Il settore zootecnico
regionale, considerato nel suo complesso, si compone di poco più di 9.000
allevamenti. Dal punto di vista della rilevanza dei capi allevati, il
contributo della regione alla zootecnia nazionale è marginale per tutte le
tipologie di allevamento: il peso risulta più significativo nell’allevamento
ovicaprino e degli equini, per i quali l’incidenza sul comparto nazionale è
superiore al 4% .
- Aziende
zootecniche e i capi allevati in Puglia - 2010
Fonte:
ISTAT.
Peraltro, nel corso
dell’ultimo decennio la consistenza dei capi allevati si è evoluta in
controtendenza rispetto a quanto avvenuto a livello nazionale. Infatti, per
tutte le tipologie di animali considerate (ad eccezione della sostanziale
stabilità dei caprini), in Puglia si sono registrati aumenti anche
significativi nelle consistenze: +5,9% per bovini e bufalini (contro un -4,5%
intervenuto complessivamente in Italia), +54,8% per i suini (+8,5% Italia),
+25,2% per gli ovini (-0,1% Italia), -0,6% per i caprini (-5% in Italia),
+33,6% gli equini (18,6% in Italia) e +62,4% gli avicoli (0,5% in Italia).
Tuttavia, a fronte di tali incrementi, le dimensioni medie degli allevamenti
permangono modeste.
Più in particolare,
l’analisi delle evoluzioni (2000-2010) che hanno caratterizzato le diverse
tipologie di allevamento mostra alcuni caratteri comuni: riduzione di aziende
(ad eccezione di quelle con equini), incremento del numero dei capi allevati e
conseguente aumento delle dimensioni medie di impresa in termini di capi
allevati.
Nel caso
dell’allevamento bovino-bufalino le aziende attive sono poco meno di 3.700, cui
fanno riferimento 167.604 capi per una dimensione media di impresa di 45 capi
(+27,1% rispetto al 2000), in linea con il dato medio nazionale. Le Province a
maggior vocazione sono Foggia, Bari e Taranto, dove si concentrano oltre il 90%
dei capi bovini e bufalini e in cui si registrano anche le dimensioni di
impresa maggiori in termini di capi/azienda.
-
Aziende con allevamenti bovini e bufalini
|
Aziende agricole
|
Capi (num.)
|
Capi/Azienda (num.)
|
|||
|
2010
|
Var. %
2010-2000
|
2010
|
Var. %
2010-2000
|
2010
|
Var. %
2010-2000
|
Foggia
|
936
|
2,5%
|
45.093
|
23,9%
|
48
|
20,8%
|
Bari
|
1.303
|
-22,3%
|
62.122
|
-1,0%
|
48
|
27,4%
|
Taranto
|
771
|
-24,1%
|
44.496
|
2,8%
|
58
|
35,4%
|
Brindisi
|
206
|
-18,9%
|
7.207
|
16,3%
|
35
|
43,4%
|
Lecce
|
434
|
-19,3%
|
7.096
|
-12,4%
|
16
|
8,6%
|
BAT
|
41
|
24,2%
|
1.590
|
2,9%
|
39
|
-17,2%
|
PUGLIA
|
3.691
|
-16,7%
|
167.604
|
5,9%
|
45
|
27,1%
|
ITALIA
|
126.645
|
-27,3%
|
5.952.991
|
-4,5%
|
47
|
31,4%
|
Fonte:
ISTAT.
Evoluzioni simili hanno
riguardato il comparto suinicolo, anche se in questo caso l’intensità delle
variazioni risulta maggiore rispetto a quanto verificato per i bovini e
bufalini, in particolare per quanto riguarda il numero dei capi, che sono
cresciuti del 54,8% nei confronti del 2000. Questo ha fatto si che i capi per
azienda passassero da 22 del 2000 a 56 del 2010, con un incremento percentuale
di oltre il 150%. I territori con una specializzazione per l’allevamento suino
sono Foggia (con circa il 46% dei capi regionali) e soprattutto BAT, dove ad un
ridotto numero di aziende (7) corrisponde un numero di capi molto elevato.
-
Aziende con allevamenti suinicoli
|
Aziende
agricole
|
Capi
(num.)
|
Capi/Azienda
(num.)
|
|||
|
2010
|
Var.
%
2010-2000
|
2010
|
Var.
%
2010-2000
|
2010
|
Var.
%
2010-2000
|
Foggia
|
149
|
-63,2%
|
19.269
|
106,2%
|
129
|
460,5%
|
Bari
|
286
|
-26,5%
|
6.522
|
-7,9%
|
23
|
25,3%
|
Taranto
|
157
|
-27,6%
|
4.409
|
77,9%
|
28
|
145,9%
|
Brindisi
|
71
|
-11,3%
|
1.764
|
93,4%
|
25
|
117,9%
|
Lecce
|
74
|
-33,9%
|
2.534
|
-52,7%
|
34
|
-28,4%
|
BAT
|
7
|
40,0%
|
7.282
|
299,9%
|
1.040
|
185,6%
|
PUGLIA
|
744
|
-38,4%
|
41.780
|
54,8%
|
56
|
151,3%
|
ITALIA
|
26.197
|
-83,3%
|
9.331.314
|
8,5%
|
356
|
549,3%
|
Fonte: ISTAT.
Anche per l’allevamento
ovino lo scenario è lo stesso verificato in precedenza: calano il numero di
aziende (specie a Foggia e Bari), i capi sono invece in aumento (per tutte le
aree regionali) così come le dimensioni medie di impresa, che registrano un
valore di 132 capi/azienda (+40% tra 2000 e 2010), praticamente identico a
quanto registrato a livello italiano. Dal punto di vista della specializzazione
territoriale, Foggia e Bari sono le province in cui si concentrano la
maggioranza dei capi ovini (rispettivamente il 38,6% e 23,8% del totale
regionale).
-
Aziende con allevamenti ovini
|
Aziende agricole
|
Capi (num.)
|
Capi/Azienda (num.)
|
|||
|
2010
|
Var. %
2010-2000
|
2010
|
Var. %
2010-2000
|
2010
|
Var. %
2010-2000
|
Foggia
|
743
|
-20,0%
|
105.119
|
7,5%
|
141
|
34,4%
|
Bari
|
529
|
-11,1%
|
64.752
|
48,4%
|
122
|
66,9%
|
Taranto
|
340
|
-3,7%
|
31.080
|
32,7%
|
91
|
37,8%
|
Brindisi
|
169
|
-0,6%
|
16.995
|
22,2%
|
101
|
22,9%
|
Lecce
|
223
|
13,2%
|
38.537
|
56,6%
|
173
|
38,3%
|
BAT
|
61
|
-6,2%
|
15.925
|
12,7%
|
261
|
20,1%
|
PUGLIA
|
2.065
|
-10,6%
|
272.408
|
25,2%
|
132
|
40,0%
|
ITALIA
|
51.096
|
-42,7%
|
6.782.179
|
-0,1%
|
133
|
74,3%
|
Fonte:
ISTAT.
Nel caso
dell’allevamento caprino il quadro di riferimento risulta diverso; infatti, ad
una riduzione di aziende a livello regionale (ad eccezione di Lecce dove sono
in aumento del 34,8%) corrisponde una leggera contrazione del numero di capi
(-0,6%), dovuta alle evoluzioni che hanno interessato Bari, Foggia e Brindisi,
poiché per le altre Province si segnalano capi in aumento rispetto al 2000. In
ambito regionale l’effetto di tale evoluzioni è complessivamente positivo, in
quanto aumentano il numero di capi mediamente allevati per azienda (+17,3%) e
si attestano su 46, un valore superiore a quello medio nazionale. Unica
eccezione attiene la Provincia di Lecce, dove il consistente incremento delle
aziende non è bilanciato dalla crescita dei capi, per cui si ha una diminuzione
del numero medio di caprini per azienda.
-
Aziende con allevamenti caprini
|
Aziende
agricole
|
Capi
(num.)
|
Capi/Azienda
(num.)
|
|||
|
2010
|
Var.
%
2010-2000
|
2010
|
Var.
%
2010-2000
|
2010
|
Var.
%
2010-2000
|
Foggia
|
381
|
-20,6%
|
21.886
|
-9,4%
|
57
|
14,1%
|
Bari
|
181
|
-30,7%
|
3.862
|
-21,4%
|
21
|
13,3%
|
Taranto
|
224
|
-15,5%
|
10.808
|
12,2%
|
48
|
32,7%
|
Brindisi
|
129
|
-17,3%
|
5.993
|
-1,6%
|
46
|
19,0%
|
Lecce
|
182
|
34,8%
|
7.975
|
27,7%
|
44
|
-5,2%
|
BAT
|
23
|
-8,0%
|
1.058
|
22,7%
|
46
|
33,4%
|
PUGLIA
|
1.120
|
-15,3%
|
51.582
|
-0,6%
|
46
|
17,3%
|
ITALIA
|
22.759
|
-44,6%
|
861.942
|
-5,0%
|
38
|
71,7%
|
Fonte:
ISTAT.
Nel caso degli
allevamenti equini, si assiste ad un parallelo processo di accrescimento del
numero delle aziende e della relativa dimensione media: infatti, non solo i
capi risultano in crescita (33,6%), ma anche il numero di aziende (10%); si
tratta di andamenti comuni a tutte le aree provinciali (ad esclusione delle
riduzione di aziende in Provincia di Foggia) e tendono a rafforzare il profilo
dell’allevamento equino in ambito regionale, in quanto la dimensione media è
cresciuta del 21,4% e risulta superiore al dato medio nazionale. Dal punto di
vista della specializzazione territoriale, Bari è la provincia in cui sono
allevati il maggior numero di equini (36,9% del totale regionale), seguita da
Taranto e Foggia, tre territori in cui ricadono l’84,4% del totale equini
allevati in regione.
-
Aziende con allevamenti equini
|
Aziende agricole
|
Capi (num.)
|
Capi/Azienda (num.)
|
|||
|
2010
|
Var. %
2010-2000
|
2010
|
Var. %
2010-2000
|
2010
|
Var. %
2010-2000
|
Foggia
|
165
|
-39,1%
|
1.822
|
23,7%
|
11
|
103,2%
|
Bari
|
487
|
8,2%
|
3.720
|
29,7%
|
8
|
19,8%
|
Taranto
|
317
|
24,8%
|
2.969
|
54,7%
|
9
|
24,0%
|
Brindisi
|
169
|
50,9%
|
697
|
44,9%
|
4
|
-4,0%
|
Lecce
|
215
|
48,3%
|
765
|
5,8%
|
4
|
-28,6%
|
BAT
|
17
|
30,8%
|
116
|
36,5%
|
7
|
4,4%
|
PUGLIA
|
1.370
|
10,0%
|
10.089
|
33,6%
|
7
|
21,4%
|
ITALIA
|
45.363
|
-6,8%
|
219.159
|
18,6%
|
5
|
27,3%
|
Fonte:
ISTAT.
Infine, anche per
l’allevamento avicolo si registrano diminuzioni di aziende (-21%) e aumento del
numero di capi allevati (62,4%); rispetto allo scenario nazionale le aziende
pugliesi mostrano una tenuta maggiore, così come i capi allevati che, a livello
nazionale, sono risultati praticamente stabili (0,5%). La lettura territoriale
dei dati evidenzia come le aziende siano calate in tutte le Province (ad
eccezione della crescita che ha interessato Lecce e BAT), mentre per quanto
riguarda i capi, questi crescono ovunque tranne che a Taranto e BAT. Anche le
dimensioni medie aziendali sono risultate in aumento (105,6%), seppur l’unica
area in linea con il numero medio di capi allevati a livello nazionale è
Foggia, dove ricadono il 65% del totale capi allevati in Puglia.
- Aziende con allevamenti avicoli
|
Aziende
agricole
|
Capi
(num.)
|
Capi/Azienda
(num.)
|
|||
|
2010
|
Var.
%
2010-2000
|
2010
|
Var.
%
2010-2000
|
2010
|
Var.
%
2010-2000
|
Foggia
|
294
|
-53,5%
|
2.054.456
|
94,1%
|
6.988
|
317,3%
|
Bari
|
566
|
-12,9%
|
333.661
|
32,0%
|
590
|
51,6%
|
Taranto
|
244
|
-23,5%
|
129.929
|
-34,5%
|
532
|
-14,3%
|
Brindisi
|
120
|
-14,3%
|
301.733
|
52,9%
|
2.514
|
78,4%
|
Lecce
|
259
|
76,2%
|
269.866
|
71,0%
|
1.042
|
-3,0%
|
BAT
|
20
|
33,3%
|
85.787
|
-5,3%
|
4.289
|
-29,0%
|
PUGLIA
|
1.503
|
-21,0%
|
3.175.432
|
62,4%
|
2.113
|
105,6%
|
ITALIA
|
23.953
|
-87,3%
|
167.512.019
|
0,5%
|
6.993
|
691,8%
|
Fonte: ISTAT.
Nel territorio
regionale, Foggia rappresenta la provincia zootecnica più vocata a livello
generale, evidenziando la maggior concentrazione di capi allevati per quasi
tutte le tipologie. Fanno eccezione le vacche da latte che, come ricordato
precedentemente, risultano principalmente diffuse nelle province di Bari e
Taranto, dove si riscontrano contestualmente anche il maggior numero di capi
equini allevati . Nel comparto avicuniculo opera una importante organizzazione
di produttori, AVIPUGLIA, alla quale afferiscono 6 soli soci, ma che raggiunge
un valore di produzione commercializzata pari a € 21.776.457.
-
Localizzazione provinciale degli allevamenti - 2010
Fonte:
ISTAT.
La regione assume
invece una rilevanza più consistente in ambito nazionale in tema di
macellazione e in particolare per alcune tipologie di animali. Se per bovini e
suini l’incidenza dei capi macellati sul totale nazionale resta marginale, come
per i capi allevati, d’altra parte la Puglia incide per oltre l’11% nella
macellazione di ovicaprini e per quasi la metà degli equini.
- Capi
macellati in Puglia per tipologia - 2010
Fonte:
ISTAT.
Analogamente a quanto
segnalato per la filiera lattiero-casearia, anche in quella zootecnica da carne
l’associazionismo tra gli allevatori regionali rappresenta una prerogativa di
poche aziende: appena il 2%, contro una media nazionale che, pur essendo a sua
volta estremamente bassa, coinvolge l’8% delle aziende zootecniche italiane.
Superiori alla media nazionale sono invece le quote di prodotto vendute ad
imprese industriali o commerciali, quasi a segnalare una sorta di dipendenza
delle aziende agricole zootecniche dalle fasi a valle.
-
Importanza percentuale delle diverse modalità di vendita di animali vivi da
parte degli allevatori pugliesi - 2010
ANIMALI VIVI
|
Vendita
diretta
|
Vendita
ad altre aziende agricole
|
Vendita
ad imprese industriali
|
Vendita
ad imprese commerciali
|
Vendita/conferimento
ad organismi associativi
|
Puglia
|
12%
|
6%
|
14%
|
65%
|
2%
|
ITALIA
|
20%
|
8%
|
11%
|
53%
|
8%
|
Gli
aspetti economici e il commercio internazionale
Nel 2011, il valore
delle carni prodotte in Puglia a livello agricolo è stato di 172 milioni di
euro, in crescita dell’8% rispetto all’anno precedente e di quasi il 9% se
paragonato a dieci anni prima.
Rispetto all’andamento seguito dal settore primario nel suo complesso, il
comparto delle carni sembra aver registrato un trend positivo e in netta
controtendenza. Soprattutto a partire dal 2006, non solo il valore della
produzione a livello agricolo inizia una crescita progressiva, ma anche le
esportazioni di carni lavorate e prodotti trasformati a base di carne si
avviano lungo un percorso di sviluppo delle vendite oltre frontiera che
arriverà a raggiungere il valore di 27,3 milioni di euro nel 2010, per poi
arretrare leggermente fino a 25 milioni nel 2011. Nell’arco del decennio,
tuttavia, il tasso di variazione media annua dell’export si mantiene su valori
pari al 2,3%.
-
Andamento della produzione agricola ai prezzi di base del settore agricolo e
delle carni in Puglia (valori
correnti, 2000 = 100)
Fonte: ISTAT.
- Trend delle
esportazioni di carni lavorate e prodotti a base di carne dalla Puglia (migliaia di euro)
Alcune
considerazioni di sintesi
Analogamente a quanto
rilevato per la filiera lattiero-casearia, anche quella zootecnica da carne
esprime soprattutto criticità legate alle ridotte dimensioni delle aziende che
non permettono, nella generalità dei casi, l’ottenimento di economie di scala
in grado di ammortizzare gli incrementi di costo che da qualche anno si stanno
pesantemente scaricando sugli allevatori in merito all’acquisto dei mangimi.
Contestualmente, la ridotta organizzazione produttiva e la scarsa diffusione
della cooperazione e dell’associazionismo tra gli allevatori non permette
l’ottenimento di quei margini di redditività in grado di mitigare ulteriormente
l’aggravio dei costi. Il tutto nell’ambito di uno scenario evolutivo che vede i
consumi di carne in generale crescita, trainati dal cambiamento delle diete
alimentari delle popolazioni delle Grandi Economie. Uno scenario che,
paradossalmente, rischia di riversarsi in maniera negativa sugli allevatori
pugliesi i quali, se non organizzati in maniera efficiente, potrebbero subire
solamente gli effetti collegati all’ulteriore aumento dei costi determinati
dall’incremento della domanda (e dei relativi prezzi) dei mangimi a livello
internazionale e non beneficiare invece degli impatti positivi legati al
crescente consumo di carni.
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