sabato 7 settembre 2024

Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno, esperto in diagnostica urbana e territoriale sul Salento è stato colpito da eventi meteorologici estremi

 Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno, esperto in diagnostica urbana e territoriale sul Salento è stato colpito da eventi meteorologici estremi




Giornalista: Dottor Bruno, di recente il Salento è stato colpito da eventi meteorologici estremi, come trombe d'aria, violenti temporali e forti raffiche di vento. Cosa ci può dire su questi fenomeni, soprattutto in relazione ai cambiamenti climatici che stiamo osservando nella nostra regione?

Antonio Bruno: I fenomeni meteorologici estremi, come quelli che hanno colpito di recente Copertino, Galatina e altre aree del Salento, sono manifestazioni sempre più frequenti e intense, in gran parte dovute al riscaldamento globale e ai cambiamenti climatici in atto. La combinazione di elevate temperature, specialmente quelle registrate nel Mar Mediterraneo, e l'energia generata da questi sbalzi termici, favorisce la formazione di eventi come trombe d'aria, temporali violenti e forti raffiche di vento.

Giornalista: Cosa rende il Salento particolarmente vulnerabile a questi eventi meteorologici?

Antonio Bruno: Il Salento ha una posizione geografica e un clima che lo rendono particolarmente esposto a questi fenomeni. La vicinanza al Mediterraneo, che come ha spiegato Roberta D'Agostino del CNR, quest'anno ha raggiunto temperature mai viste prima, fa sì che ogni volta che un fronte freddo attraversa la zona, il mare rilascia una grande quantità di energia. Questo processo crea le condizioni ideali per la formazione di temporali estremamente violenti e fenomeni vorticosi come le trombe d'aria. Inoltre, la conformazione territoriale del Salento, con ampi spazi aperti e una vegetazione caratterizzata da alberi di alto fusto e altre specie, è particolarmente sensibile ai danni provocati da raffiche di vento e piogge intense.

Giornalista: Durante l’estate abbiamo vissuto temperature altissime, seguite da temporali violenti in settembre. Come si spiega questa transizione così brusca?

Antonio Bruno: È proprio la successione di periodi di caldo eccessivo e il conseguente rilascio di energia da parte del Mediterraneo che crea questa situazione. Quando l'aria calda e umida accumulata nei bassi strati atmosferici si scontra con l’arrivo di fronti freddi, si scatenano fenomeni convettivi molto intensi. In altre parole, l’aria calda sale rapidamente, mentre quella fredda scende, creando vortici d’aria che si trasformano in fenomeni distruttivi come le trombe d'aria o temporali con precipitazioni abbondanti.

Giornalista: La popolazione del Salento deve aspettarsi eventi simili sempre più frequentemente in futuro?

Antonio Bruno: Purtroppo sì. Studi recenti, come quelli menzionati anche dalla D'Agostino, ci indicano che questo tipo di fenomeni saranno sempre più frequenti e intensi. L’aumento delle temperature globali, la continua urbanizzazione e la gestione non sempre corretta del territorio sono fattori che possono amplificare gli effetti distruttivi di questi eventi. È quindi fondamentale che si inizi a lavorare su strategie di adattamento e mitigazione, sia a livello urbano che territoriale, per ridurre i rischi e limitare i danni.

Giornalista: Cosa si può fare concretamente per prevenire o limitare i danni derivanti da questi eventi estremi?

Antonio Bruno: La prevenzione è cruciale. In ambito agricolo, per esempio, è importante pianificare una corretta gestione del suolo e della vegetazione, favorendo la piantumazione di specie che resistono meglio agli eventi estremi. Inoltre, è necessario migliorare i sistemi di drenaggio delle acque nelle aree urbane per evitare allagamenti, soprattutto in zone che storicamente sono più soggette a questi fenomeni. A livello più ampio, bisogna anche incentivare la riqualificazione del territorio, con la creazione di barriere naturali, come boschi e siepi frangivento, che possano limitare i danni provocati dal vento.

Giornalista: Che ruolo ha la diagnostica urbana e territoriale in tutto questo?

Antonio Bruno: La diagnostica urbana e territoriale è uno strumento fondamentale per comprendere le dinamiche ambientali e pianificare interventi mirati. Attraverso l'analisi del territorio, si possono individuare le aree più a rischio e implementare soluzioni specifiche per limitare l’impatto dei cambiamenti climatici. Utilizziamo tecnologie avanzate come i dati satellitari, modelli meteorologici e sensori sul campo per monitorare in tempo reale la situazione e prevenire eventuali disastri. La prevenzione, insieme alla capacità di risposta rapida, è la chiave per fronteggiare questi fenomeni.

Giornalista: Grazie, Dottor Bruno, per averci fornito un quadro così chiaro e dettagliato.

Antonio Bruno: Grazie a voi, è importante che tutti comprendano l'importanza di prepararsi e agire tempestivamente per proteggere il nostro territorio e le nostre comunità.



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