Pisello riccio story
Scritto da Azzurra De Razza
Qualcuno mi ha scritto. Qualcuno mi ha
scritto chiedendomi del pisello. Quello "riccio di Sannicola".
E io ho sospirato. ("Che bello, qualcuno mi segue").
Giorgio, dalla brindisina Latiano, ha evidentemente conosciuto la mia
fervida attività per la salvaguardia di questo ecotipo di pisello
nano - perché di piccole dimensioni - dolcissimo e "riccio"
- solo per via del suo viticcio, che cresce attorcigliandosi come in
boccoli. E qui, per lui, lettore attivo e propositivo, oggi faccio
nomi e cognomi sul pisello.
RICCIO STORY
Dal dopoguerra agli anni '80 è stato
l'ortaggio più coltivato nell'area ionico-salentina. E più venduto:
finiva sui mercati di Napoli e Roma. Dal 2000 è stato inserito
nell'elenco dei PAT, Prodotti Agroalimentari Tradizionali. Oggi è
immancabile nella sezione "da non perdere" delle più
popolari guide turistiche dedicate a Gallipoli e dintorni. E lo si
può trovare citato tra gli indispensabili ingredienti di ricette
fashion sui più blasonati siti internet al femminile. In realtà,
lotta per vivere da qualche anno, il pisello, quello "riccio di
Sannicola" - piccolo comune di poco più di cinquemila abitanti,
a trenta chilometri da Lecce e a due dalla "città bella".
Fino ad un ventennio addietro, lì si
svolgeva un imponente mercato stagionale del pisello. Poi, agli inizi
dei '70, è arrivato il pisello progress a mettere in crisi il
"riccio". Baccello più lungo, frutto più grosso,
coltivazione meno difficoltosa, maggior praticità di raccolta (in
meno tempo si raccoglievano più quintali), ed ecco che l'economicità
del progresso, ha pian piano fatto diminuire i campi di "riccio
di Sannicola". Ma le cose sono cambiate non solo nella terra in
quegli anni. Il tempo che prima le donne investivano a "sbucciare
piselli", veniva meno sempre più. E poi comunque nei
supermercati si potevano acquistare ormai ad un prezzo ragionevole i
Findus, pisellini surgelati facili da preparare e soprattutto
prêt-à-porter.
SANNICOLA
Se siete in zona, raggiungete il
piccolo comune in questione e chiedete di "Villa Excelsa"
per mangiare. Quando arrivate, cercate Mino e dite che vi mando io, è
meglio. Se mi scrivete prima una mail magari, lo avviso. Così si
prepara. Non che ne abbia bisogno, però non si sa mai.
"Siamo venuti da lontano per
gustare un piatto con pisello riccio" direte. Lui farà
spallucce e proporrà altro. Accordatevi sulle portate. Ma prima
almeno fatevi spiegare la storia dell'immobile in cui vi trovate. Ex
Villa Starace.
Dal '94 al 2003, ad amministrare il
paesello c’è stato Sergio Bidetti, partito dei Verdi, il primo
sindaco "verde" d'Italia. Che fortuna per il pisello!
"Andai da lui circa un decennio fa, per cercare di sollecitare
azioni per la tutela dell'ecotipo salentino. Mi rispose: «Sannicola
è paese di gay, se mi metto a proteggere il pisello, finisco certo
sui giornali»". Me l'ha raccontato il mio amico Massimo Vaglio,
gastronomo salentino, esperto in produzioni agroalimentari
mediterranee, i cui buoni propositi si scontrarono con la paura del
primo cittadino di creare scalpore.
Digressione obbligatoria per spiegare:
Sannicola ha rappresentato un po' l'avanguardia del movimento
omosessuale in Italia, visto che proprio in questo piccolo comune è
nato e cresciuto Giò Stajano, nome d'arte di Gioacchino Stajano
Starace, icona gay degli anni Cinquanta, primo trans del Paese, oggi
donna, tornata a vivere nel Salento. E nipote del gerarca fascista,
braccio destro di Mussolini, Achille Starace. Nella cui villa - oggi
Excelsa - vi auguravo di pranzar piselli. Ricci. Locali.
MARZO PISELLO
"Il problema è la manodopera, che
costa troppo oggi. E il pisello riccio da novembre, quando si prepara
la terra e si piantano i semi, fino alla raccolta, a marzo, ha
bisogno di continue attenzioni. Allora, così, i prezzi di vendita
salgono. Qui vogliono pagarlo come il verdone! Ci ole ssi lu mangia,
ccu ssi lu chianta ssulu, ca poi sape quantu costa! (chi vuole
mangiarlo, se lo pianti da solo, così capisce il perché di un
prezzo così alto!)". Agostino e Carmelina, marito e moglie,
contadini in pensione, il nocciolo della questione ce lo spiegano
davanti ai torti viticci di un piccolo campo tra muretti a secco che
rimane ad oggi una delle poche isole di conservazione del pisello
riccio sopravvissute a Sannicola.
Non si può più fare economia con il
pisello? Prova a fare i conti con il "riccio" da conservare
l'assessore comunale all'agricoltura, Cosimo Cataldi - 30 anni ed un
master in marketing del territorio, è tra i giovani che sono andati
via e tornati nel Salento, anche se non per lavorare la terra. E pure
carino, per cui sto tentando di dargli una mano. Ci troviamo per
giunta nell'anno internazionale della biodiversità, proclamato
dall'ONU, per cui ho/abbiamo un dovere quasi morale.
Sto organizzando un gruppo d'acquisto.
Raccolgo prenotazioni per il pisello. Lo compriamo e lo salviamo.
Scrivetemi, la quantità che volete, senza esagerare, che sono pochi.
Ma se li compriamo quest'anno - ah, 10 euro al kg però! - il
prossimo ne coltiveranno di più. E i ristoratori della zona magari
avranno ognuno un piatto speciale sul pisello. E tutti verranno a
chiederlo, qui. E magari rifacciamo pure un mercato. E Cataldi magari
si innamora pure di me.
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