Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno sull’insetto che minaccia i fichi nel Salento
Intervistatore: Buongiorno Dottor Bruno, grazie per aver
accettato di parlarci di una questione così attuale e preoccupante per
l'agricoltura pugliese. Può spiegarci brevemente che cos’è Cryphalus
dilutus e perché rappresenta una minaccia per i fichi?
Dott. Bruno: Buongiorno a voi. Cryphalus dilutus
è un piccolo coleottero, di meno di 3 millimetri di lunghezza, originario del
Sud-Est asiatico. È stato identificato per la prima volta in Italia nel 2021, e
da allora ha iniziato a causare il disseccamento di numerosi alberi di fico,
soprattutto nella zona del Salento. Questo insetto scava gallerie sotto la
corteccia, compromettendo il vigore della pianta e portando alla sua morte. La
situazione è davvero allarmante, soprattutto considerando che in altre regioni,
come Malta e Sicilia, i danni sono stati devastanti.
Intervistatore: Abbiamo letto che la produzione di fichi nel Salento è già diminuita a causa di questo parassita. Quali sono i sintomi principali che i coltivatori devono osservare?
Dott. Bruno: I sintomi più evidenti includono ingiallimento
fogliare, disseccamento dei rami e morte della pianta. Sulla corteccia, è
possibile notare i fori di sfarfallamento dell’insetto e la presenza di larve e
adulti. Inoltre, l'insetto è un vettore di funghi patogeni, come Fusarium
e Ceratocystis, che possono aggravare ulteriormente la
situazione. È importante che i coltivatori siano vigili e segnalino
tempestivamente qualsiasi cambiamento nelle loro piante.
Intervistatore: Sappiamo che la prevenzione è fondamentale
in questi casi. Quali misure possono adottare gli agricoltori per proteggere i
propri fichi?
Dott. Bruno: Esattamente. La prevenzione è cruciale. Gli
agricoltori dovrebbero abbattere le piante compromesse e rimuovere i rami
colpiti per evitare che l'infestazione si propaghi. È anche fondamentale
distruggere il materiale vegetale di risulta, preferibilmente tramite
bruciatura, prima dello sfarfallamento degli adulti, che solitamente avviene in
primavera. Al contempo, è necessario monitorare attentamente le piante, in
particolare quelle più vecchie, che sembrano essere le più vulnerabili.
Intervistatore: In base alla sua esperienza, quali potrebbero essere le prospettive future per la coltivazione di fichi in Puglia, considerando la presenza di C. dilutus?
Dott. Bruno: Le prospettive sono incerte. La situazione
attuale è simile a quella affrontata con la Xylella fastidiosa
nell’olivicoltura, dove la perdita di piante è stata massiccia. Se non vengono
adottate misure efficaci di controllo e prevenzione, rischiamo di vedere un
ulteriore declino della produzione di fichi. È fondamentale che venga
effettuata ricerca approfondita sulla biologia di C. dilutus e
sulle sue interazioni con le piante e i funghi patogeni, affinché possiamo sviluppare
strategie di contenimento efficaci.
Intervistatore: Dottor Bruno, grazie per la sua
disponibilità e per le preziose informazioni. È chiaro che il futuro dei fichi
in Puglia dipende da un’azione collettiva e dalla ricerca scientifica.
Dott. Bruno: Grazie a voi per l'attenzione su questo tema
cruciale. Solo unendo forze e conoscenze possiamo affrontare questa sfida e
proteggere le nostre tradizioni agricole.
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