lunedì 11 luglio 2016

Chicchi di saggezza. In ricordo di Norberto Pogna, genetista del grano 6 LUGLIO 2016 | di ameldolesi


“Il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa, il secondo momento migliore è adesso”, ha scritto una volta Norberto Pogna, citando un proverbio africano. Lui, ex direttore dello storico Istituto sperimentale per la cerealicoltura, non ha piantato alberi ma ha creato e visto crescere spighe, tante, prima di andarsene due settimane fa, il 22 giugno. Ci lascia in eredità diverse nuove varietà di grano, alcune in via di iscrizione al registro varietale e dunque in procinto di essere autorizzate per la coltivazione commerciale nei campi. A chi l’ha conosciuto resta anche il ricordo di un entusiasmo quieto ma contagioso che non è stato scalfito dalla difficoltà di fare il genetista vegetale in un paese poco amico della ricerca agraria come l’Italia.
Aveva cominciato la sua carriera dedicandosi alle proteine di riserva dei cereali, quelle che costituiscono il glutine e sono legate alla qualità di pasta, pane e altri prodotti da forno. Poi ha studiato la tessitura dei chicchi. Un progetto durato due decenni che ha portato allo sviluppo di linee con i geni della sofficità, importanti per aumentare la resa in farina, diminuire l’energia per la macinatura, migliorare il grano duro usato nell’area mediterranea. “Per ora si chiamano Gds, grani duri soft, ma per iscriverle al registro varietale cercherò un nome mitologico che gli sarebbe piaciuto”, ci ha raccontato Laura Gazza che ha lavorato per tutto questo tempo con lui. È già pronta per la coltivazione commerciale anche una varietà nuda di monococco, il piccolo grano antico con cui cinquemila anni orsono faceva il pane Ötzi, la mummia del Similaun. “Io volevo chiamarla Stendhal perché è rossa e nera, lui ha preferito Hammurabi”, sorride Gazza. Il testo babilonese, infatti, è il primo documento scritto in cui compaia un riferimento alla produzione della birra. E Norberto aveva una passione per l’archeologia e la cultura umanistica che affiorava continuamente. Per spiegare l’ondata di carocibo del 2008 citava gli ultimi studi di economia agraria ma anche Alessandro Manzoni. Per mettere in prospettiva i timori sugli Ogm illustrava le evidenze scientifiche su rischi e benefici dei diversi approcci al miglioramento genetico, ma non rinunciava a introdurle con un mito greco (quello di Glauco, figlio del re di Creta Minosse, resuscitato con un’erba pericolosa ma magica).
Il monococco ha un basso contenuto di glutine, utile per contrastare le intolleranze alimentari, e altre proprietà nutrizionali interessanti, oltre al sapore dei tempi che furono. La varietà Hammurabi viene già richiesta in Germania, Svizzera, Provenza, e in Italia è già stata usata per produrre pasta, biscotti, persino il pane carasau, che ho avuto la fortuna di assaggiare. Tra Lazio e Sardegna è coltivato su 100 ettari, insieme a un’altra varietà che probabilmente verrà ribattezzata con il nome Norberto. L’ultimo filone a cui Pogna si è appassionato è quello dei grani perenni, ottenuti incrociando un frumento selvatico che cresce ai margini delle strade (thinopyrum) con dei frumenti teneri. Si ottengono grani con un apparato radicale sviluppato, adatti per combattere l’erosione del suolo. Dopo essere stati tagliati per il raccolto a dieci centimetri da terra rifanno le spighe senza essere riseminati. Il gruppo di Pogna e Gazza ci ha lavorato insieme a un consorzio internazionale che comprende Usa, Australia, Canada e Cina. L’ultima volta che l’ho sentito aveva un cruccio: l’Istituto sperimentale per la cerealicoltura stava traslocando. Erano costretti ad abbandonare la sede storica fondata nel 1919 dal pioniere dei breeder italiani Nazareno Strampelli. E accadeva proprio alla vigilia del centocinquantesimo anniversario della nascita del celebre agronomo che ha reinventato il frumento in Italia. Tutte le volte che ho avuto bisogno di capire qualcosa in questo settore, di uno sguardo profondo, di non restare prigioniera dei recinti ideologici ho composto il numero di telefono di Norberto. Perché oltre a una bella lista di successi scientifici aveva la concretezza di chi si sporca le mani con la terra e una cultura che superava i confini disciplinari. L’agricoltura non può permettersi di stare ferma mentre il clima cambia e i parassiti evolvono, “è come mettere a punto un vaccino influenzale, che deve essere continuamente rinnovato altrimenti il virus prende il sopravvento”, spiegava. “Il lavoro di ricerca in agricoltura assomiglia allo sforzo di Sisifo, costretto a spingere un masso dalla base alla cima di un monte, per vederselo poi rotolare nuovamente alla base. Tuttavia, bisogna immaginare Sisifo felice”, scriveva Pogna. Una citazione di Albert Camus, per spiegare la pazienza e la passione dei breeder.

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