Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno sul Corbezzolo del Salento
Intervistatore : Dottor Bruno, lei ha scritto di
recente un interessante articolo sui "rusciuli", il corbezzolo del Salento
leccese. Cosa l'ha ispirata a parlare di questo frutto?
Antonio
Bruno : I
"rusciuli" hanno una storia affascinante, e sono profondamente
radicati nella cultura del Salento. Mi ha sempre colpito il loro legame con il
territorio e con la tradizione popolare, che purtroppo oggi rischia di andare
perduto. Ho voluto riscoprire e raccontare la bellezza di questa pianta e dei
suoi frutti, che per tanto tempo hanno accompagnato la vita quotidiana di
generazioni di salentini.
Intervistatore : Nel suo scritto lei menziona una
canzone popolare che esalta i "rusciuli". Qual è il legame tra questo
frutto e la cultura salentina?
Antonio
Bruno : Sì, la
canzone popolare "Rusciuli russi, ci òle rusciuli?" rappresenta un
chiaro esempio di come il corbezzolo fosse parte integrante della vita
salentina. Questi frutti erano comuni e venivano offerti con leggerezza e
allegria, come simbolo di abbondanza e convivialità. Le canzoni e i racconti
popolari, come questa, sono testimonianze di una connessione profonda tra le
persone e la natura che le circondava. In passato, il corbezzolo è stato
raccolto, mangiato e condiviso, diventando parte di un immaginario collettivo
che oggi riscopriamo con nostalgia.
Intervistatore : I frutti del corbezzolo non si
trovano più facilmente come un tempo. Secondo lei, cosa ha contribuito alla
loro scomparsa?
Antonio
Bruno : Ci sono
diversi fattori che hanno portato alla quasi scomparsa del corbezzolo nel
Salento. Il cambiamento degli stili di vita, l'urbanizzazione e l'abbandono
delle campagne hanno fatto sì che questa pianta, un tempo comune, fosse
dimenticata. Inoltre, la sua raccolta è diventata meno frequente. Il corbezzolo
richiede un ambiente specifico, la macchia mediterranea, che è spesso soggetta
a incendi estivi, e solo chi conosceva davvero i tempi e i modi per
raccoglierlo continuava a farlo.
Intervistatore : Nel suo articolo ha fatto
riferimento a un aspetto curioso: i Romani raccomandavano di mangiare solo un
frutto per volta. Può spiegarci meglio?
Antonio
Bruno : Certo! Il
nome latino della pianta, Arbutus unedo , deriva dall'espressione
"unum edo", che significa "ne mangio uno". Questo perché i
Romani avevano osservato che mangiare troppi frutti poteva causare disturbi
gastrointestinali e persino un lieve stato di ebbrezza. Quando i corbezzoli
maturano, infatti, contengono una discreta quantità di alcol. Quindi, la
raccomandazione era di godere del loro sapore con moderazione.
Intervistatore : Ha parlato anche del ruolo del
corbezzolo come simbolo patriottico durante il Risorgimento. Ce ne può parlare?
Antonio
Bruno :
Assolutamente! Il corbezzolo è stato associato ai colori della bandiera
italiana: il bianco dei suoi fiori, il rosso dei suoi frutti e il verde delle
foglie. Durante il Risorgimento, questi tre colori furono visti come un simbolo
della lotta per l'unità d'Italia. È affascinante pensare come una pianta così
umile sia diventata un simbolo di speranza e di lotta per l'indipendenza. È una
di quelle storie che arricchiscono il legame tra natura e storia nazionale.
Intervistatore : Oltre al suo valore simbolico e
storico, ci sono altri aspetti interessanti della pianta dal punto di vista
agronomico?
Antonio
Bruno : Il
corbezzolo ha molte caratteristiche che lo rendono interessante anche dal punto
di vista agronomico. È una pianta molto resistente, capace di rigenerarsi dopo
un incendio, caratteristica che lo rende adatto alla nostra macchia
mediterranea, spesso soggetta ad incendi estivi. È una pianta che contribuisce
alla biodiversità e che, per via dei suoi frutti, attira molte specie di
uccelli, favorendo la diffusione dei semi. Inoltre, ha anche un valore
estetico: in inverno, la combinazione di fiori bianchi, frutti rossi e foglie
verdi lo rende davvero unico.
Intervistatore : Crede che ci sia una possibilità
di reintrodurre il corbezzolo nel Salento e farlo tornare parte della vita
quotidiana?
Antonio
Bruno : Lo spero
davvero. Il corbezzolo è una pianta che potrebbe essere riscoperta, sia per il
suo valore estetico che per la sua importanza storica e culturale. Credo che
con un'adeguata campagna di sensibilizzazione e il supporto delle istituzioni
locali, si possa lavorare per la sua reintroduzione nelle aree rurali del
Salento. Inoltre, potrebbe diventare un simbolo della riscoperta delle nostre
radici, unendo passato e futuro in un legame con il territorio.
Intervistatore : Grazie mille, dottor Bruno, per
questa interessante chiacchierata e per aver condiviso con noi la storia del
corbezzolo.
Antonio
Bruno : Grazie a
voi, è stato un piacere parlare di una pianta a cui sono molto legato. Spero
che il corbezzolo possa tornare a occupare un posto speciale nel cuore dei
salentini e non solo!
https://centrostudiagronomi.blogspot.com/2010/08/rusciuli-del-salento-leccese-corbezzolo.html
Nessun commento:
Posta un commento