Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno sul progetto di rigenerazione sostenibile “Il Salento rinasce”
Buongiorno
dottor Bruno, e grazie per essere qui con noi. Oggi parliamo del progetto “Il
Salento rinasce”, un'iniziativa di grande rilevanza per il futuro agricolo del
nostro territorio. Potrebbe spiegarci brevemente di cosa si tratta e quali sono
i suoi obiettivi principali?
Dott.
Antonio Bruno :
Buongiorno, è un piacere essere qui. Riporto le notizie che ho appreso dalle
cronache. Il progetto “Il Salento rinasce” è un'iniziativa nata dalla necessità
di rigenerare il sistema agricolo del nostro territorio, duramente colpito
negli ultimi anni dalla xylella. L'obiettivo principale è ripensare
l'agricoltura salentina, rendendola più resiliente e sostenibile. Questo
significa sviluppare nuovi modelli produttivi, introdurre colture alternative e
promuovere un'agricoltura rigenerativa, capace di rispondere alle sfide del
cambiamento climatico, preservando allo stesso tempo le risorse naturali e la
biodiversità locale.
Il progetto
coinvolge numerosi esperti e istituzioni. Secondo lei qual è il ruolo del
Distretto Agroalimentare di qualità Jonico Salentino (Dajs) in questa
iniziativa?
Dott.
Antonio Bruno : Il Dajs, dalle
notizie apprese dalle cronache, dichiara di avere un ruolo centrale nel
coordinamento di questo progetto. Sempre dalla stampa ho appreso che con il
supporto del Ministero dell'Agricoltura e delle principali istituzioni
accademiche, il distretto sta guidando un piano di interventi su larga scala,
che coinvolge esperti e operatori agricoli di Lecce, Brindisi e Taranto. Riferiscono
che questa rete di collaborazioni ha messo insieme ben 21 task leader, ognuno
dei quali si occupa di un'area tematica specifica, che va dalla gestione
sostenibile delle risorse idriche e del suolo alla tutela della biodiversità,
fino all'analisi delle infrastrutture e della logistica del sistema
agroalimentare.
Uno dei temi
centrali del progetto è il cambiamento climatico e la sua influenza
sull'agricoltura. Come ritiene che questa struttura possa affrontare queste
sfide a livello locale?
Dott.
Antonio Bruno : Il
cambiamento climatico è una delle sfide più complesse che l'agricoltura moderna
deve affrontare, e il Salento non fa eccezione. Secondo me è un ottima strada ciò
che il distretto sta facendo, ovvero lavorare per sviluppare strategie che possa
permettere un adattamento a queste nuove condizioni, riducendo l'impatto delle
emissioni di carbonio e promuovendo pratiche agricole sostenibili. Un esempio
concreto è l'idea di cui sono venuto a conoscenza, di creare un distretto
agricolo "carbon neutral", cioè capace di bilanciare le emissioni di
carbonio grazie a pratiche rigenerative. Come noto ai colleghi Dottori Agronomi
questo approccio si basa anche sulla diversificazione delle colture, con
l'introduzione di specie alternative come il noce e l'avocado, che possono
prosperare nelle nuove condizioni climatiche.
Un altro
aspetto interessante è l'attenzione alla tutela del paesaggio rurale e alla valorizzazione
del territorio. Secondo lei il distretto ha pensato di integrare queste
esigenze con quelle agricole?
Dott.
Antonio Bruno : La
salvaguardia del paesaggio rurale è fondamentale per il Salento, non solo dal
punto di vista agricolo, ma anche per il suo valore storico e culturale. Dalle
cronache ho appreso che il progetto prevede di integrare le esigenze produttive
con la valorizzazione del paesaggio, attraverso soluzioni che coniughino
agricoltura e turismo sostenibile. L’ obiettivo a questo punto è quello di
creare un sistema agricolo che non solo sia produttivo, ma che rispetti e
valorizzi il patrimonio naturale del territorio, rendendolo un punto di forza
per lo sviluppo locale e su questo non si può che essere d’accordo!
Durante
l'evento di domani saranno presentati i primi risultati del progetto. Potete
anticiparci qualcosa?
Dott.
Antonio Bruno : Posso
dirvi ciò che tutti possono vedere dal programma. Domani verranno presentati i
risultati intermedi delle ricerche del distretto, che dalle notizie in mio
possesso mostrano già un buon livello di avanzamento. Gli scienziati hanno
analizzato in dettaglio il territorio, considerando le filiere produttive
locali e il contesto storico-culturale, e hanno avviato studi sulla gestione
delle risorse idriche e del suolo. Una delle innovazioni più interessanti di
cui ho notizia è l'Interfaccia Lifewatch, un sistema di monitoraggio delle
risorse naturali che permetterà di prendere decisioni tempestive e informate. E’
mia opinione che questo strumento possa essere molto utile per affrontare le
sfide climatiche e garantire una gestione sostenibile delle risorse a livello
locale.
Quali sono
le sue aspettative più in generale, per il futuro agricolo del Salento?
Dott.
Antonio Bruno : Sono
molto fiducioso. Il progetto “Il Salento rinasce” rappresenta una grande
opportunità per rilanciare l'agricoltura salentina in modo sostenibile e
innovativo. Se riusciranno a coinvolgere attivamente le comunità locali, e a
mettere in pratica le soluzioni che si stanno sviluppando, si potranno superare
le devastazioni causate dalla xylella e creare un modello di agricoltura che
possa essere un esempio di sostenibilità a livello nazionale e internazionale. La
criticità di tutto questo sforzo è il rischio che risulti velleitario per la
esiguità del numero e delle superficie di paesaggio agricolo gestite dagli
imprenditori agricoli. Il mio progetto invece prevede la costituzione di un
Ente pubblico per la gestione del paesaggio rurale del Salento. La chiave del
successo sarà una visione a lungo termine e una forte collaborazione tra
scienza, istituzioni e comunità e per questo non bastano i pochi e deboli
imprenditori agricoli.
Grazie per
il suo tempo, Dottor Bruno.
Dott.
Antonio Bruno : Grazie a
voi!
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