mercoledì 25 settembre 2024

Intervista al Dott. Agronomo Antonio Bruno sul futuro delle professioni intellettuali

 

Intervista al Dott. Agronomo Antonio Bruno sul futuro delle professioni intellettuali


Intervistatore : Dott. Bruno, lei ha espresso opinioni molto critiche sulla recente delibera della Giunta Comunale di Lecce riguardante la creazione di una breve lista di esperti a consulenza gratuita. Potresti spiegare meglio la sua posizione?

Antonio Bruno : Certamente. La delibera della Giunta Comunale di Lecce, che prevede la creazione di una lista di professionisti per fornire consulenze gratuite, rappresenta un segnale molto preoccupante per il mondo delle professioni. Non solo va contro il principio dell'equo compenso, ma mortifica la dignità dei professionisti, in particolare dei giovani che, a differenza dei professionisti già affermati, non possono permettersi di lavorare gratuitamente.

Intervistatore : Quali sono le conseguenze di questa decisione, soprattutto per i giovani professionisti?

Antonio Bruno : È un provvedimento che rischia di penalizzare pesantemente i giovani professionisti. Questi ultimi si trovano già in una situazione di grande difficoltà economica e, in molti casi, non possono permettersi di accettare incarichi senza compenso. Chi, invece, può permetterselo sono i professionisti già affermati, che hanno meno necessità di farsi conoscere o di ottenere pubblicità. Questo crea una discriminazione evidente, escludendo una parte importante della nostra forza lavoro e privando i giovani della possibilità di crescere professionalmente attraverso incarichi remunerati.

Intervistatore : La delibera, però, è stata giustificata come un modo per ottenere consulenze specializzate per la città senza gravare ulteriormente sul bilancio comunale. Qual è la sua opinione a riguardo?

Antonio Bruno : Posso comprendere l'esigenza di ottimizzare le risorse comunali, ma questo non può avvenire a scapito dei professionisti. La consulenza professionale, soprattutto in ambiti così delicati come quelli giuridico-amministrativi, tecnici, economici e sociali, richiede tempo, competenze e assunzione di responsabilità. È impensabile che tali competenze possano essere fornite gratuitamente, non solo per una questione di dignità professionale, ma anche perché ciò potrebbe compromettere la qualità del lavoro. Un professionista che lavora senza compenso potrebbe essere meno motivato, o semplicemente impossibile a dedicare il tempo necessario per una consulenza di alta qualità.

Intervistatore : Ha parlato di un problema di metodo oltre che di merito. Cosa intende?

Antonio Bruno : Esatto. La delibera è stata adottata senza consultare preventivamente gli Ordini professionali, il che è già di per sé un grave errore. I professionisti non sono stati coinvolti nel processo decisionale, e questo ha creato una frattura tra l'amministrazione e le categorie professionali. Inoltre, la legge sull'equo compenso del 2023 annuncia chiaramente che il compenso deve essere proporzionato all'opera prestata. Creare una lista di esperti che lavorano gratuitamente è palesemente in contrasto con questa normativa.

Intervistatore : Quali sono le possibili soluzioni per evitare situazioni simili in futuro?

Antonio Bruno : La prima cosa da fare è revocare immediatamente questa delibera e aprire un tavolo di confronto con gli Ordini professionali. È necessario che l'amministrazione comprenda che il lavoro intellettuale, come ogni altro lavoro, merita una giusta remunerazione. Inoltre, credo sia importante stabilire un dialogo costruttivo e sistematico tra il Comune e i professionisti per garantire che le decisioni future siano prese in modo condiviso, rispettando le normative vigenti e tutelando la dignità di tutte le categorie.

Intervistatore : In chiusura, cosa si augura per il futuro delle professioni intellettuali in Italia?

Antonio Bruno : Mi auguro che si trovi presto un equilibrio tra le esigenze del mercato e la qualità delle prestazioni professionali. Il nostro lavoro richiede impegno, aggiornamento continuo e, spesso, notti insonni. Questo va riconosciuto e valorizzato, non svalutato con proposte di lavoro gratuito. Solo così potremo garantire una professione dignitosa per tutti, soprattutto per i giovani che sono il futuro del nostro settore.

 

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