Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno: Riflettere sul nostro futuro ambientale e sociale
Intervistatore : Dottor Bruno, nel suo scritto "Vogliamo
vivere in delle bolle artificiali?" emerge una riflessione molto profonda
sulla nostra relazione con l'ambiente e sulle scelte che stiamo facendo in
merito al nostro futuro. Cosa intendi quando si parla di "nicchia
ecologica" e del rischio che questa sia limitata alla città o all'Italia
stessa?
Antonio Bruno : Quando parlo di "nicchia
ecologica", mi riferisco allo spazio che ogni essere vivente occupa e
percepisce nel suo ambiente. È un concetto che include tutto ciò che riteniamo
rilevante per la nostra esistenza. Se un bambino cresce solo in città, la sua
percezione del mondo sarà confinata a quell'ambiente urbano. Non sarà in grado
di comprendere realmente cosa significa vivere fuori da quel contesto, perché
non fa parte della sua "nicchia". Lo stesso vale per chi pensa che
l'Italia, o una qualsiasi regione circoscritta, sia il tutto del nostro mondo.
Ma la nostra nicchia ecologica non è solo lo spazio fisico che occupiamo, è
anche il mondo che contribuiamo a creare, con le nostre decisioni e le nostre
azioni.
Intervistatore : Lei menziona il pensiero di Humberto Maturana,
secondo cui "siamo generatori dei mondi che abitiamo". Potresti
approfondire questo concetto?
Antonio Bruno : Maturana ci ricorda che il mondo non esiste
come qualcosa di indipendente da noi. Noi creiamo il mondo attraverso le nostre
interazioni, i nostri pensieri, le nostre scelte. Siamo responsabili di quello
che costruiamo e delle conseguenze che ne derivano. Questo vuol dire che
abbiamo il potere e la responsabilità di scegliere come sarà il mondo in cui
vogliamo vivere. Possiamo generare mondi sostenibili, rispettosi della
biosfera, oppure possiamo creare mondi artificiali, dove la natura è ridotta a
una simulazione, a un ambiente in cui non c'è più spazio per la vita come la
conosciamo oggi.
Intervistatore : In che modo le nostre decisioni attuali in materia
di ambiente potrebbero portare a un mondo artificiale, come descritto nel suo
testo?
Antonio Bruno : Le nostre decisioni hanno il potenziale di
modificare radicalmente l'ambiente in cui viviamo. Se continuiamo a sfruttare
le risorse naturali senza limiti e senza una reale consapevolezza delle
conseguenze, potremmo trasformare il pianeta in una sorta di "luna"
artificiale, come lo definisco nel mio scritto. Un luogo dove gli esseri umani
vivono in capsule, producendo chimicamente il proprio cibo, isolati dal resto
della biosfera. È uno scenario estremo, certo, ma possibile se non prendiamo
misure. Ma non è detto che questo debba accadere: tutto dipende dalla nostra
consapevolezza e dalla velocità con cui agiamo per cambiare rotta.
Intervistatore : Quindi, secondo lei, la questione della
conservazione ambientale non è solo una questione tecnica o scientifica, ma
anche di desiderio e benessere?
Antonio Bruno : Esattamente. La conservazione non riguarda
solo dati e argomentazioni razionali. È una questione di estetica, di
benessere, di desiderio. Dobbiamo chiederci: cosa vogliamo? Vogliamo vivere in
un mondo naturale, con tutte le sue complessità e bellezze, oppure vogliamo
adattarci a un mondo artificiale, dove tutto è costruito e controllato? Le
nostre scelte ambientali riflettono i nostri valori, ciò che consideriamo
importante per il nostro futuro e il nostro benessere. Se vogliamo preservare il
nostro spazio vitale naturale, dobbiamo fare scelte drastiche e immediate,
anche se questo comporterà disagio per molti.
Intervistatore : Secondo lei, qual è il ruolo dell'educazione
ambientale in tutto questo? Come possiamo aumentare la consapevolezza?
Antonio Bruno : L'educazione ambientale è cruciale. Deve
essere presente in ogni ambito della nostra vita, non solo a scuola, ma anche
nelle politiche pubbliche, nei media e nelle nostre comunità. Dobbiamo educare
le persone a comprendere che le loro azioni quotidiane hanno un impatto sul
mondo che abitiamo. E più questa consapevolezza crescerà, più sarà possibile
prendere decisioni drastiche e collettive che, sì, causeranno disagi nel breve
termine, ma che garantiranno uno spazio vivibile per le generazioni future.
Intervistatore : Alla luce di tutto ciò, come vede il futuro del
nostro pianeta e delle nostre società? Dobbiamo prepararci a vivere in queste
"bolle artificiali" di cui parla?
Antonio Bruno : Il futuro dipende dalle scelte che facciamo
oggi. Se continuiamo su questa strada, rischiamo davvero di finire in un mondo
artificiale, dove la natura sarà solo un ricordo lontano. Ma non dobbiamo
rassegnarci a questa idea. Possiamo ancora invertire la rotta, se agiamo con
urgenza e determinazione. La chiave è la consapevolezza: capire che siamo
responsabilità del mondo che creiamo e che possiamo fare scelte diverse, scelte
migliori. Non siamo condannati a vivere in bolle artificiali. Sta a noi
decidere.
Intervistatore : Grazie mille, Dottor Bruno, per queste riflessioni
così profonde e stimolanti. Speriamo davvero che il messaggio arrivi forte e
chiaro.
Antonio Bruno : Grazie a voi. È fondamentale continuare a
discutere di questi temi e a sensibilizzare quante più persone possibile. Il
futuro del nostro pianeta è nelle nostre mani.
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