Intervista al Dott. Antonio Bruno sulla tutela ambientale
Intervistatore: Buongiorno, Dott. Bruno. Oggi
parleremo di un tema molto attuale: la stewardship, ovvero la gestione
responsabile delle risorse naturali. Qual è, secondo lei, l'importanza di
questo concetto nel contesto attuale?
Dott.
Antonio Bruno: Buongiorno.
La stewardship è cruciale perché rappresenta un modo di pensare e agire che può
fare la differenza nel nostro approccio alla sostenibilità. È fondamentale non
solo per preservare gli ecosistemi e la biodiversità, ma anche per garantire un
uso sostenibile delle risorse, come aria, acqua e suolo, in un momento in cui
il cambiamento climatico sta avendo effetti devastanti.
Intervistatore: Recentemente, Ipsos ha condotto
un'indagine che mostra una divisione tra apatici, scettici e impegnati nella
difesa dell'ambiente. Cosa ne pensi di questi dati?
Dott. Bruno: I risultati sono piuttosto
preoccupanti. In Italia, il 42% della popolazione si mostra apatica o scettica
riguardo alle questioni ambientali. Questo è un chiaro indicativo di una
disconnessione tra le persone e le problematiche ambientali, che può ostacolare
l'adozione di politiche più sostenibili. Dobbiamo lavorare per sensibilizzare e
coinvolgere anche questo gruppo, altrimenti rischiamo di non riuscire a
raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.
Intervistatore: Nella ricerca si fa anche
riferimento a due gruppi tra gli "impegnati": gli ottimisti
angosciati ei guardiani del pianeta. Qual è la differenza tra questi due
approcci?
Dott. Bruno: Gli ottimisti angosciati sono
coloro che, pur vivendo un'ansia per le problematiche ambientali, mantengono
una certa fiducia nel progresso e nella capacità di innovazione. D'altra parte,
i guardiani del pianeta hanno una visione più critica e collettivista, con una
forte urgenza per il cambiamento sistemico e un'attenzione particolare alle
ingiustizie sociali. È importante che entrambe le visioni collaborino per
costruire soluzioni efficaci.
Intervistatore: Parlando di giustizia sociale, come
si può collegare questo aspetto alla gestione ambientale?
Dott. Bruno: La giustizia sociale è una parte
integrante della stewardship. Non possiamo affrontare la crisi ambientale senza
considerare gli impatti sociali delle nostre azioni. La transizione verso un
modello più sostenibile deve essere equa e inclusiva; altrimenti, rischiamo di
aumentare le disuguaglianze esistenti. La sfida è quella di creare un'economia
più armonica, che distribuisca equamente i benefici ei costi della transizione
green.
Intervistatore: Quali sono, secondo lei, i passi
concreti che dovrebbero essere intrapresi per migliorare la situazione attuale?
Dott. Bruno: Dobbiamo promuovere politiche
pubbliche che incentivano l'uso sostenibile delle risorse, supportando anche
l'educazione ambientale per sensibilizzare le nuove generazioni. Inoltre, è
fondamentale coinvolgere le comunità locali nel processo decisionale e
garantire che le soluzioni proposte siano accessibili a tutti, specialmente ai
più vulnerabili.
Intervistatore: Infine, quale messaggio vuole
lasciare ai lettori riguardo alla stewardship?
Dott. Bruno: Il messaggio chiave è che ognuno di
noi ha un ruolo nel proteggere il nostro pianeta. La stewardship non è sola
responsabilità dei governi o delle grandi aziende; anche le scelte quotidiane
dei singoli cittadini possono fare la differenza. È il momento di passare dalle
parole ai fatti e di impegnarsi attivamente per un futuro sostenibile.
Intervistatore: La ringrazio, Dott. Bruno, per il
suo tempo e per le sue preziose considerazioni.
Dott. Bruno: Grazie a voi. È sempre un piacere
discutere temi così importanti.
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