Elementi conduttori: xilema e floema
L'evoluzione occorsa in milioni di anni ha permesso ad
alcune piante di sviluppare un efficiente sistema di trasporto sia dell'acqua
che viene prelevata dal terreno e si sposta fino al germoglio sia delle varie
sostanze elaborate, ad esempio nel corso della fotosintesi, che vengono condotte
in ogni parte dell'organismo vegetale. Non tutte le piante possiedono elementi
conduttori, le briofite che sono le piante evoluzionisticamente più vicine alle
piante acquatiche, non possiedono un sistema di vasi e per questo motivo sono
fortemente limitate per la crescita in altezza. I muschi e le epatiche sono
classi delle briofite e la loro altezza dal terreno è estremamente piccola.
I primi elementi conduttori propriamente definibili si
riscontrano nelle pterofite, comunemente felci, che sviluppano dei rudimentali
tessuti xilematici, adibiti esclusivamente al trasporto di acqua e alcuni
soluti, e floematici, che trasportano molecole già più complesse come il
saccarosio o i vari ormoni.
Xilema e floema rappresentano, dunque, il sistema di
conduzione della linfa all'interno della pianta e garantiscono l'irrorazione di
elementi altamente eterogenei in ogni punto del tessuto animale.
Esistono vasi xilematici e floematici più o meno evoluti, in
base al tipo di pianta, che possiedono caratteristiche differenti.
Xilema
Lo xilema è un vaso conduttore che trasporta la cosiddetta
linfa grezza ovvero una soluzione di acqua e sali minerali prelevata dal
terreno, conducendola per via esclusivamente acropeta. Il trasporto acropeto di
una sostanza è quello che parte dalla radice e si direziona verso il germoglio.
Vedremo più avanti che il movimento dell'acqua è dovuto
dalla differenza di potenziale idrico tra i vari compartimenti (terreno,
radice, vaso, tessuti), che generano una depressione; possiamo idealmente
immaginare che dal germoglio una forza aspirante conduca verso l'alto l'acqua
presente al livello del terreno.
Adesso è importante sapere che se lo xilema fosse elastico e
se la depressione fosse eccessiva le pareti potrebbero chiudersi impedendo il
movimento dell'acqua. Per questo motivo le cellule che formeranno lo xilema
perdono progressivamente la propria funzionalità fino a diventare totalmente
lignificate. La presenza della lignina rende rigido lo xilema che è in grado di
sopportare elevate pressioni negative senza restringersi.
I vasi xilematici hanno due morfologie diverse nelle
gimnosperme e nelle angiosperme.
Le angiosperme
possiedono, come elementi costitutivi, le
tracheidi che rappresentano l'unione di più articoli, ovvero di più cellule
lignificate, che nel punto di unione con le cellule sovrastanti e con le
cellule contigue mantengono la parete secondaria.
Nelle gimnosperme
la presenza di un ostacolo fisico, qual'è la parete cellulare, rende
scarsamente efficiente il passaggio dell'acqua.
Le angiosperme, che
possono essere considerate piante più evolute, nel punto di contatto tra le due
cellule xilematiche presentano sia le punteggiature sia punti in cui la parete
cellulare manca del tutto perché è stata assorbita; queste zone si chiamano
placche di perforazione. Le trachee che si vengono a formare, grazie alla
presenza delle interruzioni della parete, possono condurre l'acqua in modo più
efficiente.
Floema
Il floema è un vaso conduttore bidirezionale, nel senso che
può trasportare la linfa elaborata sia verso il germoglio sia verso la radice.
Il diametro del floema è inferiore rispetto al diametro dello xilema.
Attraverso il floema vengono condotti ioni, metaboliti, zuccheri semplici e
zuccheri complessi verso i siti di stoccaggio, di accrescimento o nelle zone
dove c'è richiesta di materiale per fini energetici.
Una caratteristica del vaso floematico è che questo non
possiede dei collegamenti diretti, ad esempio plasmodesmi, verso l'”esterno”,
in altre parole il floema, sia delle
angiosperme che delle gimnosperme, non
comunica direttamente con i tessuti che la avvolgono. Inoltre il
protoplasto, pur essendo vivo, non ha né nucleo né apparato del Golgi.
Allora com'è possibile far entrare i soluti e, nel contempo,
mantenere la cellula viva?
Nelle angiosperme
esistono le cosiddette cellule compagne che fanno da porta tra il vaso ed i
tessuti esterni mentre nelle gimnosperme
queste formazioni prendono il nome di cellule annesse o, meno comunemente, cellule albuminose. Ambedue i tipi
cellulari di angiosperme e gimnosperme possiedono nucleo, apparato sintetico e
mitocondri per cui possono nutrire la cellula floematica. Le cellule
compagne/annesse derivano dalla stessa cellula meristematica.
Come funziona il
trasferimento di un soluto dal luogo di sintesi al luogo di stoccaggio?
Per comprendere possiamo usare l'esempio del saccarosio che
è uno zucchero formato da glucosio e fruttosio.
Formula di
struttura del disaccaride non riducente saccarosio
Il saccarosio viene sintetizzato nel citoplasma delle
cellule fotosintetiche usando l'energia chimica prodotta nella fase luminosa
della fotosintesi. La zucchero diffonde nel mesofillo della foglia e, una volta
arrivato a livello della cellula compagna, non può direttamente entrare perché
la concentrazione del saccarosio nel vaso cribroso è molto elevata mentre nella
cellula del mesofillo è molto bassa.
Per far entrare contro gradiente lo zucchero si usa la pompa
protonica situata nella faccia interna della cellula compagna che, consumando
ATP, forma un gradiente protonico a livello dell'apoplasto. Il gradiente
protonico attiva un trasportatore che, per simporto, sposta un protone ed una
molecola di saccarosio verso l'interno. In questo modo si vince la resistenza
dovuta al differente gradiente di concentrazione.
Il trasporto floematico, qualsiasi sia la sostanza in
questione, può essere bidirezionale e procedere verso l'apice del germoglio o
verso le radici. Il liquido xilematico, come avremo modo di vedere, trasporta
esclusivamente l'acqua dalla radice al germoglio nel cosiddetto movimento
acropeto. La prova scientifica di questo trasporto bidirezionale può essere
ottenuta con la marcatura radioisotopica di alcuni soluti o, semplicemente,
osservando la tumefazione rispetto ad un punto di taglio del fusto. Se la
tumefazione, rispetto alla zona di taglio, è superiore allora il succo del
floema stava dirigendosi verso la radice se, viceversa, è inferiore il succo
floematico veniva trasportato verso il germoglio. È da ricordare che nel floema
passano elementi “energetici” come gli zuccheri che possono essere prodotti in
gran quantità durante i periodi fotosinteticamente favorevoli, ad esempio
durante la stagione estiva, e venir richiesti nei periodi sfavorevoli, ad
esempio in inverno o durante la maturazione dei frutti.
Come avviene il trasporto dei soluti?
Essenzialmente per flusso di massa, ovvero per trasporto
mediato da differenze di potenziale idrico. Questo concetto lo vedremo in
dettaglio più avanti, per ora è importante comprendere che la presenza di
soluti rende maggiormente negativo il potenziale idrico per cui l'acqua viene
assorbita dal vicino xilema (che ha un potenziale idrico meno negativo). In
questo modo si crea un movimento idrico capace di trasportare i soluti a
distanza.
Trasporto per
traslocazione nel floema
Una volta arrivato nel luogo di destinazione lo zucchero
saccarosio può seguire tre vie:
Quella plasmodesmica
Quella apoplastica
Quella della scissione nei suoi zuccheri semplici
La scissione del saccarosio nei suoi zuccheri costituenti,
il fruttosio ed il glucosio, viene operata nelle cellule che hanno il compito
di processare questi zuccheri o per fini energetici o per conservarli in attesa
di utilizzarli in altri periodi.
Lo spostamento dell'acqua nella pianta
I peli radicali sono delle formazioni sottili e fragili che
emergono dalla radice ed hanno il compito di aumentare la superficie di
assorbimento. I peli radicali che emergono sono molto sensibili alle forze
meccaniche e possono essere rotti anche a seguito di piccoli stress. Quando una
pianta viene travasata è buona norma togliere parte delle foglie per evitare
una eccessiva traspirazione.
La terra idratata, a contatto con il complesso radice-pelo
radicale, cede acqua alla pianta perché tra la radice ed il terreno si instaura
una differenza di potenziale idrico ovvero una differenza tra concentrazione di
ioni e di molecole organiche tra la radice, con potenziale idrico più negativo,
e con il suolo, con potenziale idrico più positivo.
Assorbimento
dell'acqua dai peli radicali
Una volta traslocata dentro la radice l'acqua può seguire
due vie, quella simplastica e quella apoplastica, che si differenziano in base
al percorso di movimento.
Via apoplastica e via simplastica
La parete cellulare, data la sua natura porosa ed altamente
idrofila, è permeabile per cui l'acqua fluisce in essa senza particolari
problemi in quella via definita apoplastica.
L'acqua, però, può anche usare la via simplastica, ovvero passare dalla parete al protoplasto attraverso
la membrana. È importante ricordare che il passaggio simplastico è altamente
selettivo in quanto la membrana biologica, di natura fosfolipidica, impedisce
il movimento di grandi molecole e di specie ioniche; in altre parole quando
l'acqua passa attraverso la via simplastica viene “filtrata” di alcune sue
componenti che possono essere potenzialmente dannose per la cellula stessa.
La parete cellulare, data la sua natura porosa ed altamente
idrofila, è permeabile per cui l'acqua fluisce in essa senza particolari
problemi in quella via definita apoplastica. L'acqua, però, può anche usare la
via simplastica, ovvero passare dalla parete al protoplasto attraverso la
membrana. È importante ricordare che il passaggio simplastico è altamente
selettivo in quanto la membrana biologica, di natura fosfolipidica, impedisce
il movimento di grandi molecole e di specie ioniche; in altre parole quando
l'acqua passa attraverso la via simplastica viene “filtrata” di alcune sue
componenti che possono essere potenzialmente dannose per la cellula stessa.
Dalla radice allo xilema
Il sistema di conduzione della pianta è rappresentato dallo
xilema (vasi xilematici) e dal floema (vasi floematici) che abbiamo già
illustrato. L'acqua assorbita a livello della radice passa nello xilema e
risale lungo il fusto fino a portarsi a livello della foglia. Per calcolare la
velocità di risalita si può usare l'equazione di Poiseuille:
Dove:
Jv rappresenta il flusso d'acqua.
r il raggio.
η il coefficiente di viscosità.
ΔP il gradiente di pressione.
Osservando l'equazione si nota che il flusso d'acqua (Jv) è
direttamente proporzionale al diametro del tubo poiché questo è espresso alla
quarta potenza. A diametri maggiori corrispondono velocità di flusso maggiori.
L'equazione, inoltre, stabilisce che la velocità è inversamente proporzionale
alla distanza ed alla viscosità del liquido. In altre parole tanto minore è la
viscosità e la distanza da percorrere tanto maggiore è la velocità di flusso
dell'acqua.
L'equazione di Poiseuille è un buon punto di partenza per
calcolare la velocità ideale di un liquido all'interno di un ideale vaso
conduttore ma è da ricordare che sia floema che xilema presentano tortuosità od
impedimenti che possono rallentare il movimento del liquido come, ad esempio,
le pareti interne del floema e dello xilema che non sono perfettamente lisce.
Attraverso i vasi xilematici l'acqua viene condotta fino ai
meristemi ed agli organi superiori. Nonostante l'ottima filtrazione operata
dalle radici e, più propriamente, dalle bande del Caspary, l'ipotesi della
formazione di bolle d'aria che spezzano la colonna d'acqua risulta tutt'altro
che remota. L'eventuale embolo che si viene a formare impedisce all'acqua di
risalire lungo lo xilema nel fenomeno conosciuto con il nome di cavitazione. Il
sistema dei vasi xilematici è talmente ben formato che limita i danni dovuti
dalla cavitazione usando un espediente molto semplice: la presenza di
comunicazioni tra vasi.
Acqua ed
embolie, la strategia delle punteggiature.
Le punteggiature, che abbiamo già analizzato, mettono in
comunicazione più vasi xilematici e rendono possibile il passaggio dell'acqua
anche quando in uno di questi vasi si presenta un embolo. Il sistema si
dimostra estremamente efficiente e grazie alle piccole perforazioni l'acqua,
anche con interruzioni dei vasi derivate da rotture meccaniche, può comunque
continuare ad ascendere.
Nessun commento:
Posta un commento