreno magro e sassoso, per lo più coltivato, sia sulla spiaggia e nei dirupi marittimi. Recentemente questi terreni hanno cambiato proprietari, ed una coltivazione migliore ha fatto sparire certe piante care al botanico.

Il famoso Ranunculus asiaticus, pubblicato per la prima volta nel 1877, è fortemente minacciato dalla recente coltivazione,ma fortunatamente la pianta possiede forti tubercoli che serviranno probabilmente a mantenere la specie nel nuovo terreno.
Sulla spiaggia, poco distante dal paese, e soventi volte annaffiata dalle onde di mare, si trova la simpatica Statice cancellata var. glabrata Guss., nonché delle forme di S. virgata; e camminando lungo i dirupi troveremo una bella varietà dì Plantago subbulata colla base delle foglie fornita di una lana candidissima, mentre sotto la Torre dell' Orto il robusto Hippomarathrum Bocconei forma una vera macchia. La parola « Orto » qui significa oriente, per distinguerla da un' altra Torre dell' « occaso » occidente.

Estratto dal Nuovo Giornale Botanico Italiano, Voi. XIX.

N. 2, Aprile 1887

FLORA DELLA COSTA MERIDIONALE DELLA TERRA D' 0TRANTO, PER ENRICO GROVES.

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