Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno sulla Crisi Idrica in Puglia
Intervistatore : Dott. Bruno, la situazione idrica in Puglia sembra essere particolarmente critica. Può darci un quadro generale della crisi attuale?
Dott. Antonio Bruno : Certamente. La gravità della crisi idrica in Puglia è evidente dai numeri. Gli invasi pugliesi, in particolare quelli della Capitanata, stanno attraversando una fase drammatica. Ad esempio, la diga di Occhito, che ha una capacità utilizzabile di 250 milioni di metri cubi, oggi contiene solo 41 milioni di metri cubi, registrando una perdita dell'83,6% della risorsa disponibile. Un anno fa, nello stesso periodo, ne conteneva 149 milioni. Questa riduzione drastica si osserva anche in altri invasi come Marana Capacciotti e San Pietro sull'Osento, che hanno perso rispettivamente il 95% e l'80% della loro capacità di acqua immagazzinata.
Intervistatore : Quali sono le principali cause di questa emergenza?
Dott. Antonio Bruno : Le cause sono molteplici. La principale è sicuramente la siccità prolungata, che ha colpito duramente la regione. Tuttavia, non possiamo ignorare il cattivo stato di manutenzione delle infrastrutture idriche, comprese dighe, invasi e condutture. Questi problemi strutturali, combinati con l'assenza di un sistema adeguato per il recupero e la distribuzione delle acque reflue, hanno aggravato ulteriormente la situazione. Infine, il cambiamento climatico ha un impatto significativo, contribuendo a ridurre le precipitazioni e ad aumentare le temperature, il che intensifica l'evaporazione dell'acqua disponibile.
Intervistatore : La Regione ha stilato un piano per affrontare l'emergenza. Quali sono le misure previste?
Dott. Antonio Bruno : Sì, la Regione Puglia ha elaborato un piano di emergenza che prevede investimenti per un totale di 2,2 miliardi di euro. L'obiettivo è migliorare la manutenzione e l'efficienza degli invasi e delle infrastrutture idriche esistenti. Inoltre, il piano prevede il potenziamento del sistema di distribuzione per le acque depurate, che attualmente finisce per la maggior parte in mare, nonostante potrebbero essere utilizzati per l'irrigazione agricola. Tuttavia, i tempi di attuazione del piano sono preoccupanti, poiché non mantengono il passo con la gravità della crisi. Si rischia di arrivare all'inverno del 2025 senza avere riserve sufficienti per garantire l'approvazione potabile e agricola.
Intervistatore : Quali sono le conseguenze per l'agricoltura pugliese?
Dott. Antonio Bruno : Le conseguenze sono già molto gravi. La mancanza d'acqua ha portato a un crollo della produzione agricola: si stima una riduzione del 50% per pomodori e olive, del 60% per il grano e una significativa decisione dei raccolti di frutta e ortaggi. Questa crisi idrica non mette solo a rischio il settore agricolo, che è fondamentale per l'economia regionale, ma colpisce anche l'intera filiera alimentare e la sicurezza alimentare della popolazione.
Intervistatore : Cosa si potrebbe fare, secondo lei, per affrontare questa emergenza nel breve e lungo termine?
Dott. Antonio Bruno : Nel breve termine, è essenziale rapidamente le misure previste dal piano regionale, concentrandosi sulla manutenzione delle infrastrutture esistenti e sull'ottimizzazione della distribuzione dell'acqua. È fondamentale anche aumentare la consapevolezza tra agricoltori e cittadini sull'importanza di utilizzare l'acqua in modo responsabile. Nel lungo termine, sarà necessario investire in nuove tecnologie per il recupero e la gestione delle acque, migliorare la rete di distribuzione delle acque reflue per l'irrigazione e sviluppare strategie di adattamento al cambiamento climatico, che includono pratiche agricole più sostenibili e resilienti.
Intervistatore : La ringrazio, Dott. Bruno, per il suo tempo e le sue preziose considerazioni.
Dott. Antonio Bruno : Grazie a voi per l'opportunità di discutere di questo problema cruciale. Spero che questa crisi possa essere un catalizzatore per azioni concrete e tempestive.
Nessun commento:
Posta un commento