Caro Luigi,
che bel Convegno quello dello scorso 25 maggio. Grazie di avermi invitato e, quindi per ciò stesso, di essere stato messo nelle condizioni di acquisire delle informazioni per me utilissime. Grazie ancora per la mia elezione a Consigliere Nazionale della Federazione Italiana Dottori in scienze Agrarie e Forestali, è per me un grande onore ricoprire tale incarico e non nascondo un senso di smarrimento, l’esser io “agronomo terra terra”, in mezzo a voi miei Magister e Giganti dell’Agronomia.
Tante cose avrei voluto dire circa il tema del cibo e, mi rendo conto, di non aver detto tutto quello che avrei desiderato dire. E allora mi sono detto che le mie "povere parole" era meglio che le scrivessi a te, sempre attento a tutto e a tutti, sensibile osservatore della realtà.
La mia idea è che acqua e cibo siano un diritto. Scorrono davanti ai miei occhi i dati che ha messo a disposizione il Vice Presidente della Fidaf Dottore Agronomo Andrea Sonnino della Fao e, prendendone atto, sono sempre più convinto che acqua e cibo siano un diritto di tutta l’umanità.
Le conclusioni del dott. Andrea Sonnino sono:
Vice Presidente della Fidaf Dottore Agronomo Andrea Sonnino della Fao |
- · La produzione attuale di alimenti è sufficiente a soddisfare le necessità di tutto il genere umano;
- · Gli alimenti prodotti sono però usati in modo inefficiente e distribuiti in maniera iniqua, per cui il fenomeno della fame non è stato ancora sconfitto;
- · La produzione alimentare è aumentata a costo della erosione delle risorse naturali, che ne costituiscono la base.
E quali altre conclusioni ha tratto?
- · L’offerta mondiale di alimenti deve aumentare del 60% prima del 2050;
- · Nello stesso tempo si devono conservare le risorse naturali e fare fronte al cambio climatico;
- · Bisogna quindi produrre di più con meno;
- · L’innovazione in agricoltura è essenziale per raggiungere la sicurezza alimentare in modo sostenibile.
La domanda è?
Si possono ottenere questi obiettivi che costituiscono la vita o la morte dell’umanità attraverso il “LIBERO MERCATO”?
La mia risposta è un secco no!
La conferma mi viene anche dal vertice dei Ministri Europei dell’Agricoltura del 2011 imposto dalla volatilità dei prezzi agricoli. Ricordo i titoli dei giornali di allora:
Uno scudo contro la volatilità dei prezzi - Trasparenza dei mercati e fondo anticrisi nell' Action Plan varato al recente vertice di Parigi. - Ma serve anche più produttività: un progetto di ricerca per rilanciare il grano duro.
C’è una grande volatilità dei prezzi agricoli perché la produzione mondiale di cibo non è un dato trasparente.
Sappiamo che ci sono persone umane che non hanno abbastanza cibo, conosciamo il loro numero e la loro collocazione geografica ma non sappiamo di quale e di quanto cibo hanno bisogno e soprattutto non sappiamo chi lo produrrà.
Mi sembra il minimo di informazioni necessarie, anzi indispensabili, a chiunque abbia in animo di soddisfare un bisogno vitale come quello che nessuna persona debba più "soffrire la fame" e ancora che nessuna persona debba più "morire di fame”.
Poi c’è la logistica ovvero chi, dove, come e quanto produce e chi, dove, come e quando distribuisce a tutte le persone dell'umanità.
Sino ad oggi c’è da prendere atto di un fatto, ovvero che da quando esiste l’agricoltura, ricordo a me stesso che sono passati 12mila anni, nessun “LIBERO MERCATO” e nessuna ideologia ha avuto il risultato di non avere persone denutrite o che muoiono di fame.
Ci vuole quindi un organismo Mondiale che, secondo me, si dovrebbe occupare di tutto questo e al quale vadano destinate le risorse finanziarie per garantire tutto questo a tutta l’umanità.
L’ho detto al Presidente Sonnino e ho aggiunto che la mia poteva sembrare una riedizione di una ideologia dell’ultimo secolo dello scorso millennio.
Ricordo a me stesso che “dare da mangiare agli affamati e da bere agli assetati” non è una ideologia e nemmeno una religione.
Secondo me dare a tutti cibo e acqua è dare la vita alle persone che costituiscono l’umanità.
Ancora grazie di tutto
antonio bruno dottore agronomo
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