martedì 11 gennaio 2011

Le vostre proposte per salvare le Palme del Salento leccese

Le vostre proposte per salvare le Palme del Salento leccese

di Antonio Bruno*

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Ho avuto la mia casella di posta elettronica invasa, anzi sommersa, da mail di Proprietari di pezzetti di Paesaggio rurale in cui sono presenti palme che sono nel perimetro del Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi” e che sono infestate dal Rhynchophorus ferrugineus (Punteruolo Rosso). Il dibattito è in corso e vedremo quale saranno gli sviluppi e le conclusioni. Alcune delle mail che ho ricevuto contengono delle indicazioni che ho ritenuto debbano essere partecipate a tutti in quanto manifestano altri punti di vista che alimentando il dibattito possono permettere di avere una visione più estesa della situazione nel Salento leccese.
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Carissimo Antonio,



nella determinazione dirigenziale n. 480/2010 (Bollettino Ufficiale della Regione n. 113 dell’1 luglio 2010) viene recepito il “Decreto Ministeriale 07/11/2007: Nuove disposizioni per l’accertamento e l’abbattimento delle palme infestate dal Rhynchophorus ferrugineus ed erogazione del contributo regionale”. Il provvedimento approva le Linee guida per l’adozione delle misure fitosanitarie volte al controllo del Rhynchophorus ferrugineus e il verbale di accertamento che potrà essere redatto sia dagli Ispettori fitosanitari che dai tecnici dei Consorzi di Difesa di Brindisi e Lecce per tali province. Sono previsti contributi ai Comuni per sostenere i costi di abbattimento e smaltimento.



Nella nota tecnica del Ministero, allegata alla determinazione, si sostiene che per la buona riuscita dell’applicazione delle misure fitosanitarie occorre la più ampia collaborazione tra:



• il Servizio fitosanitario centrale, per quanto concerne gli aspetti normativi a carattere generale;



• i Servizi fitosanitari regionali, per la definizione delle specifiche misure fitosanitarie da adottare, la vigilanza sul loro rispetto e lo sviluppo di ricerche per il controllo del parassita;



• i tecnici dei Servizi di sviluppo agricolo e dei Comuni per collaborare alla fase di monitoraggio e divulgazione;



• i privati, le Amministrazioni Provinciali e Comunali, in qualità di proprietari di molte aree pubbliche o private, per l’attuazione delle misure fitosanitarie;



• gli operatori del verde impegnati nella difesa delle palme;



• gli ordini professionali.



A mio avviso, come ho già avuto modo di dire nel corso di alcune delle riunioni da te promosse tra gli iscritti all’Ordine professionale, data la gravità dell’infestazione, è necessario completare questa “rete” di soggetti, già in qualche modo abbozzata dal Ministero, con altri possibili attori che operano in qualche modo sul territorio.



Da tempo l’Orto Botanico dell’Università è attento al problema delle palme in Terra d’Otranto, che rappresentano una importante presenza paesaggistica in molte delle ville e dei giardini di interesse storico (vedi nota bibliografica); è già nota la nostra posizione sul problema, già espressa dal prof. Marchiori e dal sottoscritto nel seminario di conoscenza e divulgazione dal titolo “Le Palme nel Salento, un passato glorioso, un futuro incerto”, promosso dall’Orto Botanico e svoltosi a Lecce il 26 settembre 2008, ovvero: se la palma in molti casi ha alterato i paesaggi vegetazionali del Salento (vedi quelle recentemente piantate sui lungomare o nei villaggi turistici della costa o addirittura negli stabilimenti balneari), in altri casi ha creato veri e propri sistemi paesaggistici (es. l’area della Cupa intorno a Lecce, le ville di Alezio, quelle di Leuca, il centro storico di Lecce e numerose ville storiche tra cui Lo Speziale); occorre pertanto, a nostro avviso, concentrare il massimo delle risorse sulle palme che costituiscono un patrimonio riconosciuto e in qualche modo “certificato” dei paesaggi rurali (ville e masserie) e dei centri storici (palazzi e giardini pubblici). Ciò potrebbe essere fatto in accordo a dei semplici protocolli elaborati da specialisti. Su tutte le altre situazioni (vedi piccoli esemplari in giardini pubblici e privati di nuova costruzione) l’investimento di risorse (umane ed economiche) dovrebbe essere proporzionalmente inferiore.



Se il Consorzio, visto il suo aggancio con il territorio ed in particolare con la proprietà privata, si vuole candidare ad avere un ruolo di coordinamento per la parte di territorio di sua competenza, ben venga, ma ciò ovviamente non potrà prescindere da quelle che sono le direttive già in essere e da quella che è una auspicabile (sia pur tardiva) collaborazione tecnica e scientifica fra tutti i soggetti portatori di interesse.



Cari saluti







Fabio Ippolito







Nota bibliografica:







F. Ippolito, F. Marra, I. Paganelli, S. Marchiori (2005) Censimento e caratterizzazione delle palme e di altre specie subtropicali di interesse storico nei giardini di Lecce e dell’area della Cupa. In V. Cazzato (a cura di) “Paesaggi e sistemi di Ville nel territorio salentino”. Galatina.





F. Ippolito (2010) La flora dei giardini di Terra d’Otranto. In V. Cazzato, A. Mantovano “Giardini di Puglia. Paesaggi storici fra natura e artificio, fra utile e diletto”. Galatina.



Caro Antonio,

sono assolutamente favorevole alla tua proposta, anche perchè molto spesso le amministrazioni locali di molti centri abitati della nostra Provincia hanno notevoli difficoltà ad intervenire anche per motivi economici e siamo costretti ad assistere, con notevole sconforto, alla lenta moria delle palme presenti nel verde urbano. Inoltre molti piccoli proprietari del paesaggio territoriale non sempre sanno a chi si devono rivolgere e come intervenire sia preventivamente, che in fase di attacco da parte del coleottero. Pertanto ritengo che affidare questa attività di assistenza tecnica al Consorzio di Bonifica "Ugento e Li Foggi" possa quantomeno sensibilizzare tutti.

Come sempre sei presente nelle problematiche reali che si presentano nel nostro territorio! Bravo, continua così!

Un abbraccio Giancarlo Biasco



Caro Dott. Antonio Bruno da un paio di giorni ricevo , non so a quale titolo ,le sue relazioni sulle palme e sulla malattia dovuta al punteruolo rosso, molto interessanti ,culturalmente parlando; non conosco la storia delle palme e non avevo interessi ad esse fino ad un anno e mezzo fa .



Non sono un agronomo ma ho due diplomi ,uno magistrale l'altro di geometra in atto pensionato e faccio l'agricoltore .



Un anno e mezzo fa ho acquistato un'azienda agricola in territorio dio Melilli (SR) ove tra l'altro facevano una bella figura sei palme con un fusto di circa 4 metri oltre ad un palmeto spontaneo di piantine piccole.



A settembre 2009 l'inevitabile attacco del punteruolo rosso su due di esse di corsa mi informo , chiedo , faccio ricerche; la sentenza era sempre una aspettare non c'è niente da fare ; anzi non dire niente seno la devi distruggere tramite incenerimento con costi esagerati.



Era come se due miei figli si fossero ammalati di tumore e fossero allo stadio terminale.



Ho comprato una bella scala di alluminio , mi sono alzato le maniche, come si dice da noi ed ho incominciato a conoscere questo punteruolo rosso cosi famelico, toccando con mano il problema e passando molto tempo sulla scala..



In quest'anno e mezzo di esperienza diretta posso dire di aver capito qualcosa su di lui.



Non è cosi feroce e pericoloso è semplicemente un essere che non essendo contrastato sta proliferando.



L'insetticida usato in agricoltura lo uccide, uccide le larve allo stadio iniziale e quando sono imbozzolati in attesa di trasformarsi in Punteruolo adulto. il problema e come farglielo ingerire; io ci sono riuscito; sono riuscito ad intuire quando arriva in una pianta sana; questo sarebbe il momento migliore per intervenire con L'insetticida per evitare l'infestazione .



Una delle palme attaccate trovandosi in uno stadio avanzato di infestazione è morta, un'altra dopo la cura a giugno scorso aveva fatto un nuovo germogli che poi è stato distrutto da un nuovo attacco(questa palma senza germoglio ,dopo un anno e mezzo , non è ancora morta ,sono rimaste attaccate circa quindici rami che sono ancora verdi ) le altre quattro pur continuamente attaccate sono ancora vive e vegete.



Quanto sopra per dire che il P.R. è così forte perchè il contrasto è debole.



Le palme stanno morendo per la ignoranza dell'uomo e di tutti quelli che fanno filosofia ( sappiamo tutti cose la filosofia; è quella pratica che con la quale e senza la quale si rimane tale e quale).



I produttori di farmaci fitosanitari non hanno interesse a registrare l'insetticida come farmaco idoneo per la cura delle palme e di conseguenza non potrebbe essere utilizzato in luoghi pubblici.



Vero che le palme non producono reddito ma sono un bene paesaggistico inestimabile



Da circa un anno scrivo nei vari blogs e testate giornalistiche che permettono di inserire un commento, asserendo che il P.R. può essere fermato e distrutto; a chi mi ha interpellato ho dato gratuitamente la mia consulenza sulla metodologia da usare con l'insetticida, molti stanno avendo risultati ,se volete verificare cercate su internet Salvatore Piccolo - Sicilia.



Comunque anche se la pianta infestata non sopravvive, di certo, con l'insetticida si sono uccisi tutti i P.R. presenti in essa .



Mentre lasciando morire la palma si da tutto il tempo ai P.R. che vivevano in essa (diverse centinaia) di volare via ed infestarne altre con le conseguenze che stiamo vedendo.



Da noi si dice anche che uno ha ragione fino a quando non c'è un' altro che parla ; cosi è con il P.R. lui è forte perchè non c'è nessuno che lo contrasta.-



Nella mia zona sono circondato di palme che stanno morendo tra la indifferenza di tutti perchè e risaputo che non c'è niente da fare.



Sono convinto di avere un metodo praticabile ed efficace per debellarlo.



Scusatemi se nel discorso c'è qualche errore e se vi ho importunati ma io non avendo niente da vendere ,do la mia consulenza a chi me la chiede perchè ho una rabbia indicibile contro quest'essere e di contro con le istituzioni che male informati non fanno niente.



Dott. Bruno gradirei ricevere ancora le sue informazioni.



Salvatore Piccolo - Sicilia



PS. non è il punteruolo che distrugge la palma ma la sua larva.



Gentilissimo dott. Antonio Bruno,

Le scrivo perché pensando a questa infestazione terribile che colpisce le palme mi chiedo se sia il caso di provare a salvarle senza ricorrere ad una strategia "farmacologica" ma con una metodologia piu' empirica che sfrutta vantaggiosamente il fatto che il Rhynchophorus si intrappola da solo all'interno del fusto della pianta. Io proverei ad inserire alla base della palma tre elettrodi collegati alla corrente e altri tre in cima alla pianta. Sfruttando il fatto che all'interno del fusto la conduzione elettrica e' possibile grazie alla presenza della linfa e che probabilmente poche scosse bastano a danneggiare l'insetto senza danneggiare la pianta, sfruttando il fatto che una volta all'interno l'insetto non puo' sfuggire e che comunque una pianta colpita dall'insetto e' destinata a morire, le chiedo cosa ne pensa e se non sia il caso di provare....

Seguo con molto interesse le sue rubriche e colgo l'occasione per porgerle i miei saluti.





Sonia Bellezza. ( tunnel anti-infestanti)...



*Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master’s Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).

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