venerdì 20 settembre 2024

Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno: La Rigenerazione Olivicola del Salento Post-Xylella

 

Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno: La Rigenerazione Olivicola del Salento Post-Xylella 


Giornalista: Dottor Bruno, sono passati poco più di dieci anni dalla prima segnalazione della Xylella fastidiosa a Gallipoli. Qual è la sua valutazione dell'impatto del batterio sulla nostra olivicoltura?

Antonio Bruno: L'impatto della Xylella fastidiosa è stato devastante. Partendo dal litorale jonico salentino, questo batterio ha compromesso il 40% della superficie olivicola regionale, con circa 25 milioni di piante colpite. Il Salento, in particolare, ha sofferto più di tutte le altre zone. Si tratta di un evento epocale che ha segnato profondamente l'economia e il paesaggio della nostra terra.

Giornalista: Quali sono stati i principali sforzi per contrastare questa epidemia?

Antonio Bruno: A livello comunitario, nazionale e regionale, sono state messe in campo numerose azioni per contrastare la diffusione della malattia. Tuttavia, è importante sottolineare che il problema della Xylella non può essere risolto solo con misure di emergenza. Istituzioni e Mondo della ricerca stanno cercando di ricostruire l'intero sistema produttivo guardando all'innovazione. Uno degli sforzi dell’innovazione è quello in campo varietale. La rigenerazione non può prescindere dalla conoscenza del nostro territorio e dalla realtà delle piccole imprese familiari che costituiscono il tessuto olivicolo locale ed questo fatto che rende necessario ed urgente la costituzione di un Ente pubblico che dia lavoro ai giovani che in cambio di un’assunzione a tempo indeterminato si occupino del paesaggio rurale del Salento.

Giornalista: La ricerca scientifica ha prodotto delle risposte concrete all'emergenza. Quali sono le novità più rilevanti?

Antonio Bruno: Certamente. La ricerca ha fatto passi da gigante, e una delle risposte più promettenti è quanto messo in campo dal Dajs con la piattaforma e registro anche un certo impegno per l'introduzione di varietà resistenti al batterio, individuate sia attraverso lo screening in campo sia grazie alle attività di allevamento . la stampa riporta che alcuni affermano che una delle varietà più interessanti è la Lecciana , che si da quanto si legge nelle cronache si è dimostrata particolarmente resistente alla Xylella e ben adattata agli impianti superintensivi. Questo ci potrebbe offrire un'opportunità concreta per il rilancio dell'olivicoltura salentina se solo ci fosse un Ente pubblico che cominciasse a impiantare questa nuova varietà che rischia di non dare frutto per l’assenza di cittadini che si occupano dei microcampagne anche sotto le 50 are del salento.

Giornalista: La cultivar Lecciana è stata recentemente al centro di un convegno a Lequile. Ci può parlare del suo potenziale per la rigenerazione del nostro territorio?

Antonio Bruno: Ho preso parte ai lavori del convegno che è stato un momento molto interessante di confronto tra esperti del settore. Ho ascoltato che la Lecciana rappresenta una reale possibilità di rilancio per il nostro comparto olivicolo. Grazie alla sua resistenza alla Xylella e alla capacità di adattamento agli impianti superintensivi, può consentire un modello di olivicoltura più produttivo e sostenibile, in grado di fronteggiare le sfide che ci attendono. Abbiamo però bisogno di un approccio integrato che coinvolga tutte le parti: dalla ricerca scientifica agli agricoltori, dalle istituzioni ai consulenti agronomi. La vera criticità, come ho già detto, è che la maggior parte delle microcampagne è abbandonata e non c’è nessuno che potrà provvedere a impiantare non solo la lecciana, ma alcunchè. Ecco perché l’unica strada per le microcampagne è un Ente pubblico che le gestisca.

Giornalista: Quindi, la gestione pubblica può garantire anche l'innovazione varietale e di nuove coltivazioni è la chiave per il futuro?

Antonio Bruno: Si l’Ente pubblico renderà una realtà tutte queste iniziative, e in questa nuova governance pubblica del paesaggio rurale del Salento l'innovazione varietale è senza dubbio uno degli strumenti più importanti, ma non l'unico. Dobbiamo accompagnare l'introduzione di nuove cultivar con una profonda conoscenza del territorio e delle dinamiche delle aziende agricolem e questo come ho già detto è alla portata di tutti grazie alla PIATTAFORMA “Atlas Dajs” che mi è stat6o riferito entrerà presto in funzione. Nel Salento, abbiamo molte piccole realtà familiari e pochi impianti specializzati. Questo significa che dobbiamo supportare l'innovazione con misure che facilitino l'adozione di un Ente pubblico in grado di mettere in atto nuove pratiche e tecnologie, tenendo conto delle specificità locali.

Giornalista: Qual è il suo messaggio per gli agricoltori che ancora stanno affrontando le conseguenze della Xylella ?

Antonio Bruno: Il mio messaggio ai proprietari di microcampagne è di chiedere che vengano gestite da un Ente pubblico mentre ai rari imprenditori agricoli il messaggio che do è di non arrendersi. La rigenerazione è possibile, ma richiede un impegno dello Stato. Le nuove varietà resistenti, come la Lecciana , sono una speranza concreta per il futuro, l’Ente pubblico è invece una CERTEZZA per un futuro dell’agricoltura salentina. Dobbiamo lavorare insieme, con pazienza e determinazione, per riportare l'olivicoltura salentina al suo antico splendore. Le sfide sono grandi, ma lo Stato ha la forza e le risorse per superarle.

Giornalista: Grazie mille, Dottor Bruno, per il suo tempo e per il suo prezioso contributo alla rigenerazione del nostro territorio.

Antonio Bruno: Grazie a voi. È importante continuare a sensibilizzare e informare su questi temi fondamentali per il futuro della nostra agricoltura.

 

Nessun commento:

Posta un commento