Sanguinazzu te Lecce: Una Delizia Salentina da "Sbancare" il Palato
Sanguinazzu te Lecce: Una Delizia Salentina da "Sbancare" il Palato
Se c'è una cosa che i leccesi custodiscono più gelosamente dei segreti delle loro nonne è il famoso "Sanguinazzu te Lecce". Questo piatto, con il suo nome che sembra un incantesimo di una vecchia strega salentina, è una delizia culinaria che coinvolge non solo il palato ma anche la storia e le leggende locali.
Il Sanguinazzu è così prezioso che i leccesi, secondo una antica leggenda, lo rivelarono ai brindisini solo in cambio di una delle colonne terminali della via Appia, e non si tratta di una barzelletta. Pare che, dopo che S. Oronzo ha liberato la città dalla peste nel 1656, il popolo leccese abbia fatto una sorta di baratto culinario con i vicini brindisini. Una colonna per un sanguinaccio - sembra un affare equo, non trovate?
Il dialetto salentino, con la sua ricchezza espressiva, ci svela il segreto etimologico del termine "sanguinaccio". Viene preparato con il sangue di maiale, quel liquido rosso che scorre nelle vene suine, e che viene raccolto con la stessa cura di un tesoro. Ma attenzione, non è un semplice atto di spargimento di sangue; è una vera e propria coreografia in cui il sangue viene energicamente mescolato con acqua calda, come se fosse la più esclusiva delle bevande.
Le spezie, le bucce di agrumi e i pezzetti di lardo, peritoneo e cervella di maiale si uniscono al sangue per creare una sinfonia di sapori. Le proporzioni degli ingredienti? Beh, questo è un segreto custodito meglio della ricetta della Coca-Cola. Ma sappiamo che il risultato finale è un connubio di proteine, grassi, sali minerali e vitamine, che fanno del Sanguinazzu non solo una delizia per il palato, ma anche un super cibo salentino.
Le budella dell'intestino crasso del maiale diventano il palcoscenico per questa creazione gastronomica. Sono capienti, resistenti e in grado di contenere l'esplosione di sapori che avviene al loro interno. Il tutto viene poi cotto in una caldaia, una sorta di pozione magica, dove il Sanguinazzu bolle dolcemente come un segreto che vuole essere svelato solo a chi lo merita.
Una volta che il Sanguinazzu ha completato la sua performance in caldaia, viene applaudito, raffreddato e conservato in frigorifero per qualche giorno. Ma non temete, non è finita qui. Prima di essere consumato, il Sanguinazzu deve affrontare una seconda fase di cottura. È come se questo piatto volesse essere sicuro di avere l'attenzione completa del commensale, una sorta di bis culinario sulla brace.
In conclusione, il Sanguinazzu te Lecce è più di un piatto. È una storia d'amore tra i leccesi e il loro cibo, una danza segreta tra ingredienti misteriosi e una tradizione culinaria che va oltre la semplice preparazione di un pasto. Così, se avete la fortuna di assaporare questo capolavoro salentino, ricordatevi che non state solo mangiando, state partecipando a una performance gastronomica unica nel suo genere. E se qualcuno vi chiede la ricetta, rispondete con un sorriso misterioso e dite loro che è un segreto che si può svelare solo dietro pagamento di una statua o di una colonna di pregiato cipollino d'Africa. Buon appetito e buona fortuna nel tentare di decifrare il mistero del Sanguinazzu!
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