Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno sulla questione Ogm e agricoltura biologica
Intervistatore: Buongiorno Dottor Bruno, ci
troviamo in un momento in cui la questione degli Ogm (organismi geneticamente
modificati) e del biologico divide opinione pubblica e politica. Recentemente,
la scienziata Elena Cattaneo ha dichiarato che l’unico modo per eliminare l’uso
di pesticidi è ricorrere agli Ogm. Cosa ne pensa?
Dott.
Antonio Bruno:
Buongiorno, e grazie per l'invito a discutere di un tema così rilevante. Le
affermazioni della Senatrice Cattaneo sono molto interessanti. Gli Ogm sono
spesso demonizzati, ma molte evidenze scientifiche dimostrano che, se ben
gestiti, possono contribuire alla riduzione dell’uso di agrofarmaci e alla
protezione delle colture da parassiti e malattie. Questo non significa che
debbano essere la sola soluzione, ma rappresentano senza dubbio uno strumento
importante nella cassetta degli attrezzi dell’agronomo moderno.
Intervistatore: Lei ha menzionato la riduzione
dell’uso di agrofarmaci. È un argomento spesso collegato all’agricoltura
biologica, che, come sappiamo, cerca di evitare l'uso di pesticidi sintetici.
Tuttavia, come indicato dalla Cattaneo, anche il biologico utilizza agrofarmaci
autorizzati. È vero che possono essere ugualmente pericolosi?
Dott.
Antonio Bruno: Sì, è
vero. L’agricoltura biologica utilizza agrofarmaci di origine naturale, come il
rame o il piretro, ma ciò non significa che siano privi di rischi per
l'ambiente o per la salute umana. Alcuni prodotti naturali possono essere
tossici per gli organismi acquatici o per le api, come evidenziato dalle
etichette che riportano frasi di rischio simili a quelle dei pesticidi chimici
di sintesi. L'agricoltura biologica non è sinonimo di "zero
pesticidi", ed è importante che i consumatori siano informati
correttamente su questo.
Intervistatore: Quindi, secondo lei, la percezione
che il biologico sia sempre più sano o sicuro è sbagliata?
Dott.
Antonio Bruno: Non è
necessariamente sbagliata, ma è semplificata. La percezione che il
"biologico" sia intrinsecamente migliore deriva in parte da
un’efficace strategia di marketing, ma nella realtà i benefici nutrizionali rispetto
al cibo convenzionale non sono così netti. Come riportato anche da
Altroconsumo, le differenze tra prodotti bio e non bio in termini di nutrienti
sono minime, e non sempre il biologico è esente da contaminazioni come nitrati
o altre sostanze. Questo, unito ai prezzi più elevati, dovrebbe portare a
riflettere sul vero valore aggiunto del biologico commerciale.
Intervistatore: Tornando agli Ogm, la Corte di
giustizia europea ha stabilito che il principio di precauzione non basta per
vietarne la coltivazione. Cosa pensa della normativa italiana che, dal 2015,
permette agli Stati di vietare gli Ogm nonostante manchino prove di pericolosità?
Dott.
Antonio Bruno: La
sentenza della Corte europea è chiara: per vietare la coltivazione di Ogm è
necessario dimostrare rischi concreti e documentati. Fino ad oggi, non esiste
alcuna evidenza scientifica che dimostri che gli Ogm siano più pericolosi delle
colture tradizionali o biologiche. Il divieto italiano rispecchia una scelta
ideologica, più che basata su dati scientifici. Impedire la ricerca pubblica
sugli Ogm limita la nostra capacità di trovare soluzioni innovative a problemi
reali, come la necessità di produrre cibo in quantità sufficiente riducendo al
contempo l'uso di pesticidi e l’impatto ambientale.
Intervistatore: Alcuni sostengono che gli Ogm
possano compromettere la biodiversità e creare dipendenza dalle multinazionali
che li producono. Come risponde a queste preoccupazioni?
Dott.
Antonio Bruno: È vero che
ci sono questioni etiche e socioeconomiche da considerare. La dipendenza dai
brevetti delle multinazionali è una preoccupazione legittima, e per questo è
essenziale che la ricerca pubblica sia incentivata. Questo permetterebbe di
sviluppare varietà Ogm che possano essere utilizzate liberamente dagli
agricoltori. Per quanto riguarda la biodiversità, l'impatto dipende da come gli
Ogm vengono utilizzati. L'agricoltura industriale, con o senza Ogm, può
influire negativamente sulla biodiversità se mal gestita, ma gli Ogm in sé non
sono la causa di questo problema.
Intervistatore: Quindi, secondo lei, come si
potrebbe bilanciare il rispetto per l'ambiente con l'uso di Ogm?
Dott.
Antonio Bruno: La chiave
sta nella gestione sostenibile. L'ingegneria genetica offre un’opportunità per
ridurre l’uso di sostanze chimiche dannose e incrementare la resa delle
colture, ma non possiamo prescindere da pratiche agricole che rispettino il
suolo, l’acqua e la biodiversità. Tecniche come l’agricoltura conservativa, la
rotazione delle colture e l’integrazione tra agricoltura biologica e Ogm
potrebbero offrire una soluzione equilibrata, garantendo produzioni sufficienti
e sostenibili a lungo termine.
Intervistatore: In conclusione, cosa ci riserva il
futuro dell'agricoltura?
Dott.
Antonio Bruno: Il futuro
dell’agricoltura sarà sempre più basato su un approccio integrato, che sappia
combinare le tecnologie moderne, come gli Ogm, con pratiche tradizionali e
sostenibili. Sarà cruciale promuovere una maggiore informazione e trasparenza,
affinché i consumatori possano fare scelte consapevoli, e incentivare la
ricerca per trovare soluzioni che possano davvero conciliare produttività e
tutela dell'ambiente.
Intervistatore: Grazie per questa interessante
intervista, Dottor Bruno.
Dott.
Antonio Bruno: Grazie a
lei, è stato un piacere.
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