mercoledì 12 maggio 2010

A Lecce, intorno a un tavolo, una sera, a cena


A Lecce, intorno a un tavolo, una sera, a cena
di Antonio Bruno

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Ieri sera alle 20 e 30 al Patria Palace Hotel nel cuore di Lecce, vicino alla Basilica di Santa Croce e a pochi passi di distanza dall'anfiteatro romano “A Cena con lo Chef” tra un ricordo e un pensiero il Direttore dell'Hotel e lo Chef Andrea Serravezza hanno trasformato in realtà i sogni di promuovere il Salento leccese
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Metti una sera, a cena, a Lecce, con lo Chef Andrea Serravezza donne e uomini del Salento leccese che... Ma voglio iniziare dalla fine, dal Gran Galà della tipicità e dei sapori, delle flagranze di questa terra immersa nel grande lago salato. E' stato bello ammirare i colori della tavola che fiorisce dal seme, il precursore del germoglio, c'erano sparsi sapientemente i semi della fava e del fagiolo e lo sfavillante rosso dei frutti di quei grappoli di pomodorini che facevano da sfondo al centro da cui sorgeva un Bouchet di basilico verde. Metti una sera a cena il senso di bellezza nell'elegante “Sala a manger” del Patria Palace Hotel, i saluti cordiali tra donne e uomini, politici, imprenditrici, capitani d'impresa, esperti in informazione e comunicazione che animavano “la cordialità”. Ci siamo congedatati a malincuore, come accade sempre tra le persone che hanno un comune sentire, perché staccarsi, dover andar via da una sensazione di benessere, è sempre difficile.
Il benessere veniva dall'ambiente accogliente e raffinato del Patria Palace Hotel e dalle donne e uomini che ieri sera hanno vissuto un momento magico, che hanno potuto assistere alla preparazione “in diretta” dei piatti che poi sarebbero giunti su quella meravigliosa tavola per realizzare lo stupore, la meraviglia di sodalizi tra ingredienti che sanno di ricetta magica che ieri sera ha realizzato “l'incantesimo” della sapienza e della bellezza della terra in cui vivo.
Donne e uomini che arrivati e accolti direi quasi “con affetto” sono subito andati “in alto” sulla terrazza dove si doveva svolgere il rito dell'aperitivo. La vista? La facciata della Basilica di Santa Croce di Lecce, il suo rosone centrale che tiepidamente sembrava l'artefice della serata di ieri sera, mite, dolce, come sono le nostre serate primaverili intrise di un profumo che deriva da miscele sapienti dei profumi delle essenze erbacee in fiore con i suoni delle voci dei presenti, e che si concretizza nel gusto delle pietanze e nei colori delicati e densi che accompagnavano la discussioni sulle intuizioni di persone del “profondo sud est” che ieri sera rappresentavano gli amici che si incontrano. Ieri sera al Patria Palace Hotel si sono “accompagnate” le sensibilità da cui scaturiscono progetti, sensazioni, emozioni, ieri sera c'erano persone che mettono insieme tutto ciò che hanno formando una condivisione di etnie, saperi, sensibilità e tradizioni che divengono “cultura”.
Ieri sera, a cena, con lo Chef, c'erano queste persone! Elencarne i notissimi nomi e cognomi potrebbe far perdere di vista quello che si è realizzato, scrivere della presenza potrebbe non far percepire “il valore aggiunto” che, lo stare insieme, fa sgorgare come l'acqua che viene su dalla profondità delle viscere della terra e riempie di vita tutto ciò che accarezza. L'amicizia tra queste donne e questi uomini è questo “certo non so che”, il valore vero, la marcia in più, che incastona le donne e gli uomini, queste risorse nel territorio. E' questa capacità di stare insieme che rende il Salento leccese distretto produttivo con i suoi custodi che mettono a disposizione di tutti i frutti che spontaneamente il territorio dona, produce, è questa capacità che valorizza i frutti del territorio, li serve su un piatto d'argento e li rende vita e identità.
Non basta produrre i migliori prodotti, confezionarli in maniera da renderli desiderabili,, “appetibili”, non basta farli conoscere con la comunicazione, ci vuole un cuore e un anima, una narrazione, un progetto condiviso, insomma un percorso, che parte da questo territorio, che parte dal Salento leccese per offrirsi all'attenzione del globo, della terra, come “unico”, per suscitare la curiosità che prende tutti noi ogni volta che incontriamo una cultura. Si! Sto scrivendo di quella voglia di conoscere, quell'attenzione che ci fa notare tutto, anche quello che la nostra “distrazione cronica” ci impedisce di vedere. Insomma questa “amicizia” apre gli occhi, fa vedere i ciechi, noi ieri ci siamo meravigliati perché finalmente risvegliati dall'ipnosi del consumismo e dei mass media.
Di nuovo a contatto, uno con l'altro, guardandoci i visi, ascoltando i suoni delle nostre voci, tutto vero, tutto genuino, come la nostra conoscenza, come i nostri nomi, come i prodotti della nostra terra e del lavoro della donna e dell'uomo, si! La nostra creatività quella scaturigine che ci distingue da tutto il resto e che permette a noi donne e uomini del Salento leccese di trasformare in realtà i sogni.
Questo è accaduto ieri sera al Patria Palace Hotel grazie al suo direttore e grazie a un uomo che ci crede e che mettendoci intorno a un tavolo, una sera, a cena, ha realizzato l'inaspettato.

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