L’olivicoltura
rappresenta uno dei comparti più rilevanti del sistema agricolo pugliese, che
ha contribuito nel 2010 al 13% del valore complessivo della produzione agricola
della regione. Il settore olivicolo pugliese ricopre altresì un ruolo molto
importante nel panorama nazionale, con un’incidenza, nel 2010, del 26% sul
valore della produzione olivicola italiana.
Anche in relazione ai
dati su aziende e superfici la Puglia è di certo la regione con il primato
assoluto ; infatti, qui sono localizzati il 25,2% delle aziende e il 33,2%
della SAU italiana destinata ad olivo per la produzione di olive da tavola e da
olio. Quest’ultimo dato fa emergere anche un fattore di competitività
strutturale (relativa), che scaturisce da una dimensione media aziendale, pur
sempre ridotta, ma superiore al dato nazionale (1,6 contro 1,2 ha di SAU).
Più in particolare, le
aziende agricole sono state nel 2010 oltre 227.000, con una SAU di 373.286
ettari; rispetto al 2000 le aziende sono diminuite dell’11,2% (mentre in Italia
quasi del 19%) e la SAU invece è cresciuta del 10,4% (il doppio della media
nazionale). L’incremento delle superfici produttive è coerente con l’evoluzione
intervenuta in Italia (5,3%), anche se la variazione quasi doppia è sostenuta
anche dai vincoli ambientali e paesaggistici cui sottostanno gli oliveti
secolari in Puglia. Anche la SAU media delle aziende agricole regionali ha
registrato un dato positivo, infatti è cresciuta di 0,3 ettari rispetto al
2000, per attestarsi a 1,6 ettari/azienda nel 2010.
I territori che
mostrano una sorta di specializzazione produttiva sono Lecce, Bari e Brindisi,
che con quasi 253.000 ettari in complesso detengono il 67% della SAU pugliese
(lo stesso dato vale anche per le aziende). Gli sviluppi registrati nell’ultimo
decennio segnalano una diminuzione delle aziende in tutte le Province (ad
eccezione dell’area leccese) e specie a Bari, BAT e Brindisi, mentre la SAU è
aumentata in particolare a Lecce, Brindisi e BAT.
-
Olivicolo: aziende e SAU per Provincia - 2010
Aziende
(n.)
|
Var. %
2010-2000 |
SAU
(Ha)
|
Var. %
2010-2000 |
|
Foggia
|
30.963
|
-1,2%
|
49.476
|
4,8%
|
Bari
|
52.657
|
-24,4%
|
86.102
|
5,6%
|
Taranto
|
25.243
|
-9,7%
|
35.814
|
6,7%
|
Brindisi
|
34.323
|
-14,1%
|
69.388
|
15,8%
|
Lecce
|
65.738
|
2,0%
|
97.329
|
16,1%
|
BAT
|
18.321
|
-18,2%
|
35.177
|
10,0%
|
PUGLIA
|
227.245
|
-11,2%
|
373.286
|
10,4%
|
ITALIA
|
902.075
|
-18,8%
|
1.123.330
|
5,3%
|
Fonte:
ISTAT.
La produzione di olive,
che si è attestata attorno ad 1,2 milioni di tonnellate nel 2011, è stata caratterizzata
da un certo grado di stazionarietà negli ultimi anni: confrontando i livelli
medi di produzione dei bienni 2006-2007 e 2010-2011 la variazione registrata è
stata praticamente nulla .
Le quantità prodotte di
olio di oliva sono cresciute del +14% tra il 2010 e il 2011. A trainare questo
incremento sono state principalmente le produzioni delle province del nord
della regione, soprattutto del Barese (+31%) e della provincia di
Barletta-Andria-Tani (+77%); al contrario una tendenza di segno opposto ha
caratterizzato i volumi produttivi del Leccese (-20%). Complessivamente nel
2011 in Puglia sono state prodotte 183.417 tonnellate di olio da pressione,
pari al 35% dei volumi realizzati a livello nazionale, facendo sì che a tale
regione spetti anche il primato in Italia in termini di produzione olearia,
seguita dalla Calabria e, a distanza, dalla Sicilia.
- Andamento della
produzione di olive e olio in Puglia
Produzione
|
Produzione
|
Produzione
|
||
Anni
|
totale olive
|
olive da olio
|
Resa
|
olio
|
(tonnellate)
|
(tonnellate)
|
(tonn/ha)
|
(tonnellate)
|
|
2006
|
1.242.844
|
1.198.813
|
3,30
|
215.475
|
2007
|
1.078.931
|
1.050.145
|
2,86
|
190.663
|
2008
|
1.167.920
|
1.070.044
|
3,10
|
190.337
|
2009
|
1.010.230
|
943.874
|
2,68
|
152.340
|
2010
|
1.142.540
|
1.005.361
|
3,03
|
161.078
|
2011
|
1.182.360
|
1.093.200
|
3,13
|
183.417
|
Variaz % 2011/2010
|
3,5%
|
8,7%
|
3,5%
|
13,9%
|
Variaz % 2011/2006
|
-4,9%
|
-8,8%
|
-5,1%
|
-14,9%
|
Fonte:
Istat.
Nella tabella che segue
sono riassunti i valori della produzione di olive ed olio al 2011 suddivisi per
province. Nelle province di Bari e Lecce nel 2011 è stato realizzato circa il
44% della produzione di olio da pressione della Puglia.
- Produzione
di olive e olio per provincia - 2011
Produzione
|
Produzione
|
Produzione
|
||
Province
|
totale olive
|
olive da olio
|
Resa
|
olio
|
(tonnellate)
|
(tonnellate)
|
(tonn/ha)
|
(tonnellate)
|
|
Foggia
|
157.500
|
149.800
|
3,00
|
25.500
|
Bari
|
292.600
|
290.000
|
2,93
|
50.700
|
Taranto
|
158.260
|
124.500
|
4,10
|
18.675
|
Brindisi
|
189.000
|
163.000
|
2,97
|
27.710
|
Lecce
|
225.000
|
215.200
|
2,48
|
34.432
|
Barletta-Andria-Trani
|
160.000
|
150.700
|
4,92
|
26.400
|
Puglia
|
1.182.360
|
1.093.200
|
3,13
|
183.417
|
Fonte:
ISTAT.
In tale ambito spiccano
le produzioni di qualità: la Puglia vanta, infatti, ben cinque DOP (Collina di
Brindisi, Dauno, Terra di Bari, Terra d’Otranto e Terre Tarentine). Nello
specifico, fra queste, la DOP Terra di Bari costituisce la denominazione più
importante a livello regionale e la seconda in Italia, dopo l’IGP Toscano, per
produzione, fatturato e valore delle esportazioni; la produzione certificata di
tale denominazione pugliese (2.454 tonnellate nel 2010 per un fatturato di
oltre 14,6 milioni di euro) ha, infatti, avuto nel 2010 un’incidenza del 23,5%
sul totale delle quantità prodotte di olio di oliva DOP/IGP a livello
nazionale.
Complessivamente, le
aziende olivicole collegate a tale sistema di qualità certificato sono pari a
1.632 per una SAU investita di 16.824 ettari, il 17% dell’intera superficie
olivicola DOP/IGP coltivata in Italia. La filiera certificata si completa poi
di 125 frantoi e 141 imbottigliatori, rispettivamente pari al 12% e 9% del
totale nazionale.
- La
filiera degli oli extravergini di oliva DOP pugliesi - 2011
Operatori
|
Nr.
|
% su Italia
|
Produttori agricoli
|
1.632
|
8,0
|
SAU Olivicola
|
16.824
|
16,7
|
Frantoi
|
125
|
12,2
|
Imbottigliatori
|
141
|
9,4
|
Fonte:
ISTAT.
Anche il sistema
cooperativo gioca un ruolo rilevante nella filiera oleicola pugliese, in
particolar modo nelle province di Bari e Lecce: nel 2008 le imprese cooperative
associate alle organizzazioni nazionali hanno realizzato complessivamente un
valore economico di oltre 76 milioni di euro, aggregando più di 61.400 aziende
agricole. [1] Tuttavia,
nonostante le cooperative rappresentino una componente importante per l’intero
comparto produttivo olivicolo, molte di esse sono caratterizzate da una ridotta
dimensione economica e da una bassa efficienza di utilizzo degli impianti,
nonché da una limitata capacità finanziaria che ne condiziona le politiche
gestionali e le rende meno competitive rispetto alle imprese private.
La regione Puglia
spicca anche per numerosità delle organizzazioni di produttori olivicoli. I
dati pubblicati dal MIPAAF, relativi al 2012, mostrano una situazione non
sempre uniforme: spiccano alcune OP che riescono a valorizzare le produzioni,
distribuendo elevati valori della produzione commercializzata per ogni socio
aderente, mentre in altre prevale la componente di servizi propria delle OP
rispetto a quella strettamente di valorizzazione. Ciò emerge con evidenza ove
si consideri che in alcune OP il valore per ogni socio aderente oscilla tra un
minimo di 75€ ad un valore massimo di circa 416 mila €. Anche la composizione
delle OP è piuttosto eterogenea, si passa da OP con soli 9 soci ad OP che
raggiungono più di 50 mila soci. Su un totale di 175 mila soci, poco meno di un
terzo è concentrato nell’associazione di produttori olivicoli leccesi.
- OP olivicole nella
regione Puglia
Organizzazione di Produttori*
|
Soci
|
VPC
|
%
|
VPC/socio
|
OLIVICOLTORI DI PUGLIA SCA Puglia
S.c.a.r.l.
|
1.144
|
€
5.978.185,00
|
7,6
|
€
5.225,7
|
ORGANIZZAZIONE OLIVICOLA DI PRODUTTORI
PUGLIESI S.c.a.r.l.
|
9
|
€
3.741.531,00
|
4,7
|
€
415.725,7
|
OP.APROLI BARI Soc.Coop.agricola
|
6.695
|
€
3.373.244,00
|
4,3
|
€
503,8
|
O.P.APOL BARI Soc.Coop.agricola
|
13.069
|
€
2.974.319,00
|
3,8
|
€
227,6
|
O.P. ASSOPROLI BARI Soc.Coop.agricola
|
38.053
|
€
4.367.575,00
|
5,5
|
€
114,8
|
O.P.OLEIFICIO COOP.VO GOCCIA DI SOLE
MOLFETTA Soc.coop.agr.
|
367
|
€
2.338.628,00
|
3,0
|
€
6.372,3
|
O.P. OLEOPUGLIA Soc.Coop.agricola
|
1.962
|
€
7.319.661,00
|
9,3
|
€
3.730,7
|
O.P.ACLI TERRA BRINDISI
Soc.Coop.agricola
|
3.684
|
€
17.033.566,00
|
21,5
|
€
4.623,7
|
O.P.ACLI TERRA FOGGIA
Soc.Coop.agricola
|
2.247
|
€
1.300.000,00
|
1,6
|
€
578,5
|
O.P.APROL FOGGIA Soc.Coop.agricola
|
17.813
|
€
1.330.000,00
|
1,7
|
€
74,7
|
O.P.APROL LECCE Soc.Coop.agricola
|
50.465
|
€
4.317.031,00
|
5,5
|
€
85,5
|
O.P.COSAL Soc.Coop.agricola
|
642
|
€
1.265.676,00
|
1,6
|
€
1.971,5
|
O.P. ORO DI PUGLIA Soc.Coop.agricola
|
636
|
€
1.729.991,00
|
2,2
|
€
2.720,1
|
O.P.ALPAS Soc.Coop.agricola
|
2.989
|
€
5.382.725,00
|
6,8
|
€
1.800,8
|
O.P.SQUINZANESE Soc.Coop.agricola
|
280
|
€
1.076.383,00
|
1,4
|
€
3.844,2
|
O.P.ASS.I.PROL. Soc.Coop.agricola
|
4.159
|
€
3.247.851,00
|
4,1
|
€
780,9
|
O.P.AJPROL Soc.Coop.agricola
|
678
|
€
3.247.851,00
|
4,1
|
€
4.790,3
|
O.P. ASSOCIAZIONE PROVINCIALE
PRODUTTORI OLIO A.P.P.O.
|
14.293
|
€
4.681.650,00
|
5,9
|
€
327,5
|
O.P. SOCIETA AGRICOLA OLIVETI TERRA DI
BARI Soc. Agricola
|
16.265
|
€
4.346.999,00
|
5,5
|
€
267,3
|
Totale
|
175.450
|
€ 79.052.866,00
|
100,0
|
€ 450,6
|
*Sono state considerate solo
quelle per le quali era disponibile il dato sul VPC e dei soci.
Gli
aspetti economici e il commercio internazionale
Nel 2011 il valore
della produzione agricola del comparto olivicolo pugliese ha superato i 411
milioni di euro, registrando un incremento del +4% rispetto all’anno precedente
ma restando ben al di sotto dei picchi segnalati agli inizi del decennio (847 e
849 milioni di euro, rispettivamente, nel 2001 e 2003). Come evidenzia la figura
il trend decennale del valore dei
prodotti olivicoli non ha seguito quello complessivo del settore agricolo
pugliese.
Andamento della
produzione agricola ai prezzi di base del settore agricolo e olivicolo in
Puglia (valori correnti, 2000 = 100)
Fonte:
ISTAT.
Per quel che riguarda
gli scambi internazionali di settore, nel corso del 2010 la Puglia ha esportato
oltre 84 milioni di euro di olio, registrando un incremento del +15% rispetto
ai livelli del 2009. La dinamica di lungo periodo (2000-2010) indica come le
vendite all’estero di olio dalla regione siano cresciute a valori correnti del
+17%, con una variazione media annua positiva pari all’1,7%, si è però ben
lontani dai valori registrati nel triennio 2004-2006, quando l’export di olio
pugliese superava i 100 milioni di euro.
Tra le cause della
flessione delle vendite di olio pugliese sui mercati internazionali vi è
certamente la crescente pressione competitiva esercitata dalla Spagna e dagli
altri Paesi del Mediterraneo, caratterizzati da più bassi costi di produzione.
La debolezza competitiva della filiera olivicola pugliese al di fuori dei
confini nazionali trova conferma anche nella tendenza in atto negli ultimi
dieci anni che vede le importazioni di olio di oliva crescere più rapidamente
delle esportazioni. Si tratta per lo più di oli provenienti dai Paesi
mediterranei (in primis Spagna, Grecia e Tunisia), che vengono acquistati a
prezzi più bassi rispetto ai prodotti regionali e che, spesso, vengono
utilizzati dagli stessi imbottigliatori locali per la miscelazione con gli oli
di produzione regionale.
-
Trend delle esportazioni di olio di oliva* dalla Puglia (migliaia di euro)
*L’aggregato comprende l’olio di oliva vergine ed
extravergine e altro olio di oliva.
Fonte:
INEA.
In riferimento ai
principali mercati di sbocco per l’olio di oliva pugliese, nel 2010 il Giappone
ha assorbito circa un terzo delle vendite al di fuori dei confini nazionali
(per un valore di 27,4 milioni di euro), rappresentando il principale mercato
di riferimento per tale comparto. Gli altri principali Paesi importatori di olio
di oliva dalla Puglia sono stati nell’ordine la Spagna (14,6 milioni di euro),
la Germania (9,4 milioni di euro) e gli Stati Uniti (7,1 milioni di euro);
complessivamente questi quattro mercati hanno rappresentato nel 2010 il 70%
dell’export regionale di tale prodotto. Infine, è interessante notare come i
Paesi extra-europei siano stati la destinazione principale delle esportazioni
pugliese di olio di oliva, assorbendo nel 2010 il 54% delle vendite all’estero.
- Principali
mercati di sbocco dell'export di olio di oliva* dalla Puglia - 2010
*L’aggregato comprende l’olio di oliva vergine ed
extravergine e altro olio di oliva.
Fonte:
INEA.
L’analisi dei dati ha
evidenziato la rilevanza delle dimensioni della filiera olivicola pugliese,
soprattutto se confrontata con il dato medio nazionale. Tuttavia, vi sono anche
rilevanti criticità che contraddistinguono il comparto: innanzitutto,
l’olivicoltura pugliese, così come quella italiana nel suo complesso, è
caratterizzata da un notevole peso delle aziende di limitata dimensione (sia
economica che finanziaria) che portano ad un elevato grado di frammentarietà
della struttura produttiva e alla presenza prevalente di sistemi produttivi
tradizionali, scarsamente efficienti e poco innovativi.
A ciò si devono
aggiungere gli elevati costi di gestione degli oliveti (in particolare quelli
di raccolta e molitura, ma anche le spese per l’energia e i fertilizzanti)
unitamente all’attuale basso livello di remunerazione per i produttori (tra
maggio 2011 e maggio 2012 il prezzo in campagna in Italia ha subìto un calo del 32,5%[2]), che fa sì che per
molte realtà produttive non valga la pena sostenere tali costi. Per questi
motivi, le aziende olivicole pugliesi dipendono fortemente dagli aiuti
disaccoppiati erogati dalla Politica Agricola Comune, i quali, secondo la
recente proposta di riforma, subiranno un consistente ridimensionamento dal
2013 (2014). Attualmente, gli aiuti erogati da Bruxelles hanno un’incidenza
media sui redditi delle aziende pugliesi compresa tra il 30%, nel caso delle
grandi aziende, e il 50%, per le realtà produttive di piccole dimensioni.
Inoltre, la
produttività delle aziende pugliesi è spesso condizionata anche dalla rigidità
strutturale connessa con la presenza diffusa di piante secolari, le quali,
avendo in molti casi un carattere monumentale, non permettono un esercizio
efficiente e redditizio delle attività..
Infine, un ultimo
anello debole della filiera attiene alle fasi di distribuzione e
commercializzazione, caratterizzate da un basso livello di coordinamento
verticale e dalla scarsa efficienza ed efficacia della rete distributiva.
Alla luce di tali
considerazioni, le possibilità di sviluppo della filiera olivicola della Puglia
sembrano dunque essere legate principalmente alla ristrutturazione
dell’apparato produttivo e alla promozione sui mercati esteri. La
ristrutturazione degli oliveti obsoleti e l’ammodernamento degli impianti e
delle tecniche di coltura e di raccolta sono, infatti, fondamentali per
rafforzare la competitività delle aziende olivicole pugliesi, in quanto
consentirebbero l’abbattimento dei costi di produzione, l’aumento
dell’efficienza e della produttività ed il miglioramento della qualità delle
produzioni. In quest’ambito, anche le buone pratiche agricole e l’innovazione
tecnologica si renderebbero necessarie per migliorare il livello qualitativo
della produzione olearia pugliese. Le ridotte dimensioni aziendali non sempre
favoriscono questi processi e ridimensionano anche il potenziale di marketing
delle imprese della filiera; pertanto, occorrerebbe concentrare maggiormente
l’offerta e valorizzare il prodotto cercando di “fare sistema”: la
polverizzazione produttiva e la scarsa massa critica che caratterizzano il
comparto olivicolo pugliese non permettono, infatti, di comunicare e promuovere
in maniera efficace la qualità del prodotto all’estero e dunque di imporsi sui
mercati internazionali.
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