lunedì 14 maggio 2012

FLORA DELLA COSTA MERIDIONALE DELLA TERRA D' 0TRANTO, PER ENRICO GROVES

Estratto dal Nuovo Giornale Botanico Italiano, Voi. XIX.


N. 2, Aprile 1887

FLORA DELLA COSTA MERIDIONALE DELLA TERRA D' 0TRANTO, PER ENRICO GROVES.

nella foto ENRICO GROVES

Alcuni anni fa ho pubblicato nel Nuovo Giornale Botanico Italiano un saggio della flora di questa regione, la quale essendo fuori della strada battuta è rimasta poco esplorata dai botanici moderni. Il giudizio che avevo formato allora intorno al clima di questa terra è stato pienamente confermato dall' esperienza degli anni successivi, di modo che non posso far di meglio che ripetere le parole già scritte su questo argomento, nel caso che alcuni dei miei lettori non avessero veduto il resoconto del 1877.

Botanicamente l' antica Japygia può essere divisa in due regioni, una che si può chiamare quella di Otranto, l'altra quella di Taranto, l' una e 1’ altra avendo un clima tutto suo proprio, col Capo di Leuca per linea di separazione. La parte orientale di questo distretto, ossia quella di Otranto, situata nello stretto di quel nome, è dominata per la più gran parte dell'anno da venti freschi, che prenderanno non poco della loro forza dalla configurazione della costa elevata e montuosa dell'Albania nell'altro lido dello stretto. Per conseguenza lo sviluppo primaverile della vegetazione presso Otranto non è più avanzato di quello dell'Italia Media, e gli abitanti non hanno mai a soffrire i forti calori che si fanno sentire in molti paesi settentrionali. In contrasto a questa temperatura moderata la regione verso Gallipoli e Taranto, essendo lontana dai venti nordici del Canale d' Otranto, e forse alquanto protetta dalle colline verso Gioia e Castellaneta, dà saggio di un clima atto allo sviluppo di forme meridionali ; e di fatti, al Capo di Leuca, e specialmente a Gallipoli, abbiamo una flora che ricorda la riviera di Genova o la costa del Gargano ; per conseguenza lo sviluppo della vegetazione è molto più precoce che nella parte orientale della provincia. Grazie a ripetute ricerche lungo il litorale, specialmente verso Gallipoli e San Pietro in Bevagna, nonché a Leucaspide presso Taranto, ove il valente botanico sig. C. C. Lacaita ha esplorato con molta intelligenza i terreni dell' egregio suo padre il senatore Lacaita, mi trovo in grado di presentare ai miei amici un resoconto più interessante di quello che non fu il mio primo tentativo, benché io senta pur troppo quanto sia rimasto da fare per rendere giustizia a questa ricca e simpatica regione. Essendo stato colpito dalla somiglianza di certi punti del littorale con quelli verso Siracusa in Sicilia, per mezzo del chiarissimo generale Annibale Ferrerò sono stato favorito dall' egregio coram. Giordani di un breve cenno sulla formazione geologica della Terra d' Otranto. « I terreni geologici di questa regione appartengono principalmente a formazioni delle epoche cretacee e dei tre piani del terziario (eocene, miocene e pliocene); altri poi alle panchine quaternarie. La formazione cretacea, che costituisce per lo più il nucleo delle colline più elevate, è di un calcare solido contenente fossili ippuritici ; le altre formazioni consistono essenzialmente di conglomerati, puddinghe, calcari granulari, argille e sabbie. Simili terreni hanno certamente molta analogia con la parte meridionale della Sicilia verso Siracusa, Modica e Terranova, però nella Terra di Otranto non vi sono punto roccie vulcaniche, come sono i basalti più meno antichi che si trovano in diverse parti della regione fra Siracusa e Catania. » Prima di occuparmi della lista delle piante che crescono nella nostra regione, sarebbe utile, mi pare, di indicare a chi possa visitare le singole località, i luoghi di osservazione ed il miglior modo di arrivare sul campo, onde dare al lettore Un' idea gènerale dei diversi paesi per il caso che non potesse esplorarli personalmente. I tre punti principali per uno che voglia stabilirsi per qualche giorno allo scopo di studiare la flora sono Otranto, Taranto e Gallipoli, tutti e tre trovandosi sulla rete delle strade ferrate meridionali.

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