Antonio Bruno interviene nella tavola rotonda accanto il prof. Gino Di Mitri, Sergio D'Oria e Nicola Vantaggiato |
A Corigliano d’Otranto c’era il mercato di Angurie, Meloni,
poponeddre e il signore di quel luogo accettò che si vendessero esentasse da
qui FFRANCA STA' NGURIA - Tra chiacchiere e assaggi
Il mercato è andato avanti per tantissimi anni ed è poi
scomparso. I commercianti non vengono più a Corigliano per approvvigionarsi di poponeddre.
Questa storia ieri grazie a Dina Manti, Sindaca di questo elegante borgo noto perché
in questi anni si è distinto nella valorizzazione culturale, e a Sergio D’Oria
che è stato l’animatore culturale della serata ha fatto da filo conduttore a
una serata simpatica e leggera in cui si è parlato della poponeddra. La serata
è stata intitolata “Poponeddha: prodotto della terra e della comunità”. Un
intreccio sentimentale con una particolare storia collettiva , fatta di uomini
e di donne coriglianesi.
Dina Manti la bella e preparata Sindaca di Corigliano d'Otranto |
Nicola Vantaggiato mi ha raccontato che i contadini custodi
dei semi ritengono che il mercato non si faccia più da quando le meloncelle sono state
coltivate sotto i tunnel. In effetti la precocità della meloncella di
Corigliano d’Otranto coltivata in pieno campo non è stata più un’esclusiva di
questo Comune perché i tunnel hanno reso possibile ottenere una produzione
precoce anche in altri agri comunali del Salento leccese.
La poponeddra di Corigliano d’Otranto è una popolazione di
varietà intraspecifiche di Cucumis melo L., un ortaggio indicato con nomi
differenti a seconda dei comprensori salentini e noto nei comuni baresi con il
nome di carosello.
In questi ultimi anni, l’interesse dei produttori ma,
soprattutto dei commercianti, tende ad una denominazione unica, meloncella, derivante
dalla sua affinità con il melone dolce, consumato come frutto assai dolce e
dalla polpa gialla (o verde chiaro in alcune varietà).
Nicola Vantaggiato ha illustrato le due varietà di
popuneddre di Corigliano d’Otranto che, a livello morfologico, si distinguono
solo quando i peponidi sono “maturi” che sono diversi nella colorazione
dell’epidermide verde scuro la prima e a fasce la seconda, nella consistenza della
polpa ed altri caratteri.
Specificamente Nicola Vantaggiato ha chiesto all’Associazione
dei Dottori in Agraria e Forestali della Provincia di Lecce se si potesse
ottenere una varietà di poponeddra che conservasse il suo essere croccante per lungo
tempo visto che la varietà con epidermide verde scuro, pur essendo molto più
saporita, perde il suo essere croccante dopo 24 ore dalla raccolta.
Ho parlato anche con il Sindaco e l’Associazione si è
impegnata a sottoporre la questione al prof. Michele Stanca che è nostro socio
onorario.
Dina Manti intende continuare nella valorizzazione di questo
prodotto locale nella consapevolezza che il futuro del turismo è tutto nella
tipicità del territorio del Salento leccese. Penso che l’esempio di questa
Sindaca debba essere seguito dai tanti primi cittadini del 100 Comuni del Salento
ognuno dei quali ha il suo prodotto tipico. L’agronomia, con l’innovazione e la
ricerca scientifica, è la chiave per la valorizzazione di questi prodotti ed è
per questo che Adaf Lecce, impegnata da sempre sul fronte dell’innovazione in
Agricoltura, è disponibile a raccogliere le esigenze che dovessero pervenire
dal territorio.
Bibliografia
Rita Accogli, Francesca Nicolì, Luigi De Bellis, TRADIZIONI
E SAPERI ATTORNO AD ALCUNE VARIETÀ LOCALI DI CUCUMIS MELO L. IN SALENTO
(PUGLIA) Orto Botanico DiSTeBA - Università del Salento, via per Monteroni,
73100 Lecce - Laboratorio di Fisiologia Vegetale DiSTeBA - Università del
Salento, via per Monteroni, 73100 Lecce
Nessun commento:
Posta un commento