martedì 10 luglio 2012

“Programma di “Tutela della Biodiversità nel Sistema di Conservazione della Natura in Puglia”


Programma di “Tutela della Biodiversità nel Sistema di Conservazione della Natura in Puglia”

Al via le prime azioni di tutela di chirotteri e vallonee lungo il Parco “Costa Otranto Leuca e Bosco di Tricase”



Grande soddisfazione è stata espressa dal Presidente del Parco, ing.Nicola Panico per l’attuazione dell’importante progetto “Misure – riferisce il Presidente – che riguardano l’intera comunità del Parco. La presenza dei pipistrelli è fondamentale per gli equilibri del nostro ecosistema, e per la preziosa azione di bonifica ambientale che questi mammiferi svolgono. La loro sopravvivenza è fortemente compromessa da cattive prassi come l’uso di pesticidi nelle campagne e l’incontrollata fruizione delle grotte presenti lungo tutta la fascia costiera del Parco. Lo stesso dicasi per la quercia vallonea di Tricase, alla cui tutela è stato destinato metà del budget dell’intero progetto: uno sforzo esemplare compiuto per salvaguardare uno dei simboli del Parco. Quello finanziato – continua Panico - è il primo di una serie di progetti ed iniziative in direzione della conservazione delle specie faunistiche e vegetali più vulnerabili”.

Si concretizza infatti in questo periodo la prima parte del progetto, approvato e finanziato dalla Regione Puglia al Parco, che prevede assieme alla protezione dei pipistrelli, e la salvaguardia delle grotte, loro habitat d’elezione, anche la tutela della Quercia Vallonea (Quercus macrolepis): l’entità botanica più suggestiva della flora salentina, che figura tra le specie per le quali a livello mondiale è riconosciuta l’esigenza di istituire riserve per salvaguardare lo stock genetico (UNESCO 1979).

All’occhio attento del visitatore non sfuggiranno i primi interventi. Per quanto riguarda la prima linea, dedicata ai piccoli mammiferi, sono stati collocati abbeveratoi faunistici utili a loro e a molte altre specie faunistiche; nel tempo sono spariti gli specchi d’acqua nelle campagne, come vecchi piluni, conche, vasche di abbeveraggio nei pascoli, ormai dismessi o chiusi per motivi di sicurezza. Ciò ha ridotto notevolmente le riserve d’acqua utilizzabili dagli animali selvatici. Ma questi preziosi punti di “dissetamento”, in alcuni casi, afferma il responsabile del Progetto, dott. Biol. Francesco Minonne, sono anche opere di riqualificazione pensate per la sistemazione di punti soggetti a degrado: come quello collocato nella spiaggetta di Porto Badisco dove si cercherà di ripristinare la sorgente continuamente interrata da detriti e sabbia rimossa.

A comprendere e percepire l’area naturale come bene inestimabile, sono poi in allestimento, lungo tutto l’asse costiero, le tabelle illustrative, con indicazioni divulgative dell’area ed informazioni scientifiche distintive degli habitat e delle specie che ci vivono.

Completano l’opera, in perfetta armonia con l’ambiente, i segnalatori dell’area protetta, stilizzazioni in acciaio COR-TEN, di grande utilità alla percezione consapevole del Parco. Sentinelle dei luoghi con informazioni e numeri utili a tutti, essi sono anche un invito a soffermarsi ed osservare il volo dei migratori, i paesaggi mozzafiato, le preziose specie botaniche custodite nel territorio.

In ultimo si possono osservare ad Otranto, presso le grotte della monaca e le fonti di Carlo Magno, e il cunicolo del Diavolo a Badisco, le nuove cancellate in acciaio, adeguatamente studiate per favorire il passaggio dei chirotteri , idonee anche per mettere in sicurezza siti pericolosi.

Nota di particolare rilevo è che i massi utilizzati per la realizzazione degli abbeveratoi sono stati prelevati lungo la litoranea da siti di accumulo con scarichi abusivi di inerti; la ditta realizzatrice delle opere si è impegnata in un lavoro di pulizia e rimozione dei rifiuti nei punti di installazione dei segnalatori che diventano così anche riferimenti simbolici di legalità e cura del luoghi.

Il Progetto ha avviato, inoltre, un piano di monitoraggio sia per i chirotteri che per le vallonee che permette lo studio sullo stato di salute e di diffusione di entrambe le popolazioni nell’Area protetta.

M.Maddalena Bitonti

Ufficio Stampa Ente Parco

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