L’alienazione dei ‘luoghi
strampelliani’
Tommaso Maggiore
Una mostra per raccontare il grande
lavoro di Nazareno Strampelli.
Expo 2015 è stato dedicato alla
tematica “Nutrire il pianeta, energia per la vita” e il Consiglio
per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA), in
collaborazione con l’Archivio di Stato di Rieti, ha contribuito a
sviluppare questo tema allestendo in un’ala del castello visconteo
di Sant’Angelo Lodigiano, che fa parte del circuito di Expo, una
mostra permanente dedicata a Nazareno Strampelli, il “mago del
grano”. Il dottore agronomo Strampelli è stato l’artefice della
prima “rivoluzione verde” e dal 1925 fino alla morte,
sopravvenuta nel gennaio del 1942, fu a capo della “Battaglia del
grano”, un programma politicoeconomico finalizzato ad aumentare la
produzione nazionale di frumento (grano tenero e grano duro) e
ridurne le massicce importazioni dall’estero. Attraverso l’incrocio
tra piante recuperate in Asia, Nord Europa e Africa settentrionale,
Strampelli realizzò alcune decine di nuove varietà di grano tenero
e grano duro, alcune delle quali come ‘Carlotta Strampelli’,
‘Mentana’, ‘Ardito’, ‘Villa Glori’, ‘San Pastore’
‘Virgilio’, Vittorio Veneto’ e ‘Senatore Cappelli’ furono
tanto innovative da raddoppiare la produzione per ettaro. Nel 1931 il
deficit della bilancia commerciale si ridusse di 5 miliardi di lire
dell’epoca (equivalenti a circa 4,7 miliardi di euro) e la
produzione di frumento (8,1 milioni di tonnellate) riuscì a
soddisfare quasi totalmente il fabbisogno nazionale, registrando
il primato mondiale di resa (1,61
tonnellate per ettaro), quasi il doppio di quella USA. Strampelli
mise a disposizione di molti paesi le sue nuove varietà di grano e
queste furono coltivate e anche usate come genitori di nuove varietà
locali. Per esempio, in Russia Andrei Sapegin usò le varietà di
Strampelli per creare ‘Odessa 3’, coltivata su 7 milioni di
ettari, mentre Pavel Lukyanenko usò ‘Ardito’ per creare
‘Bezostaya 1’, capostipite di oltre 200 varietà russe di grani
teneri e duri, tuttora coltivate. ‘Ardito’, ‘Virgilio’, ‘San
Pastore’ e altre varietà di Strampelli sono state estesamente
coltivate nel Sichuan e nella provincia di Gansu in Cina. Tra le
varietà attualmente seminate nella Repubblica Popolare Cinese, 189
derivano direttamente dai frumenti di Strampelli. In Ungheria,
Slovacchia, Bulgaria, Romania ed exJugoslavia nel ventennio 19601980
le varietà di frumento più coltivate derivavano da ‘San Pastore’.
Strampelli inviò in Australia ‘Ardito’ e altre 104 varietà tra
cui ‘Mentana’, dal quale derivò ‘Gamenya’, coltivato in quel
paese per 35 anni. In Argentina e Uruguay sono state introdotte
varietà a bassa taglia e precoci derivate da ‘Ardito’ o
‘Mentana’. Negli anni 30 in Portogallo le varietà ‘Mentana’,
‘Ardito’, ‘Carlotta Strampelli’ e ‘Vittorio Veneto’ erano
tra le più coltivate nei distretti di Evora e Portalegre. Insomma,
la scelta del CRA a favore di Nazareno Strampelli come rappresentante
nazionale del ‘leitmotiv’ di Expo 2015 non poteva essere più
appropriata. Ma allora perché lo scorso febbraio, come ci informa
Norberto Pogna che denuncia l’operato del CRA e come si evince da
un documento disponibile nel sito web dell’ente, il CRA ha deciso
di alienare l’edificio fatto costruire nel 1930 in via Cassia 176 a
Roma come sede del prestigioso Istituto nazionale di genetica per la
cerealicoltura, luogo dove Nazareno Strampelli guidò la “Battaglia
del grano”? L’edificio di via Cassia conserva numerosi cimeli
dell’epoca, ha una splendida biblioteca e un ‘teatro’ per
convegni scientifici e ospita attualmente un gruppo di ricerca
dedicato alla valorizzazione qualitativa dei cereali. A breve, questo
gruppo di ricerca verrà trasferito presso un’azienda sperimentale
nelle vicinanze per consentire la vendita dell’edificio.
L’alienazione dei “luoghi strampelliani” non riguarda solo
Roma. A Rieti, dove Nazareno Strampelli mise a punto le sue prime
invenzioni rivoluzionarie, c’è un bellissimo edificio storico ,
ricco di materiale stampelliano (laboratori e macchinari dell’epoca,
una collezione di migliaia di spighe di grano, l’ufficio e
l’abitazione di Strampelli, ecc.) che il CRA ha da tempo deciso di
alienare, peraltro senza successo. Un caso evidente di “accanimento
terapeutico” che contrasta fortemente con l’iniziativa
promozionale di Sant’Angelo Lodigiano. Non ci rimane che sperare
che l’esposizione dedicata a Strampelli possa richiamare
l’attenzione di un ricco e informato visitatore – cinese,
australiano o... –, ben disposto a finanziare la valorizzazione
delle sedi storiche dove operò il “mago del grano”.
La mostra su Strampelli è visitabile
fino al 30 settembre 2015 in una sala del Castello Morando Bolognini
a Sant’Angelo Lodigiano (LO) in contemporanea a una mostra sulla
Battaglia del grano, inaugurata il 25 giugno 2015.
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