Piante e fiori degli oliveti
Grazie al minore ricorso ai diserbanti
e all’incremento dell’agricoltura biologica sui terreni degli
oliveti di Puglia stanno ritornando spettacolari fioriture spontanee.
Numerose anche le piante officinali,
come la camomilla, e prelibatezze da gustare come cipollaccio,
cicorielle selvatiche e more
di Piero Medagli
Il rapporto tra flora spontanea e
oliveti in Puglia è ancora oggi di tipo conflittuale. Un tempo gli
oliveti erano teatro di spettacolari fioriture primaverili. Poi,
dagli anni ’60 del secolo scorso, il ricorso generalizzato ai
diserbanti chimici ha trasformato molti oliveti intensivi in lande
desertiche dove a stento si rinvenivano tappeti di muschi e qualche
filo d’erba. Analogamente, l’utilizzo sistematico di pesticidi in
agricoltura contro le malattie dell’olivo ha eliminato anche molti
insetti utili, come gli impollinatori. Gli effetti combinati del
diserbo e dell’eliminazione degli impollinatori hanno avuto un
impatto devastante sulla flora spontanea. Nelle aree sottoposte a
minori trattamenti di diserbo ma a forte uso di anticrittogamici la
flora presente era poco diversificata, costituita quasi
esclusivamente da specie che si autoimpollinavano o erano impollinate
dal vento. Le corolle vistose e sgargianti utili ad attrarre gli
insetti tendevano a scomparire del tutto a vantaggio di specie più
dimesse, con fioriture poco vistose come le graminacee. Occorre
sottolineare che in alcune aree della Puglia la pratica del diserbo
si rendeva necessaria per la tradizione di raccogliere le olive da
terra dopo la caduta, scopandole e ammucchiandole. In tal modo si
otteneva un olio ad elevata acidità e di scarso valore commerciale.
Oggi si diffonde sempre più la pratica della raccolta meccanica con
scuotitori di vario tipo che permettono di ottenere olii di elevato
pregio. Quindi non è più necessario, come un tempo, il ricorso
massiccio ai diserbanti e inoltre molti oliveti sono stati convertiti
al biologico e quindi l’uso di prodotti chimici è stato bandito.
Un discorso a parte poi riguarda gli oliveti monumentali e quelli
terrazzati lungo le coste che, per conformazione del suolo,
generalmente hanno un substrato con affioramenti rocciosi e
conservano maggiore naturalità.
Lentamente, ma
significativamente, si torna ad una agricoltura di qualità,
compatibile con l’ambiente e si cerca una pacifica coesistenza tra
flora spontanea e agricoltura. La flora viene preferibilmente
contenuta con metodi meccanici e limitatamente alla base dei singoli
tronchi, anche per prevenire eventuali incendi. In tal modo ritornano
gradualmente le spettacolari fioriture di un tempo. Dove sono ancora
presenti i muretti a secco perimetrali si sviluppa una interessante
flora arbustiva con elementi tipici della macchia.
La flora presente rispecchia il
contesto fitoclimatico dei vari siti. Nelle aree costiere e di
pianura prevale una flora costituita dalle tipiche sclerofille
sempreverdi come il lentisco (Pistacia lentiscus), il mirto (Myrtus
communis), la fillirea (Phillyrea latifolia), la quercia spinosa
(Quercus calliprinos), il corbezzolo (Arbutus unedo) dai frutti
commestibili presenti in autunno e il comunissimo rovo dalle
ricercate more a maturazione estiva, mentre nelle aree più fresche
abbondano le caducifoglie come il biancospino comune (Crataegus
monogyna) e il prugnolo (Prunus spinosa). Negli oliveti con substrato
sassoso o roccioso tali arbusti si spingono anche all’interno
formando macchioni più o meno folti. In alcuni di questi oliveti
persistono ancora specie rare come la mitica mandragora autunnale
(Mandragora autumnalis), pianta ritenuta magica per via della sua
radice stranamente ramificata che ricorda un corpo umano. Comunque la
maggior parte delle specie spontanee dell’oliveto è costituita da
piante molto comuni e tipiche. Non è raro osservare in primavera
oliveti che si rivestono di color arancio per le spettacolari
fioriture della calendola comune, oppure del giallo intenso della
acetosella gialla (Oxalis pes-caprae). Tappeti di color violetto
indicano copiose fioriture di malva. Più spesso, rispetto ai colori
uniformi prevalgono le fioriture variopinte. Tipico dei suoli
compattati degli oliveti sono alcune bulbose come il cipollaccio da
fiocco o lampaggione (Leopoldia comosa), pianta molto ricercata per i
bulbi molto apprezzati in cucina, il latte di gallina (Ornithogalum
umbellatum) e altre piante ad uso alimentare come le ben note
cicorielle selvatiche (Cychorium intybus). Negli oliveti sono
presenti anche piante ad uso officinale come la comune malva (Malva
sylvestris) o la camomilla (Matricaria camomilla).
Come si vede da questa veloce
carrellata, si tratta di un ricchissimo patrimonio di biodiversità
vegetale che appaga l’occhio e la curiosità dell’appassionato
naturalista, ma che può costituire una risorsa da non sottovalutare
sotto il profilo alimentare e officinale.
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