Circa il cibo e l’agricoltura è del tutto evidente che per
il 2050 dovremo produrre il 60% di cibo in più se vogliamo che le persone umane
sulla faccia della Terra siano sfamate.
Solo l’innovazione e la ricerca possono far si che ciò si
realizzi e allora ho fatto una domanda alle persone esperte che conosco la
domanda è:
Il cittadino se in
tema di cibo e alimentazione si sente garantito, protetto e difeso dagli
scienziati non opta per le religioni e per l’esoterismo. Gli scienziati non
hanno fatto sentire il cittadino “TOTALMENTE SICURO”. Come mai ciò è potuto
accadere?
Le persone competenti ancora non mi hanno risposto e siccome
io so perfettamente che se c’è una domanda c’è anche la risposta, mi sono messo
a cercare. La curiosità è un demone, io ne sono posseduto!
Ho trovato una risposta leggendo NORBERTO POGNA aggiornando, grazie alle sue
pubblicazioni, le mie antiche conoscenze in tema di Miglioramento Genetico.
Grazie a questo GRANDE SCIENZIATO DOTTORE AGRONOMO recentemente scomparso, che ho
potuto accertare doveva essere un gran comunicatore, ho preso atto che oggi le
biotecnologie si basano su “TECNICHE MOLECOLARI PER AGGIUNGERE UN TRATTO DI DNA
(“COSTRUTTO”) AI CROMOSOMI DEL NUCLEO, DEI CLOROPLASTI O DEI MITOCONDRI DI UNA
CELLULA VEGETALE. IL COSTRUTTO CONFERISCE ALLA CELLULA TRANSGENICA E ALLA
PIANTA DA ESSA DERIVATA UNO O PIU’ CARATTERI NUOVI, OPPURE ELIMINA O MODIFICA I
CARATTERI ESISTENTI”. Tali tecniche sono
quelle che danno luogo alle piante transgeniche o utilizzando un
batterio Agrobacterium rhizogenes capace di trasferire i geni rol (root loci
genes) nelle piante oppure per le piante (monocotiledoni) che non vengono
infettate dall’Agrobacterium, utilizzando un altro metodo, il metodo del
cannone che consente di bombardare le piante con materiale genetico. Infine espianti
di radici, foglie, steli, infiorescenze oppure polline coltivati in vitro
possono rigenerare nuove piante (totipotenza) sia in modo diretto che in modo
indiretto passando attraverso la formazione di gruppi di cellule
indifferenziate chiamati calli. E’ del tutto evidente che tali metodi sono assolutamente
sicuri anche perché Pogna l’ha dimostrato nelle pubblicazioni che io ho letto.
Ma veniamo alla intervista illuminante di Pogna che in parte
riporto qui :
“Mais e Soia sono da anni in mano alle Multinazionali che
per avere successo in questo campo sono organizzatissime ed hanno loro centri
di ricerca collocati nell’emisfero nord ma anche nell’emisfero sud in quanto
occorre preparare le sementi sempre in contro stagione.
Le Multinazionali hanno compreso che avere in mano un gene
da inserire in una pianta non significa avere in mano il breeding ovvero la
migliore combinazione tra i geni che danno la varietà migliore.
Solo con la migliore varietà possibile si può aumentare la
produttività.
Io aggiungo che la migliore varietà (breeding) si ottiene
con le tecniche che ho studiato all’università nell’esame di miglioramento
genetico ovvero incroci prima e selezione per cercare negli individui ottenuti
la combinazione giusta di questi geni. Chi fa questo lavoro cerca la
combinazione genetica anche se non conosce i geni e non sa nemmeno quanti e
quali sono.
Si tratta di operare sugli effetti dei geni per poi
selezionare individui in base alle espresioni fenotipiche degli stessi. Il
risultato di questo lavoro è l’aumento della resa della pianta. Ed è su queste
nuove varietà che lavora il BIOTECNOLOGO CHE INNESTA IL NUOVO GENE.
Il mais bt è un mai che ha un antifurto per la piralide tale
che non permette ad essa di prendersi il 10% di prodotto. Quindi il
biotecnologo è colui il quale mette l’antifurto. Ma ci vuole una macchina di
valore per metterci l’antifurto.
Ad esempio per il Mais per avere successo in campo
sementiero bisogna prima mettere a punto una buona varietà e poi su questa si
può innestare un gene bt.
ATTENZIONE E’ QUI CHE HO TROVATO LA RISPOSTA ALLA DOMANDA
CHE HO FATTO
“questo ha fatto si che coloro i quali avevano in mano le
tecnologie per inserire i geni (le Multinazionali) hanno acquistato le società
sementiere che producono i breedig.”
Penso di aver capito. Non c’entrano gli scienziati ma il
problema è tutto nell’aver fatto del cibo un mercato. Una qualunque
speculazione. Insomma è come se dessimo l’aria alle Multinazionali. E’ come se
dessimo l’acqua alle Multinazionali.
E allora torna d’attualità quello che ti scrissi dopo il
Convegno di Via XX Settembre lo scorso Maggio:
Sappiamo che ci sono persone umane che non hanno abbastanza
cibo, conosciamo il loro numero e la loro collocazione geografica ma non
sappiamo di quale e di quanto cibo hanno bisogno e soprattutto non sappiamo chi
lo produrrà.
Mi sembra il minimo di informazioni necessarie, anzi
indispensabili, a chiunque abbia in animo di soddisfare un bisogno vitale come
quello che nessuna persona debba più "soffrire la fame" e ancora che
nessuna persona debba più "morire di fame”.
Poi c’è la logistica ovvero chi, dove, come e quanto produce
e chi, dove, come e quando distribuisce a tutte le persone dell'umanità.
Sino ad oggi c’è da prendere atto di un fatto, ovvero che da
quando esiste l’agricoltura, ricordo a me stesso che sono passati 12mila anni, nessun “LIBERO MERCATO” e
nessuna ideologia ha avuto il risultato di non avere persone denutrite o che
muoiono di fame.
Ci vuole quindi un organismo Mondiale che, secondo me, si
dovrebbe occupare di tutto questo e al quale vadano destinate le risorse
finanziarie per garantire tutto questo a tutta l’umanità.
L’ho detto al Presidente Sonnino e ho aggiunto che la mia
poteva sembrare una riedizione di una ideologia dell’ultimo secolo dello scorso
millennio.
Ricordo a me stesso che “dare da mangiare agli affamati e da
bere agli assetati” non è una ideologia e nemmeno una religione.
Secondo me dare a tutti cibo e acqua è dare la vita alle
persone che costituiscono l’umanità.
Noi dottori agronomi dobbiamo fare la giusta battaglia.
Questa è la giusta battaglia. Io sono piccolo, piccolo, ma so di vederci
giusto! Bisogna agire al più presto possibile! Non farlo sarebbe un atto
gravissimo. Noi sappiamo e dobbiamo dirlo a tutti a ogni costo, costi quel che
costi. Ne va della sopravvivenza delle persone umane che stanno sulla faccia
della Terra.
Antonio Bruno
Nessun commento:
Posta un commento