Il Presidente Scaramuzzi ha prontamente risposto sottolineando che tutto ciò che finora è stato reperito nella letteratura riguardante l'olivo è stato già raccolto dal collega Accademico Giovanni Martelli che sta seguendo da vicino anche lo sviluppo di ogni possibile e tempestiva indagine sulle cause e su quanto si può fare per affrontare questo nuovo problema.
In allegato, pertanto, si rimette una sintesi del comunicato diffuso dall'Accademia a firma del Prof. Martelli , con un commento a margine sollecitato dalle conclusioni tratte da alcuni Movimenti ( Forum Ambiente e Salute) e riprese dagli organi di informazione.
Accademia
dei Georgofili, Firenze
29.10.2013
DISSECCAMENTO
RAPIDO DELL'OLIVO
Questa
fitopatia che, come ne denuncia il nome, è caratterizzata da
disseccamenti estesi e rapidi della chioma degli olivi che ne sono
affetti e che ne muoiono, si è manifestata un paio di anni addietro
nel Salento leccese, agro di Alezio, su di una diecina di ettari.
Essa si è poi diffusa rapidamente, specie nell'anno in corso, sì
da interessare oggi un'area stimata di cira 8000 ha. Il tipo di
sintomi (disseccamento improvviso a "pelle di leopardo"
che si estende progressivamante all'intera chioma e collasso delle
piante) ha fatto supporre l'azione di agenti tracheifili, la cui
localizazione potrebbe ridurre, se non bloccare, il rifornimento
idrico. Ed è lungo questa direttrice che si sono mosse le indagini
condotte dal Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e dgli
Alimenti dell'Università Aldo Moro di Bari e dalla Unità Operativa
di Bari dell'Istituto di Virologia Vegetale del Consiglio Nazionale
delle Ricerche,
Cosa
si è appreso: (i) il legno dell'annata delle piante deperenti è
estesamente imbrunito e colonizzato da funghi tacheomicotici del
genere Phaeoacremonium
(gli stessi coinvolti nell'eziologia nel complesso del "Mal
dell'esca" della vite) la cui specie più rappresentata è P.
parasiticum.
Gli imbrunimenti causati da questi miceti sono solitamente collegati
alla presenza di gallerie del rodilegno giallo (Zeuzera
pyrina)
il cui ruolo nella insorgenza delle infezioni fungine non è stato
ancora accertato; (ii) nelle piante sintomatiche di olivo (ma anche
di mandorli ed oleandri con bruscature fogliari presenti nelle
vicinanze degli oliveti colpiti) è stato identificato, sia con
saggi molecolari che sierologici, un ceppo del batterio Gram-negativo
Xylella
fastidiosa,
un agente da quarantena non segnalato in Europa e nel Bacino del
Mediterrano (i reperimenti di qualche anno addietro in Kosovo su
vite, ed in Turchia su mandorlo, mancano di conferma definitva).
Xylella
ha una vasta gamma di ospiti, legnosi ed erbacei, che ne
costituiscono il serbatoio naturale e di vettori (cicaline), alcuni
dei quali vivono anche da noi. La sua presenza, pertanto, è
fonte di giustificati timori anche per la gravità dei danni che il
batterio infligge alla vite (Pierce's disease) nelle Americhe, ed
agli agrumi (Citrus variegated chlorosis) in Sud America, colture
di primaria importanza anche per la Puglia.
Se
è pertanto comprensibile la preoccupazione che il reperto
salentino ha provocato, lo è assai meno, perchè basato su
congetture totalmente prive del conforto di verifica alla fonte
(Istituzioni che stanno indagando sulla malattia), il crescente
allarmismo degli organi di stampa. Titoli come: "X. fastiosa
killer
degli
olivi ...", "Olivi in quarantena per il batterio killer";
"Identificato il killer
degli olivi" ormai dilagano.
Si
dà il caso che le indicazioni molecolari acquisite a Bari
forniscano buoni motivi per ritenere che il ceppo salentino di X.
fastiidiosa
appartenga ad una sottospecie (o genotipo) che non infetta nè la
vite nè gli agrumi, e che esperienze statunitensi (California)
indicano come dotato di scara patogenicità per l'olivo. Di ciò è
stata data notizia al Servizio Fitosanitario Regionale ed al
Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali, e se ne
è parlato, sembrerebbe invano, nei numerosi incontri con tecnici ed
agricoltori che si sono tenuti nelle zone colpite.
In
conclusione, non vi sono al momento elementi che facciano ritenere
X.
fastidiosa
come l'agente primario del dissecamanto rapido dell'olivo. Essa è
verosimilmente coinvolta nel quadro eziologico come compatercipe. E'
quanto si vuole accertare attraverso l'isolamento (in corso) in
coltura pura del batterio, che ne consenta la defintiva ed
incontrovertibile identificazione e permetta la conduzione di prove
di patogenicità che possano una volta per tutte accertarne il
comportamanto su olivo. A ciò si aggiunga la ricerca dei possibili
vettori, anch'essa in effettuazione.
In
attesa delle risultanze degli studi in corso, che pemettano la
formulazione di un piano di contenimento e di lotta, si è suggerita
al Servizio Fitosanitario Regionale l'adozione di interventi da
intraprendere con immediatezza per: (i) delimitare l'area
contaminata, (ii) identificare una zona tampone; (iii) bloccare la
movimentazione di piante e di materiali di propagazione nelle e
dalle zone considerate.
Giovanni
P. Martelli
Come
commento a margine, sollecitato dalle conclusioni tratte da
alcuni (Forum Ambiente e Salute di Lecce, ad esempio) e riprese da
altri organi di informazione, non si può non fare notare con forza
che Xylella fastidiosa è comunque
un microrganismo da quarantena
la cui presenza, indipendentemente dal grado di patogenicità
per l'una o l'altra coltura, rende automatica ed
inevitabile l'adozione di misure urgenti di contenimento
e/o eradicazione, come sancito dalla Direttiva Comunitaria
2000/29.
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