A Nardò del Salento leccese un calo del 55 per cento nelle ordinazioni di piantine di anguria
........Altra storia quella del comprensorio di Nardò, capitale dell’anguria da almeno vent'anni a questa parte. La Coldiretti registra l’indizio: un calo del 55 per cento nelle ordinazioni di piantine, concimi, fitofarmaci e teli in plastica per serre e tunnel. Significa che dopo la crisi internazionale del prodotto dell’anno scorso (e la psicosi per il batterio dell’Escherichia coli che ha funestato i mercati centro- europei) i piccoli e medi produttori, quelli che non coltivano più di dieci ettari a testa, si sono ritirati o hanno diversificato le produzioni. La stima è di circa 400 ettari in meno di campi coltivati ad anguria.
Preoccupato il commento di Beneddo De Serio, direttore di Coldiretti Lecce: «Difficile la situazione finanziaria della maggior parte delle imprese che hanno dovuto abbandonare in campo, la scorsa estate, tonnellate di angurie. Molte le richieste di rinnovo delle obbligazioni - fidi bancari, prestiti - per far fronte sia alle esigenze della nuova campagna che normalmente prevede la semina nel mese di marzo ma che quest’anno ha avuto una vistosa battuta d’arresto, sia per la realizzazione di coltivazioni alternative che diano maggiori prospettive di reddito».
Intanto ci sono altri problemi: i primi extracomunitari addetti alla raccolta sono già nel territorio di Nardò (ne sono attesi circa ottocento) e, per ora, trovano alloggi provvisori in attesa della «stagione» che non si sa se arriverà. Poi, anche qui, lo spettro dell’importazione del prodotto dai campi nordafricani, dove le angurie saranno pronte più o meno un mese prima di quelle salentine. Se arrivano sui mercati italiani in grandi quantità sarà la fine per la «capitale» delle angurie.
Fonte La Gazzetta del Mezzogiorno del 19 aprile 2012
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