venerdì 21 maggio 2010

Prodotti tipici del Salento leccese: spostare l'attenzione dal prezzo al valore dei prodotti


Prodotti tipici del Salento leccese: spostare l'attenzione dal prezzo al valore dei prodotti
di Antonio Bruno*
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In Italia la capacità produttiva è superiore a quella del consumo. La qualità dei prodotti agricoli invece è molto apprezzata!Ieri sera a Zollino (Lecce) presso il Municipio, in una riunione in cui si sono affrontati i temi della biodiversità nel Salento leccese, si è parlato della difficoltà di avere i semi del “Pisello nano di Zollino” e di altri prodotti tipici del territorio.
Donne e uomini del Salento leccese, a Zollino, hanno costruito una piazza per mettere in comune i prodotti della terra, un luogo fisico in cui incontrarsi per confrontare esperienze, carpire segreti, dare suggerimenti.
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La capacità produttiva è superiore a quella del consumo. Tutto questo deriva dalla legge! Infatti i semi in Europa, per legge, devono essere iscritti in cataloghi che li certificano affinché possano essere venduti e ciò può avvenire solo se il seme che viene venduto è corrispondente alle caratteristiche di Distinzione, Uniformità e Stabilità (D.U.S.). Poi siccome sono specie agrarie devono avere un adeguato Valore Agricolo e Tecnologico (V.A.T.) superiore alle varietà già presenti nel catalogo.
E' questo il nemico: il fatto che ci debba essere una superiorità ha distrutto la diversità agraria, la biodiversità.
Ma chi ha i semi? Non ce li hanno gli agricoltori che si limitano ad acquistarli. Se il seme viene tutto o dalle industrie sementiere o dalla ricerca universitaria, tutti i campi saranno pieni delle stesse identiche piante, con le stesse identiche varietà, togliendo al custode della terra la possibilità di selezionare lui, di scoprire un sapore nuovo, una forma nuova, una pianta che viene fuori da quelle che coltiva e che si distingue dalle altre. Diverso non significa superiore all'altro, ma nemmeno inferiore all'altro! Diverso significa che ha una sua identità, una sua espressione.
Ieri sera a Zollino (Lecce) presso il Municipio, in una riunione in cui si sono affrontati i temi della biodiversità nel Salento leccese, si è parlato della difficoltà di avere i semi del “Pisello nano di Zollino” e di altri prodotti tipici del territorio. I semi di pisello nano sono pochi e di conseguenza ci sono pochi campi, poche persone che li coltivano e poco prodotto, seppure c'è una forte richiesta che non riesce ad essere soddisfatta. Insomma non c'è abbastanza seme. Abbiamo discusso con il Prof. Luigi De Bellis, Direttore scientifico del Convegno “Biodiversità, valore aggiunto per i prodotti tipici” che si terrà Sabato 26 giugno 2010 a Zollino (Lecce) di come fare ad avere il seme del Pisello nano da dare agli agricoltori che lo chiedono e sono venute fuori un po' di idee, come quella del Dott. Gianfranco Materazzi del Istituto Tecnico Agrario “Giovanni Presta” di Lecce di moltiplicare i semi presso l'Azienda “Panareo” della Scuola con il contributo degli studenti, oppure quella del Dottore Agronomo Sergio Falconieri che propone una collaborazione con la Cooperativa Nuova Generazione di Martano per organizzare la raccolta e la conservazione del prodotto, o ancora quella del Dott. Antonio Venneri che mette a disposizione alcuni terreni della sua azienda. Non vogliamo che a Zollino accada ciò che accade in tutte le iniziative che vedono protagonisti i prodotti tipici. Cosa dici? Cosa accade in queste iniziative? Che “alla fine della fiera” quando uno ha sentito parlare del pisello nano di Zollino e lo chiede per portarselo a casa gli viene risposto che non ce n'è! Ma la cosa ancora più grave è quella che, quando l'incuriosito signore chiede dove può andare ad acquistarlo, la risposta si risolve in un “nu ssacciu” ovvero “non so” con annessa alzata di spalle. A Zollino si è creato il punto di riferimento del Salento leccese per lanciare la tipicità la conferma che abbiamo intrapreso la strada giusta e che stiamo andando nella giusta direzione non ce lo dicono solo le presenze dei Saperi e delle parti sociali e degli attori economici e culturali del territorio o gli apprezzamenti con pacca sulla spalla di chi viene a sapere dell'iniziativa, ma i numeri della Biodiversità che vanno tutti a favore del valore aggiunto della Tipicità. E quali sono questi numeri? Sono quelli che gridano nelle piazze e nelle strade che l'agroalimentare Made in ltaly ha conquistato nel 2009 la leadership nei prodotti tipici in Europa con 202 riconoscimenti! In Italia c'è il maggior numero di imprese biologiche d'Europa e i prodotti tipici italiani sono al primo posto nella sanità e nella sicurezza alimentare (il 99% di campioni con residui chimici al di sotto dei limiti di legge). Guardate che qui non si sta scrivendo del futuro! Oggi, qui, ora, la metà (il 48,5% ) della produzione agricola nazionale fa parte del cosiddetto Prodotto Interno di Qualità (PIQ).
Ma come dicono i miei amici Avvocati: vi è di più! Il valore aggiunto per ettaro di terreno coltivato in Italia, ovvero la ricchezza netta prodotta per unità di superficie, è oltre il triplo di quella Usa, doppia di quella inglese, e superiore del 70% di quelle di Francia e Spagna. E se la Biodiversità continuerà a imporsi ecco che il valore aggiunto potrà salire ulteriormente. Lo sapevi? Lo so, non lo sapevi, ecco perché lo scrivo, per fartelo sapere!
Anche quello che accade nei mercati internazionali è nella direzione dei prodotti tipici e con ogni probabilità la stessa cosa accadrà nei negoziati sugli scambi fra Ue (Unione Europea) e Mercosur (il mercato comune del Sud cioè dell'America meridionale) che i sono aperti da pochi giorni e nel mercato del libero scambio nel Bacino del Mediterraneo che dal 2010 è stato decretato dal Trattato di Lisbona.
Donne e uomini del Salento leccese, a Zollino, hanno costruito una piazza per mettere in comune i prodotti della terra, un luogo fisico in cui incontrarsi per confrontare esperienze, carpire segreti, dare suggerimenti. Un posto in cui c'è il libero scambio delle opinioni tra il Professore universitario, il cuoco, il politico, il curioso e il polemico, l'innovativo e il tradizionale. A Zollino abbiamo costruito un Università della Biodiversità per regalare al Salento leccese il valore aggiunto della tipicità.




*Dottore Agronomo


Bibliografia

Andrea Zaghi: La ripresa matura lentamente – L'Avvenire del 22 maggio 2010
Riccardo Bocci: I semi della discordia – Terra del 22 maggio 2010
Claudio Plazzotta: Viva il Made in Italy ma senza miti – Italia oggi del 22 maggio 2010

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