Caro Roberto,
ti ho chiamato per quel bel giardino che mi avevi fatto
vedere. Si! quello che, mi insegnasti, un tempo, caratterizzava la valle della cupa. Mi hai
detto che, la saggezza di quei signori di un tempo che fu, faceva in modo di
avere sempre fiori nel giardino. Ottenevano una fioritura perenne destinando spazi a piante che fiorivano via via
nelle stagioni e nei mesi. Mi avevi promesso che l’avresti realizzato quel giardino a
San Cesario di Lecce, mi avevi assicurato che mi avresti aiutato a farlo.
Adesso tu sei nell’aria, nelle piante, negli alberi di gelso
che hai censito, nelle mille serate passate a discutere di paesaggio e di
ambiente salentino. Tu, caro Roberto, adesso sei disperso dappertutto, sei nel
tutto e mi piace vederti nell’albero di sotto casa mia o nel filo d’erba che
viene scosso dal vento o nel sottile fumo che s’alza da un camino.
Mi piace vederti in ogni viso delle persone che frequento perché
quei visi hanno incontrato il tuo sorriso e le tue parole sempre preziose e
dolci.
Mi venisti a trovare per parlarmi dei tuoi Gelsi, mi
portasti mille materiali e il tuo entusiasmo che da allora conservo intatto dentro
di me. Tutto è compiuto se sei disperso nell’energia del tutto, il tuo viaggio
in questa forma è terminato in una notte, improvvisamente, senza un saluto.
Ma tu sei qui amico mio, sei accanto a me e, insieme a me
conti i più preziosi attimi che c’immergono nell’eterno immenso perché è li che
c’incontrammo ed è li che siamo per sempre.
Ciao Roberto
antonio
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