lunedì 21 maggio 2012

Il Topinambur del Salento leccese (Helianthus annuus)


Il Topinambur del Salento leccese (Helianthus annuus)



Chiamato anche girasole del Canadà o girasole perenne

Helianthus tuberosus L.

Famiglia Compositae (Asteraceae)



Etimologia

dal greco helios, sole ed anthos, fiore, ovvero “fiore del sole”, per la somiglianza dei fiori del girasole (Helianthus annuus) alle immagini del sole.



Somiglia ad una patata molto mal riuscita ma il suo sapore è più simile a quello di un cuore di carciofo (da qui il suo nome comune carciofo di Gerusalemme), il topinambur è un tubero infestante e una specie finita nella lista nera nel nostro paese delle "specie aliene", essendo nativa del nord America. Vedendo la pianta, però, non possiamo fare a meno di dire che è davvero deliziosa: infatti il topinambur (conosciuta anche come Rapa tedesca) cresce facendo delle fantastiche e molto alte margherite gialle (cosa che si può ben capire dal suo nome scientifico Heliantus tuberosus) e come non innamorarsi di questi fantastici fiori? E allora perché non coltivarle sul proprio balcone?



Insomma non hanno bisogno di alcuna cura, hanno bisogno di pieno sole, non necessitano di troppa acqua e producono una quantità enorme di cibo se coltivati.



Basta che vi procuriate i tuberi dal vostro fruttivendolo e li seppelliate proprio in questo periodo (da gennaio a marzo) appena sotto la terra in un bel vaso o nel vostro giardino ponendo al di sopra anche un po' di foglie secche o di paglia, ciò che in gergo si chiama pacciamatura per proteggere i futuri germogli. Poi passate all'annaffiatura e null'altro, come detto non hanno bisogno di troppe cure.

Una volta raccolti questi tuberi vanno conservati in frigo e mangiati entro 4-5 giorni dalla raccolta.I tuberi del topinambur non contengono glucosio e quindi sono perfetti per chi è diabetico, inoltre lo zucchero complesso di riserva non è l'amido (come per le patate), ma l'inulina per questo non esagerate con il suo consumo altrimenti la formazione di gas da parte del vostro intestino sarà inevitabile.


Il topinambur può essere consumato sia crudo che cotto, in insalata, a vapore condito con un filo di olio evo ed una spolverata di pepe nero.



Descrizione

Pianta perenne pubescente e scabra, con fusti alti mediamente 1,5 - 2 m, ramosi, con rizoma strisciante ingrossato in tuberi terminali nodoso-irregolari che ricordano piccole pere allungate, esternamente biancastri (var. albus) fino al rosso-violaceo (var. purpurascens).

Foglie opposte, verticillate a tre o sparse, le inferiori ovato-cordate, le altre ovate o lanceolate attenuate alla base, tutte con piccioli cigliati in basso.

Fiori giallo-dorati, compaiono da agosto ad ottobre, riuniti in capolini disposti quasi in corimbi su lunghi peduncoli gracili, quelli esterni forniti in media di 15-16 ligule (petali) lunghe 2-3,5 cm.

I frutti sono acheni lunghi 5 mm, con 1-4 reste cigliate, da noi molto di rado giungono a maturazione e quindi per lo più questa pianta si diffonde per via vegetativa grazie ai suoi tuberi.

Le foglie e i fiori si usano in tintoria per colorare la lana e la seta.



Ecologia: argini dei fiumi, sponde, incolti.



Distribuzione e habitat

Coltivata e in molti luoghi largamente naturalizzata, comune nella pianura Padana, più rara nell’Italia centro-meridionale, indicata per la Sardegna e la Sicilia. Dal piano fino a 800 m di quota.



Il topinambur è una specie americana, originaria del Canada e delle praterie nord-orientali degli Stati Uniti; fu portata in Europa dall’esploratore S. de Champlain e coltivata in Italia già nel 1606 in un orto a Roma. Cresce lungo gli argini e le golene dei fiumi, le rive dei fossi, campi e incolti.



Parti utili: i tuberi



Proprieta’ medicinali e curiosita’

I tuberi del topinambur sono ricchi di inulina, un polisaccaride o zucchero complesso, e sono quindi adatti anche all’alimentazione dei diabetici. Possiedono inoltre azione lassativa e stimolante sulla produzione del latte. Alcuni ricercatori li hanno recentemente rivalutati anche come possibile fonte di etanolo, in particolare, grazie alla rusticità di questa pianta, per zone aride o difficili per altre colture adatte allo scopo.



Periodo di raccolta: da ottobre a dicembre



Impieghi: i tuberi, noti come topinambùr, tartufi di canna, tartufo del Canada, trifole bastarde,

carciofi di Gerusalemme, patate del Canada, ecc., che non vanno confusi con quelli della patata

dolce, patata americana o batata (Ipomoea batatas) che appartiene alla famiglia delle Convolvulaceae, vanno raccolti quando la pianta si è seccata (da fine novembre a febbraio). Dopo una accurata lavatura si sbucciano e sono pronti da preparare. Si lessano come le patate, cucinati

in teglia “al funghetto”, gratinati in forno con panna e besciamella, fritti, oppure crudi tagliati a

fettine sottili nelle insalate miste o intinti nella “bagna caoda” piemontese. La polpa ha un sapore

che ricorda i fondi di carciofo ed in genere è gradita, solo qualche palato non avvezzo alle

novità la giudica un po’ stucchevole. Bisogna dire tuttavia che in alcune varietà orticole il sapore

e le dimensioni sono migliorate; già più di 60 anni orsono un selezionatore, il cav. D. Fasan,

isolò un ceppo di questa specie chiamandolo “eliànto italico” che ebbe notevole diffusione nell’

agro romano e pontino. Le foglie sono usate come alimento in elicicoltura (allevamento delle

chiocciole).



Ricette:



Topinambur al latte e prezzemolo

Pelate i tuberi (800 gr), laveteli e tagliateli a piccoli tocchetti, versateli in una casseruola con un

litro di latte. Portate ad ebollizione, salate, unite 20 gr. di burro e lasciate bollire a fiamma media

fino a cottura completa. Il liquido dovrebbe avere a questo punto una consistenza cremosa,

aggiungete prezzemolo tritato e lasciate insaporire ancora 5 minuti. Sono un ottimo e delicato

contorno da consumare caldo, volendo con una bella spruzzata di formaggio grana.



Gnocchi di Topinambur.

Ingredienti: 600 g. di topinambur, 250 g. di farina bianca, uova q.b., 400 g. di pomodorini,

prezzemolo, alcuni cucchiai di olio d’oliva, sale q.b.. Cuocere in acqua i topinambur, scolarli

e trasformarli in purea. Addensare la purea sul fuoco in una padella, lasciare raffreddare, aggiungere

la farina e le uova e ottenere un impasto morbido, lavorando poi su una spianatoia

come per gli gnocchi di patate. Cuocere gli gnocchi e scolare come d’uso, facendoli saltare poi

velocemente in una padella con l’olio, i pomodorini tagliati e un trito di prezzemolo, aggiustare

di sapore con sale.



Topinambur alla besciamella.

Ingredienti: topinambur, besciamella, burro, limone e sale q.b. . Cuocere in acqua salata a fuoco

basso e con qualche goccia di limone i topinambur tagliati a grosse fette. Scolarli e rosolati nel

burro. Preparare nel frattempo la besciamella. Disporre i topinambur su un piatto di portata e

versarci sopra la besciamella calda.

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