In base ai dati del
Censimento Agricoltura del 2010 il settore florovivaistico (fiori e piante
ornamentali, piantine e vivai) regionale si compone di 1.977 aziende, quasi
equamente suddivise tra aziende votate al vivaismo (748) e aziende dedite alla
produzione di fiori e piante ornamentali (725). In numero sempre rilevante, ma
leggermente inferiore, sono quelle attive nella produzione di piantine (504).
La superficie impiegata dalle aziende che definiscono questo settore produttivo
ammonta in complesso a circa 3.070 ettari (0,2% della SAU pugliese al 2010),
dei quali poco più del 44% riconducibili alle aziende vivaistiche, mentre il
restante 56% si ripartisce tra gli altri due ambiti produttivi. Si tratta di
aziende molto piccole, in cui quelle vivaistiche detengono la dimensione media
maggiore, che resta comunque inferiore ai 2 ettari di SAU.
La caratterizzazione
provinciale delle informazioni evidenzia specializzazioni differenti. I
territori maggiormente vocati alla produzione di fiori e piante ornamentali
sono Bari e Lecce, dove si concentrano complessivamente l’83% delle aziende e
il 67% della SAU riconducibili a questa categoria produttiva. Segue, seppur con
un certo distacco, la Provincia di Barletta-Andria-Trani, in particolare per
quanto riguarda la superficie dedicata. La produzione di piantine è un’attività
che caratterizza soprattutto le Province di Foggia, Bari e Brindisi, che
congiuntamente detengono i 3/4 della SAU regionale; tuttavia, il maggior numero
di aziende impegnate in questa produzione fanno riferimento a Lecce. Infine,
l’attività vivaistica risulta prevalente soprattutto nel territorio barese,
leccese e tarantino dove si concentrano il 66% delle aziende e il 74% della SAU
di settore.
- Il settore florovivaistico pugliese - 2010
Fonte:
ISTAT.
L’evoluzione che ha
contraddistinto il settore in ambito regionale nell’ultimo decennio (2010-2000)
mette in luce andamenti simili a quelli registrati a livello nazionale, anche
se l’intensità delle variazioni risulta differente.
-
Evoluzione di aziende e SAU per orientamento produttivo[1]
Font Fonte: ISTAT.
Sia a livello regionale che italiano le aziende risultano in calo, mentre
la superficie produttiva in aumento. Emerge dunque un processo di
ricomposizione fondiaria, con ampliamento delle strutture produttive. In
dettaglio, le aziende agricole della Regione Puglia dedite alla produzione di
fiori e piante ornamentali sono calate del 20% rispetto al 2000 (in Italia del
26%), mentre la SAU è cresciuta del 48% (a livello nazionale è risultata
praticamente stabile, 0,2%). Questo scenario, che segnala comunque una tenuta
relativa del settore regionale rispetto alle evoluzioni nazionali, risulta
comune a quasi tutte le Province pugliesi, anche se con alcune eccezioni;
infatti, per quanto riguarda le aziende queste risultano in aumento a
Barletta-Andria-Trani (54%) e a Bari (24%), mentre la SAU si riduce a Foggia.
La superficie produttiva risulta in forte aumento a Barletta-Andria-Trani
(336%) e a Taranto (111%); questo ha consentito al territorio di
Barletta-Andria-Trani di passare da penultima Provincia per estensione nel 2000
a terza nel 2010, subito dopo Bari e Lecce.
L’attività vivaistica
mostra evoluzioni simili, anche se in questo caso le aziende della Regione
Puglia sono diminuite in misura più ampia (-25%) di quelle italiane (-8%) e la
SAU regionale è aumentata molto meno (2%) di quanto verificato in Italia (28%).
La contrazione delle unità produttive riguarda tutte le Province, ad eccezione
dell’incremento di Foggia (53%). La superficie produttiva è cresciuta quasi
ovunque (ad eccezione di Taranto e Foggia) e in misura significativa a Bari
(46%), che passa da terza Provincia per estensione del 2000 a prima nel 2010.
Per quanto riguarda
invece le modalità di vendita praticate dalle aziende con produzioni
florovivaistiche emerge come due canali rivestono un ruolo di primo piano, sia
a livello regionale che italiano (tabella 2.3.49). Si tratta della vendita
diretta (che può essere sia in azienda che fuori azienda) e ad imprese
commerciali, che in complesso caratterizzano oltre i 2/3 delle aziende pugliesi
e nazionali. Un'altra modalità di vendita che registra un peso significativo riguarda
la vendita/conferimento ad organismi associativi, che in Puglia coinvolge il
16% delle aziende florovivaistiche (l’11% in Italia) e lascia emergere una
maggior propensione all’azione collettiva rispetto al dato medio nazionale. Gli
ultimi due canali per importanza sono rispettivamente la vendita ad altre
aziende agricole e ad imprese industriali; in questo caso le aziende regionali
mostrano una maggior preferenza, rispetto alla media italiana, per le aziende
industriali mentre sono relativamente meno concentrate nel vendere ad altre
aziende agricole.
Il dettaglio
provinciale delle informazioni evidenzia situazioni molto diversificate,
probabilmente condizionate dalle specializzazioni produttive florovivaistiche e
dalla presenza (o meno) di strutture aziendali intermedie e di supporto alla
commercializzazione.
-
Importanza percentuale delle diverse modalità di vendita di prodotti
florovivaistici per Provincia, Regione e totale Italia - 2010
Gli
aspetti economici e il commercio internazionale
Il valore complessivo
della floricoltura in Puglia nel 2011 si è attestato intorno a circa 120
milioni di euro (il 3,3% della produzione agricola regionale), con una
flessione del 4,5% rispetto all’anno precedente. Il trend negativo (seppur con
qualche ripresa) ha caratterizzato il settore negli ultimi 10 anni e ha subito
una accelerazione a partire dal 2008-2009; l’evoluzione di lungo periodo
(2011-2001) conferma questo andamento, registrando una perdita pari a -11,2% .
I valori registrati dal
settore nel 2011 sono in controtendenza rispetto alla produzione agricola
regionale; infatti, tra il 2010 e il 2011 l’agricoltura regionale ha registrato
una crescita della produzione a valore del 6,3%, attestandosi a circa 3,6
miliardi di euro. L’azione combinata di questi andamenti ha ridotto l’incidenza
della floricoltura sul comparto agricolo pugliese, che è passata dal 3,7% del
2010 al 3,3% del 2011.
-
Andamento della produzione agricola ai prezzi di base del settore agricolo e
florovivaistico in Puglia (valori
correnti, 2000 = 100)
Fonte:
ISTAT.
Le vendite sui mercati
internazionali di prodotti florovivaistici pugliesi mostrano un doppio
scenario: tra il 2000 e il 2007 si registrano dati costantemente in crescita,
con un valore delle esportazioni che è passato da circa 8 milioni di euro del
2000 ad oltre 13 milioni del 2007, con una crescita del 63,5%. Nel 2008 e 2009
invece le vendite sui mercati esteri sono crollate, fino ad attestarsi a poco
più di 3,6 milioni di euro nel 2009. Nel 2010 si registra invece una ripresa
delle esportazioni di prodotti florovivaistici, che registrano un valore
dell’export di quasi 8 milioni di euro, un valore comunque inferiore a quello
del 2000. Nell’arco temporale di riferimento, la variazione percentuale media
annua è leggermente negativa, pari a -0,19%.
-
Trend delle esportazioni di prodotti del florovivaismo dalla Puglia (migliaia di euro)
Fonte:
INEA.
Il settore
florovivaistico pugliese ha conosciuto nell’arco intercensuario un processo di
ristrutturazione aziendale, particolarmente evidente per fiori e piante
ornamentali. D’altra parte, la dimensione media aziendale resta tuttora
polverizzata e ciò, sebbene accomuni la regione al dato nazionale, costituisce
un punto di debolezza strutturale che ancora stenta a trovare soluzione.
La dinamica della
produzione ricalca in buona parte quella del settore primario, con andamenti decrescenti
nel periodo considerato. Segnali positivi provengono invece da una accresciuta
capacità di ovviare a queste debolezze strutturali attraverso meccanismi di
aggregazione dell’offerta che, sempre più viene avviata ai canali commerciali
attraverso formule associative.
Sul fronte dei mercati
esteri, dopo 7 anni di buone performance di esportazione, si registra una
flessione consistente, attenuata solo da una leggera ripresa nell’ultimo
biennio.
[1]Allo stato attuale non è
disponibile il dato relativo alle aziende impegnate nella produzione di
piantine, in quanto l’ISTAT non ha ancora rilasciato i dati di confronto. In
particolare, essendo cambiato il campo di osservazione rispetto al Censimento
del 2000 l’Istituto di statistica sta ricalcolando tutti gli aggregati in modo
da rendere possibile il confronto intercensuario.
Nessun commento:
Posta un commento