mercoledì 18 settembre 2024

Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno sul progetto di rigenerazione sostenibile “Il Salento rinasce”

 

Intervista al Dottore Agronomo Antonio Bruno sul progetto di rigenerazione sostenibile “Il Salento rinasce”


Buongiorno dottor Bruno, e grazie per essere qui con noi. Oggi parliamo del progetto “Il Salento rinasce”, un'iniziativa di grande rilevanza per il futuro agricolo del nostro territorio. Potrebbe spiegarci brevemente di cosa si tratta e quali sono i suoi obiettivi principali?

Dott. Antonio Bruno : Buongiorno, è un piacere essere qui. Riporto le notizie che ho appreso dalle cronache. Il progetto “Il Salento rinasce” è un'iniziativa nata dalla necessità di rigenerare il sistema agricolo del nostro territorio, duramente colpito negli ultimi anni dalla xylella. L'obiettivo principale è ripensare l'agricoltura salentina, rendendola più resiliente e sostenibile. Questo significa sviluppare nuovi modelli produttivi, introdurre colture alternative e promuovere un'agricoltura rigenerativa, capace di rispondere alle sfide del cambiamento climatico, preservando allo stesso tempo le risorse naturali e la biodiversità locale.

Il progetto coinvolge numerosi esperti e istituzioni. Secondo lei qual è il ruolo del Distretto Agroalimentare di qualità Jonico Salentino (Dajs) in questa iniziativa?

Dott. Antonio Bruno : Il Dajs, dalle notizie apprese dalle cronache, dichiara di avere un ruolo centrale nel coordinamento di questo progetto. Sempre dalla stampa ho appreso che con il supporto del Ministero dell'Agricoltura e delle principali istituzioni accademiche, il distretto sta guidando un piano di interventi su larga scala, che coinvolge esperti e operatori agricoli di Lecce, Brindisi e Taranto. Riferiscono che questa rete di collaborazioni ha messo insieme ben 21 task leader, ognuno dei quali si occupa di un'area tematica specifica, che va dalla gestione sostenibile delle risorse idriche e del suolo alla tutela della biodiversità, fino all'analisi delle infrastrutture e della logistica del sistema agroalimentare.

Uno dei temi centrali del progetto è il cambiamento climatico e la sua influenza sull'agricoltura. Come ritiene che questa struttura possa affrontare queste sfide a livello locale?

Dott. Antonio Bruno : Il cambiamento climatico è una delle sfide più complesse che l'agricoltura moderna deve affrontare, e il Salento non fa eccezione. Secondo me è un ottima strada ciò che il distretto sta facendo, ovvero lavorare per sviluppare strategie che possa permettere un adattamento a queste nuove condizioni, riducendo l'impatto delle emissioni di carbonio e promuovendo pratiche agricole sostenibili. Un esempio concreto è l'idea di cui sono venuto a conoscenza, di creare un distretto agricolo "carbon neutral", cioè capace di bilanciare le emissioni di carbonio grazie a pratiche rigenerative. Come noto ai colleghi Dottori Agronomi questo approccio si basa anche sulla diversificazione delle colture, con l'introduzione di specie alternative come il noce e l'avocado, che possono prosperare nelle nuove condizioni climatiche.

Un altro aspetto interessante è l'attenzione alla tutela del paesaggio rurale e alla valorizzazione del territorio. Secondo lei il distretto ha pensato di integrare queste esigenze con quelle agricole?

Dott. Antonio Bruno : La salvaguardia del paesaggio rurale è fondamentale per il Salento, non solo dal punto di vista agricolo, ma anche per il suo valore storico e culturale. Dalle cronache ho appreso che il progetto prevede di integrare le esigenze produttive con la valorizzazione del paesaggio, attraverso soluzioni che coniughino agricoltura e turismo sostenibile. L’ obiettivo a questo punto è quello di creare un sistema agricolo che non solo sia produttivo, ma che rispetti e valorizzi il patrimonio naturale del territorio, rendendolo un punto di forza per lo sviluppo locale e su questo non si può che essere d’accordo!

Durante l'evento di domani saranno presentati i primi risultati del progetto. Potete anticiparci qualcosa?

Dott. Antonio Bruno : Posso dirvi ciò che tutti possono vedere dal programma. Domani verranno presentati i risultati intermedi delle ricerche del distretto, che dalle notizie in mio possesso mostrano già un buon livello di avanzamento. Gli scienziati hanno analizzato in dettaglio il territorio, considerando le filiere produttive locali e il contesto storico-culturale, e hanno avviato studi sulla gestione delle risorse idriche e del suolo. Una delle innovazioni più interessanti di cui ho notizia è l'Interfaccia Lifewatch, un sistema di monitoraggio delle risorse naturali che permetterà di prendere decisioni tempestive e informate. E’ mia opinione che questo strumento possa essere molto utile per affrontare le sfide climatiche e garantire una gestione sostenibile delle risorse a livello locale.

Quali sono le sue aspettative più in generale, per il futuro agricolo del Salento?

Dott. Antonio Bruno : Sono molto fiducioso. Il progetto “Il Salento rinasce” rappresenta una grande opportunità per rilanciare l'agricoltura salentina in modo sostenibile e innovativo. Se riusciranno a coinvolgere attivamente le comunità locali, e a mettere in pratica le soluzioni che si stanno sviluppando, si potranno superare le devastazioni causate dalla xylella e creare un modello di agricoltura che possa essere un esempio di sostenibilità a livello nazionale e internazionale. La criticità di tutto questo sforzo è il rischio che risulti velleitario per la esiguità del numero e delle superficie di paesaggio agricolo gestite dagli imprenditori agricoli. Il mio progetto invece prevede la costituzione di un Ente pubblico per la gestione del paesaggio rurale del Salento. La chiave del successo sarà una visione a lungo termine e una forte collaborazione tra scienza, istituzioni e comunità e per questo non bastano i pochi e deboli imprenditori agricoli.

Grazie per il suo tempo, Dottor Bruno.

Dott. Antonio Bruno : Grazie a voi!

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